venerdì 27 aprile 2012

Recensione di "TG1", da THE WHITE SURFER

Ultima, orripilante creatura incarnata dal recanatese Vanni Fabbri, noto agitatore dell'underground locale: produttore delle fanzines Anti e Shapeless, giornalista sulle pagine di Music Club, organizzatore di eventi con la sua Mukkake Agency ed infine predicatore del caos con i live set a nome Dj Smegma. Proprio da quest'ultima esperienza prende il via il progetto La Tosse Grassa, in cui il nostro frulla di tutto in convincenti mash-up, dagli Einsturzende Neubauten a Eye of the tiger, da Tricarico al Gioca Jouer, dai B-52's al metal più becero, dalle sigle di telegiornale alla disco '70 e '80. E su questi mostri sonori vomita i suoi testi imbottiti di violenza, pornografia e bestemmie, in modo tanto offensivo e violento quanto comico e surreale, sbattendo in faccia all'ascoltatore tutta la sua scorrettezza senza remora o inibizione alcuna. Ce n'è per tutti: prende la rincorsa con un'ode al padre putativo Burzum (come reagire di fronte a un "everybody needs a Burzum for a pillow"?!) per affondare subito al primo colpo, l'accusa ai preti pedofili di Padre mostro, capolavoro lessicale di blasfemia; il tema dell'omosessualità mai affrontato in maniera così sfrontata prima d'ora come in Lo vuoi nel culo, Gay porn e Robuste dosi di cazzo, gli steccati del perbenismo letteralmente polverizzati; la fame nel mondo, il malessere giovanile (Psicofarmaco) ed infine l'accusa a trecentosessanta gradi al mondo dello show business mainstream e della televisione, dal carosello di matrioske gore di Esame autoptico all'ironia velenosa di Sei qui solo per le telecamere, passando per la caleidoscopica title-track, cartolina nemmeno troppo surreale dell'Italia di oggi, e l'esilarante Sperma d'artista, che si mangia in un solo boccone tutto l'underground italico. L'impatto visivo completa l'opera: Vanni Fabbri è brutto e sgradevole, gigante dalla pancia strabordante e irta di peli, vestito con una pelliccia nera e un improbabile elmetto militare. Sullo sfondo due "ballerini" altrettanto disgustosi. Insomma, probabilmente non vedrete Vanni Fabbri su MTV.

Alla fine si è sotto shock, c'è nausea dopo una tale indigestione di mostruosità. Non si sa come reagire: si è turbati, si ride, si riconosce la goliardia del progetto ma anche l'intelligenza e il coraggio musicale e testuale, merce rara oggi in Italia, a questi livelli forse unica.





Alessandro Gentili, THE WHITE SURFER
thewhitesurfer.blogspot.it

martedì 24 aprile 2012

Castelfidardo: i Postumi.


Castelfidardo (AN) è un mondo difficile. Qua viviamo tutti nella provincia marchigiana, ma ci sono punti in cui uno riesce a rifugiarsi e sopravvivere comunque per quanto sia alieno, come la nostra capitale mesopotamica Recanati, ma a Castelfidardo è differente. Se sei bello ti tirano le pietre, se sei sveglio ti tirano le pietre, se sei una pietra presidi Porta Marina, terrazza del Paese della Fisarmonica (ma non dei fisarmonicisti). Nonostante ciò, un bel giorno (dopo mesi di preparazione atletica) l'impavido Giampiero alza la cornetta del telefono e chiama il nostro quartier generale: LA TOSSE GRASSA è desiderata all'Onstage il giorno sabato 21 aprile, presentarsi muniti di Radical Macabre Tanzkommando. Bene, è fatta, il Sommo si confronterà con questo deserto culturale, sollevato dalla consapevolezza che tanto il pubblico autoctono non si presenterà (e così è stato), e che il Culto è vasto e infinito. La fase reclutamento ballerini scorre senza particolari intoppi una volta che sappiamo della eccezionale disponibilità del nostro NooZ in territorio marchigiano per questa data! Ma ancora più eccezionale è la disponibilità del debuttante Fico, chef (il secondo del nostro tanzkommando dopo Terzì!) presso un locale della nostra cittadina, in questa settimana miracolosamente in ferie: una Luger alla tempia e les jeux sont fait, balla meglio di Vialli!



Partiti alla volta di Castelfidardo raggiungiamo subito il luogo del delitto, posizioniamo i nostri attrezzi e sequestriamo un aperitivo. Per oggi abbiamo soltanto una groupie che tra l'altro è anche proprietà esclusiva di NooZ, per cui a parte darle il ruolo di bancarellara durante la serata non ci distraiamo molto, ci concentriamo piuttosto sull'aspetto del palco. Tende rosse, pavimentazione a scacchi legno e nero, per molti già è sufficiente per paragonarlo alla Loggia Nera di "Twin Peaks". E in effetti a prima vista l'impressione può darla, però per me che sono una vecchia zitella pignola e pallosissima sentire dire "pare Twin Peaks" è come sentirmi dire "pari Matrix" quando indosso una giacca lunga di pelle. Però arrivano le tagliatelle de Diarea, per cui il fulcro dell'attenzione si sposta immediatamente. Diarea è la cuoca di una trattoria adiacente, le cui tagliatelle coi piselli sono da più di un secolo l'unico nutrimento per tutto il quartiere. Si può basare un'alimentazione solo sulle tagliatelle coi piselli de Diarea? No, infatti ci portano anche gnocchi con la papera e, soprattutto, vino. Dopo il fiero pasto un rapido soundcheck in cui mi annunciano che mi verrà data in pasto anche una strobo con cui inflasharmi da solo, woooh! Poi subito caffè, assenzio e safari: un pericoloso giro turistico per la cittadina che ci ospita, accompagnati da un giovanotto locale che si cacava più sotto di noi. Tuttavia torneremo vivi e più ubriachi (ma di poco).


Una volta di nuovo all'Onstage incontriamo un pubblico già numeroso, tra i quali il veterano tanzkommander Piccolo Stè, che è venuto a trovarci nonostante fosse in libera uscita! La folla comincia ad assieparsi e ci giungono leggende di macchinate di cultisti arrivati da lontano lontanissimo per assistere al sermone di oggi! Lo staff dell'Onstage posiziona un maxischermo a lato del palco per permettere di seguire lo spettacolo anche al pubblico più interessato al bancone del bar, nonostante al suddetto bar non ci stasse nemmeno una bella fica, abbellendo però le immagini con spettacolari effettacci anni '80. Il nostro camerino è un privé adibito a sala giochi, popolato di personaggi locali che stavano facendo di tutto per mettersi al riparo dalla cultura, ma niente da fare. Subirete la vista delle mie ascelle. Si entra in scena e NooZ si dà subito da fare, mostrando di essere il primo della classe che si è studiato bene bene tutti i testi, e Fico gli tiene testa dignitosamente, nonostante fosse alla sua prima esperienza. Morirà in "Bikini Cimitero", ma il bravo NooZ lo rianimerà subito con un incantesimo appreso in sagrestia. Lo rianimerà così tanto che per placarlo mi tocca scatenare L'ORGIA, anche se il pubblico femminile probabilmente non era abbastanza lubrificato. Problema loro! Terminato lo show ci ritiriamo per poi venire subito invocati per un bis: concediamo "Padre Mostro" e "Sono Io La Fame Nel Mondo", che prima mi era venuta a cazzo di cane.


Terminato lo show torniamo a mostrare le ascelle al non pubblico più refrattario ai nostri input, dopodiché ci tuffiamo in società per scattare mani, stringere autografi, insomma tutte quelle cose che fanno le popstar, compreso vendere cd, libretti di poesia macabra (nella foto sopra il calvo NooZ mostra fiero una copia del suo acquisto, l'altro pelato è Fico, mentre io celo la mia folta chioma fluente sotto il cappuccio) e farsi altri drink. Purtroppo non mi dilungo troppo a palpar mammelle dato che la mattina seguente dovrò partire all'alba per la lotta partigiana, ma questa è un'altra storia.
Nei giorni seguenti constatiamo che questo probabilmente è stato il concerto più documentato della carriera de La Tosse Grassa, manco fossimo il G8. Riceviamo notizie di foto da almeno 6 fonti diverse, e video da 5! Qualcuno è già stato caricato su Youtube, cercate "tosse grassa" + "castelfidardo" e troverete anche un frammento del già tanto apprezzato inedito "Burzum Due". Che, volevate i link diretti?! Suvvia, datevi un po' da fare, pelandroni!





mercoledì 18 aprile 2012

Recensione di "TG1", da NERDS ATTACK!

Finalmente qualcuno ci smerda, stavo cominciando a preoccuparmi!
Zero, oh!! :D


Va bene, ti sei divertito. Io no. Mi piacciono i dischi demenziali quando mi fanno ridere, quando sono intelligenti e irriverenti, quando prendono per il culo. Ma qui davvero non ho riso mai. Dodici brani composti in casa (e si sente) al computer tra techno e industrial, ogni tanto qualche schitarrate death metal o samples di TG e sigle telvisive a condire il tutto. Salvo dal naufragio di volgarità, davvero tutte senza un briciolo di umorismo, solo ‘Sei Qui Solo Per Le Telecamere’ critica a chi ai concerti o alle serate ci va solo per farsi vedere; neanche ’sto grande tema originale ma almeno qualche frase si salva. Si sente male, è cantato peggio e anche musicalmente non c’è nulla da ricordare. Ok, l’obiettivo di disturbare l’hai raggiunto ma solo quello. Poi ci vuole poco a farsi forte con titoli come ‘Lo Vuoi Nel Culo’, ‘Robuste Dosi Di Cazzo’, ‘Sperma D’Artista’, ‘Gay Porn’ ma è questo il massimo da ricordare. 

voto: 0 su 5 

Diego Natale, NERDS ATTACK!
www.nerdsattack.net

La Posta del Cuore de LA TOSSE GRASSA

Ebbene sì, non siete ubriachi. O forse sì, ma questo non cambia le cose.

Avete problemi co uno? La vostra bambolina vodù coi peli pubici del prete non vuole saperne di funzionare? Non arrivate a grattarvi così in fondo? Hai trovato la tua fidanzata in un film porno con la merda e a te nemmeno lo succhia? Lei ti ama tanto ma ha solo 7 anni?

Scrivi a La Posta del Cuore de LA TOSSE GRASSA!


Prossimamente su ROAR MAGAZINE.
Scrivete a caratosse@roarmagazine.it.
Magari non risolverà i vostri problemi ma ve ne porterà altri più gravi.





lunedì 16 aprile 2012

Montegranaro: i Postumi.

Era un po' che L'Altritalia Club di Montegranaro (FM) me la faceva annusare. "Lo facciamo un concerto con LA TOSSE GRASSA?" E poi sparivano. Dopo due mesi si proseguiva la trattativa. E così dal 1983. Finalmente riusciamo a fissare una data per sabato 14 aprile, data in split con gli Orfanado, duo trevigiano di folk psichedelico ipnotico e rilassante. L'unico nesso con il Divino è che suonavano nella stessa data. Anzi, no, a pensarci bene un nesso c'è. Lo scorso lunedì feci un'ospitata durante il concerto dei Lettera 22, pop/rock band marchigiana. Uno dei due Orfanado suona anche in una formazione di musica sperimentale che si chiama allo stesso modo: Lettera 22. Trovato il nesso. Un talebano punk commentò quest'omonimia dicendo che "i gruppi indie del cazzo non sono originali nemmeno nei nomi" puntando il dito contro i marchigiani. In realtà è proprio così, gli faccio notare, copiano tutti la Olivetti. Il giorno tanto atteso si avvicina, dopo essere stati citati da un portale d'informazione web locale per via della nostra locandina, che sarebbe stata plagiata da "Diaz", un film nelle sale proprio in questo week-end. Ma non ce la prendiamo, è tutta pubblicità.


Arrivo a Montegranaro, dove tutti i navigatori credono di essere nel Triangolo delle Bermude, scortato dal fotografo Abigail de Tago Mago e da Breezer, rappresentante del Radical Macabre Tanzkommando stavolta alla sua seconda esperienza (l'altro tanzkommander ci raggiungerà di lì a poco). Sotto la pioggia ci perdiamo subito tra i vicoli, ma poi ci appare la madonna cassiera che ci scorta fino al clubbino, dove stavano aspettando noi! Bene, 20 secondi di soundcheck, 40 secondi di ingurgitamento vino e siamo già pronti per andare a cena tutti insieme noi, gli Orfanado e la produzione. Troviamo Ticà, il secondo tanzkommander, al suo debutto, che fa giri intorno a una fontana con la bava alla bocca. Con lui ci ricongiungiamo per dedicarci a una cena meravigliosa: antipasto, due primi, arrosto, contorni, fritti, caffè, ammacaffè e vino a volonté. E il dessert non c'era solo perché lo abbiamo rifiutato noi. Da prostrarsi colmi di satollitudine. Il tutto nella cornice di un ristorante old-school, con tanto di maitresse dispensatrice di pragmatica saggezza: dovevamo essere in 8, ci presentiamo in 12. Che fare? Aggiungere un tavolo? Mostrare imbarazzo? Spostare qualcuno o qualcosa? "Ve strignéte". Inattaccabile. Da applausi.


Andiamo nel locale, praticamente un piacevole salotto, laddove la gente comincia pian pianino ad assieparsi. Dopo poco parte l'esibizione degli Orfanado, che per manifesta inferiorità suonano prima. E gli adepti del Culto della Tosse Grassa presenti sono difficili da tenere: scalpitano, chiedono sangue, rumoreggiano. Cerco di limitare i danni portando il mio chiacchiericcio fuori, e per fortuna sono ipnotici a sufficienza da mesmerizzare il loro pubblico, che quindi non percepisce la violenza barbarica del nostro pubblico. E' il nostro turno, dopo un rapido passaggio nel nostro camerino vasca da bagno montiamo sul palco sulle magiche note di "Burzum". La folla è preparata anche stavolta, conoscono bene i pezzi, acclamano e fanno foto e filmati. Chi non ci conosce rimane visibilmente sconvolto, ovviamente. Tutto secondo i piani. L'audio è saturo, grezzo e distorto come piace a noi, anche se in un paio di momenti ha avuto dei misteriosi mancamenti. Sul palchetto alle mie spalle il Radical Macabre Tanzkommando si dà da fare più che degnamente: al termine dell'esibizione il pubblico acclamerà il debuttante Ticà invitandolo ad abbandonare la sua band per dedicarsi anima e corpo alla sua vera natura, il ballo.


Due parole su Ticà. Ai primordi della carriera de LA TOSSE GRASSA costui vilmente censurò un manifestino promozionale in cui si utilizzava come testimonial la figura di Anders Breivik, per gli amici "Burzum Due". Ora a distanza di qualche mese lo ritroviamo ballare forsennatamente sulle note dell'omonima canzone a lui dedicata. Dove andremo a finire? All'inferno, se tutto va bene. Lo show termina come di consueto con "Sperma D'Artista", e fuggo fuori a farmi una passeggiata per i vicoli di Montegranaro. Quando ritorno sul posto la cieca furia sanguinaria del pubblico si è placata e possiamo rimetterci i nostri abiti borghesi e firmare autografi con calma. Certo, c'è un gruppetto di cultisti che sta vessando un giovane perché ascolta Dente, ma queste sono esperienze che aiutano a crescere, forgiato nell'acciaio. Cosa vuoi che siano due incisivi in confronto alla redenzione nel Culto della Tosse Grassa?... Salutato il presidente, lo staff del club, alcune passere locali e il gruppo spalla ce ne torniamo al nostro paesello. Finirò all'alba a montare video di un mentecatto che si lava l'uccello sotto la doccia pensando a Giulia.





Intervista per POP-GRUPPO MAGAZINE.

Sempre alla ricerca di nuove forme musico-verbali, il popgruppo questa volta ha scoperto La Tosse Grassa, simbolo idolatrato dell’intellighenzia recanatese. Un Giacomo Leopardi post-litteram che ha portato il mash-up su un nuovo piano di esistenza fatto di parossismo sfrontato e situazionista. Suonerà al Pop6ore per cui lo abbiamo intervistato.

La prima domanda, che mi sorge spontanea più o meno in tutti i gruppi, è: perché La Tosse Grassa?

Intravidi in tv la pubblicità di uno sciroppo. Ad incarnare la tosse grassa, che tormentava il povero bisognoso di cure, c’era una mostruosa creatura verdognola. In quel momento decisi che da grande volevo essere quella cosa lì. Volevo essere io l’avatar de La Tosse Grassa.

La Tosse Grassa

Ah, me la ricordo quella pubblicità. Avevi, quindi, delle grandi ambizioni. Ma parliamo dei testi. Ricordo una tua performance con Ca.Pe.Al anni fa a Recanati, in quella serata in cui poi andammo tutti fuori dalla caserma della polizia. I testi sono rimasti sfrontati anche con La Tosse Grassa. Come mai?

Nei Ca.Pe.Al. sono due teste a vaneggiare, ne La Tosse Grassa una sola, per cui mi dò sempre ragione, sono il mio fan numero uno e mi scrivo lunghissime lettere d’amore. I testi dei Ca.Pe.Al. passavano dal dadaismo puro, alla goliardia più pecoreccia, passando attraverso attacchi diretti e precisi a figure dell’attualità. Questi attacchi ne La Tosse Grassa sono rimasti, ma il bersaglio è la società civile e le sue debolezze, non Barbara Bobulova davvero.

La Tosse GrassaNei tuoi testi parli di argomenti anche scottanti come i preti, Burzum e skinhead che bruciano le patate. Punti di vista più o meno condivisibili. Cosa ti spinge a non aver peli sulla lingua?

In realtà trovo piacevole il ritrovarmi dei peli sulla lingua, souvenir di momenti piacevoli. Per quel che riguarda gli argomenti cerco di indagare sugli aspetti più bui della nostra civiltà. Aspetti non meno importanti di altri, anzi, che però sono ritenuti indicibili, inaffrontabili, fastidiosi. E lì sento il dovere di entrare in scena, ogni volta che vedo un tabù devo fiondarmici addosso.

C’è anche una ricerca musicale nella basi non indifferente. Tutte i tuoi brani sono omaggi a canzoni che sono rimaste nell’immaginario collettivo di tutti quanti.

Sì, sia per pure divertimento che per costruire i miei brani ho usato solo ed esclusivamente campioni di musica altrui. Intendono essere dei trigger per le ignare anime degli ascoltatori che così si sentiranno irresistibilmente attratti a me. Ma sono anche un metodo per me per liberarmi definitivamente dei musicisti e degli strumenti musicali. Il mio sacro ego non dovrà scontrarsi con nessun chitarrista vanaglorioso e non dovrò più penare per creare un suono o una melodia che sia una pallida imitazione di quello che volevo veramente. Piglio direttamente l’originale.

Quindi durante i live ti trasformi, col tuo travestimento, in uno show man. Lo fai per sentirti meglio con te stesso oppure solo per lo spettacolo?


Come mi capita di spiegare a chi mi chiede se mi drogo prima di andare sul palco, oltre al fatto che bevo solo vino, ti dico che io sono quello lì. Il vero travestimento è quello che indosso quando devo comportarmi, pensare e parlare come una persona normale nel nome del quieto vivere e del buon vicinato. Quello che vedi sul palco è il mio animale liberato, con un costume che gli si addice. Certo che se fossi una bestia feroce nella vita di tutti i giorni e poi andassi sul palco composto e benvestito non credo che la cosa gioverebbe allo spettacolo, in effetti…


Progetti per il futuro? Ho visto che il tuo album è in streaming su rockit dove, oramai, c’è in streaming anche mia nonna. L’essere su rockit ti ha portato del successo inaspettato? E come promuovi di solito la tua musica?


Rockit
è l’impero del male, un luogo dove sguazzano giovincelli modaioli che prendono per oro colato ciò che il loro stato (rockit) gli propina. Quindi non potevo non essere su rockit, prima di tutto perché punto ad essere ovunque, e poi perché sono proprio quelli che più hanno bisogno di me, e più promuoveranno volenti o nolenti La Tosse Grassa in maniera virale, cioè secondo sua natura. E’ così che normalmente viene promossa La Tosse Grassa, col contagio. Il futuro vede, non troppo distante nel tempo, l’ingresso in società di, naturalmente, "TG2".

Dai, finiamo l’intervista coi saluti. Vuoi salutare qualcuno?

Non voglio salutare nessuno, mi state tutti sul cazzo.




Carlo Minucci, POP-GRUPPO MAGAZINE
www.popgruppo.net

sabato 14 aprile 2012

"TG1" disco dell'anno per Enrico Enver Veronese

Ci viene segnalato che dopo Fumaretto anche Enrico Enver Veronese (Italian Embassy, Blow Up) si sottomette al Sacro Verbo de LA TOSSE GRASSA e twittando dichiara:

"La Tosse Grassa - "TG1": disco dell'anno."

Abbiamo le prove qui.
Fatecele sapé, ste cose.




giovedì 12 aprile 2012

Italia Wave Marche 2012: BROGLIIII!!!!

Volevo dedicare questa vittoria a Faust, che per problemi di salute non ha potuto assistere allo spettacolo ma siamo certi avrebbe apprezzato. No, ok, la giuria l'ha pensata diversamente, ma c'è un'unica spiegazione: BROGLIIII!!!! D'altronde che LA TOSSE GRASSA fosse il migliore era evidente già nel momento dell'iscrizione al concorso. Ma andiamo per ordine. E' gratis, dunque mi iscrivo. La regola è questa, d'altronde data la roba che faccio è normale che le giurie si caghino sotto e premino altri nonostante la mia manifesta superiorità, per cui anche una quota d'iscrizione di 5 euro significherebbe buttare via soldi. Ma Italia Wave è gratis, facciamolo. Ovviamente passiamo la prima selezione Marche, e quindi andiamo in semifinale, che si tiene venerdì 3 febbraio al Mamamia, grossa discoteca afro di Senigallia. Il Radical Macabre Tanzkommando è rappresentato da Tosi e "Masoschiavo". Proponiamo "Sono Io La Fame Nel Mondo", durante la quale per un'assurda regola la giuria si copre le orecchie, "Lo Vuoi Nel Culo" e "Sei Qui Solo Per Le Telecamere", le due canzoni date in pasto al concorso. E il bestemmione? Il bestemmione me lo gioco in finale. Ovviamente è un trionfo, ovviamente il pubblico reagisce con entusiasmo, ovviamente passiamo in finale, eliminando senza sforzo Home By Three, Need Her Liver, Nefesh e L'Armata Brancaleone.



Bene, la finale invece si tiene venerdì 6 aprile, sempre lì al Mamamia. Orpo! E' Venerdì Santo! La tentazione è troppo forte, non possiamo resistere... Dobbiamo assolutamente prepararci qualcosa di blasfemo data la situazione. Ci penserà "Masoschiavo", che nel pomeriggio realizzerà una cosuccia ad hoc. Naturalmente ci sarà anche Tosi, il corpo di ballo deve essere lo stesso. Portando in dote una dama da 5 litri di un vino orrendo facciamo un picnic là fuori fraternizzando coi Natural Dub Cluster nonostante i loro evidenti handicap (sono vegetariani, poverini). Quand'è il nostro momento saliamo sul palco. Il Sommo appare avvolto in un sudario, accompagnato dai suoi fidi gendarmi, che lo piazzano al centro del palco mentre si prostrano in adorazione accendendo incensi. Sullo sfondo una versione di "Tico-Tico No Fubá" che in realtà è un brano live dei Laibach, ma che ve lo dico a fare. Al termine mi libero dal sudario svelando la mia immagine impressa su di esso. Sì, è la Sacra Sindone, l'originale, la Mia. Mentre i tanzkommander la stirano (con tanto di asse e ferro da stiro di Barbie) e poi la stendono con delle mollette io presento "Burzum Due", e ritiro il premio.


Sì, perché in realtà il massimo a cui potevamo ambire era questo: gridare "Martellata, Porco Dio!" da un palco grosso come quello del Mamamia, cosa che difficilmente ci ricapiterà e che non ci capitava da quando aprimmo per Fiorella Mannoia. Ovviamente il pubblico apprezza visibilmente. Riproponiamo poi i brani in concorso, gli stessi della semifinale, e scendiamo dal palco con la consapevolezza di essere i migliori. No, non ci occorreva ascoltare gli altri per rendercene conto. Ovviamente. Tuttavia so bene che è tutta una farsa, e ignorando alcuni indizi evidenti proprio perché troppo evidenti, al banco scommesse punto i miei 50 euro sull'Anonima Straccioni invece che sui Martin Kleid, che sono quelli che arriveranno primi. Mi pareva troppo facile, e infatti lo era. Gli Anonima Straccioni comunque sono secondi, c'ero andato vicino. A noi niente, naturalmente, so di essere il migliore ma so anche che a giudicarmi non ci sono io. Pertanto... BROGLIIII!!!! La nostra coppa usurpata, il podio vilmente sottrattoci. Ma noi sappiamo come reagire con maturità.


Andando a bere. E sparlando a più non posso della giuria e degli altri gruppi in concorso. No, scherzo, non è vero. Lo facevamo già da prima. Sono uscite fuori delle battute talmente orripilanti che non oso nemmeno scriverle qui nel mio blog: perché ve le dica bisogna che m'incontriate ubriaco da qualche parte. Comunque è tutto un zozzo, una mafietta, un quacquaracquà, un urgusurugguluth, solo una drink card a testa per degli ubriaconi come noi è sabotaggio, il popolo sovrano sta col Culto della Tosse Grassa, ihihih, ahahah, una risata vi seppellirà, brutti brutti brutti, neri neri neri, non sono scarafaggi, sono carabinieri, si sapeva da due settimane che vinceva Pupo, al piadinaro c'avevano solo le cotolette e io non posso magnà il fritto, BROGLIIII!!!!, i superalcolici erano sottomarche, non ci è stato modo di farsi fare un Negroni, l'acqua 3 euro e nessuna ce l'ha data.
E l'afro è una merda.






mercoledì 11 aprile 2012

L'ospitata di Pasquetta coi Lettera 22

Il giorno di Pasqua secondo le scritture diluviò, per cui si è dovuto rimandare a Pasquetta, lunedì 9 aprile. Parlo della scellerata idea che hanno avuto i marchigiani Lettera 22: riarrangiare "Sperma D'Artista" in versione mammoletta rock con me ospite alla voce per inserire questo "featuring" nella scaletta del loro concerto in Piazza G. Leopardi di Recanati, sotto l'egida del Café De La Paix. Sono reduce da un vorace pranzo di Pasquetta a Serrapetrona, per cui arrivo sul posto iper gonfio. Un tè per coadiuvare la mia digestione, poi il concerto parte, e quando capisco che sarà la mia ora vado a indossare la mia divisa nell'androne del palazzo lì a fianco. Spaventando un signore con cagnolino che lì risiede: "Cos'è? Un Gallo?". Da fuori sento le prime note del pezzo e il bassista Pilì che mi annuncia come solo lui sa fare: "Blablablablablablablablablabla..." Apro il portone e sfondo la barriera umana del pubblico e vado verso la band al grido di "AGNELLIII!!!".


Raggiungo il microfono e intanto l'oratore "...blablablablabla...". Un "Taci!" secco e parto con la mia performance. Il pubblico credo abbia capito. Devo essere stato chiaro. Terminato il mio dovere, a 6° C e col mio ignudo petto, certo che la band si sia pentita di essersi posta a confronto con un tale colosso della musica pop (idea loro, ribadisco), vado a farmi un bicchiere di vino dalla concorrenza, sempre al grido di "AGNELLIII!!!", giusto per portare un po' di shock anche là, che ne hanno bisogno.
Arrivano gli inevitabili "dovresti continuare con una backing band"... COL CAZZO! Non ci torno, da voi umani. Queste collaborazioni, benché benvenute, dovranno e potranno rimanere soltanto *sporadiche*. Per questo, questo e quest'altro motivo.
Seguirà un litro di vino di ciliege gentilmente offertomi dalla chitarrista Arianna per tenermi buono.

Un umano nel pubblico ha girato un video dell'accaduto, non credo sia visibile a tutti tutti (saprete com'è elitista Facebook...), però il link è questo.






Ancona: i Postumi.

Un bel giorno ricevo una telefonata misteriosa. E' esplosa una bomba nel culo dei Perno. Li devi sostituire tu. Dovevano suonare al Bar del Porto in/ad Ancona. Poi la telefonata venne interrotta, e rimasi lì, smarrito nel deserto. Solo un coyote lontano miglia ululava. Contattare il Bar del Porto. Allora si fa? Sì. Bene. Quando? Giovedì. Ma oggi è mercoledì, non è un po' troppo tardi? Rimandiamo. Sì, dai. Rimandiamo. Tra un mese? No, sabato. Ok. Sabato 7 aprile LA TOSSE GRASSA colpisce Ancona. E ora chi glielo dice al Radical Macabre Tanzkommando? I miei cavalli migliori sono esausti per le cavalcate delle ultime settimane. Devo fare qualcosa. Rispolverare Terzì, illustre cuoco ed egregio ballerino. Ci sta. E poi? E poi diamo i sacramenti a Breezer, qui quindi alla sua prima apparizione. Sarà forte. La data è sempre più vicina, anzi, è ora di partire. E si va su. Come si arriva al Bar del Porto adesso? Dobbiamo sparare a un doganiere? Io e Breezer eravamo lì che ci preparavamo a un conflitto a fuoco, quando eccolo lì davanti ai nostri occhi il sentiero: si passa di lì! Sono le 20,00. Arriviamo e non c'è ancora traccia dell'impianto audio. Ok, andiamo da Terzì.


Terzì il mestiere di illustre cuoco lo esercita in un posticino a pochi passi da lì, per cui decisamente a portata di piede. Andiamo a scroccargli l'aperitivo cena. Ci lascerà tronfiamente satolli, più di due ore dopo. Sono le 22,45. Torniamo al Bar del Porto e la tipa del bar è sull'orlo dello sclero. Dove siete stati? A mangiare, ma che sistema è? Dove avete il cervello? Non fa male. Non fa male. L'impianto? Eccolo. Te lo monto in 5 minuti. Là fuori è pieno di gente. Colmo, stracolmo di anconetani nel mondo che ritornano per il Sabato Santo. Che non avevano idea di cosa sarebbe capitato di lì a poco. Sfondo la folla con casse e mixer e piazzo l'impianto lì in mezzo al marciapiede, sotto la veranda. Prova. Prova. Funziona. Sono le 22,52. Cambiarsi d'abito. Ci metto un quarto d'ora per allacciarmi gli anfibi. I miei ballerini ci mettono venti minuti a realizzare che devono mettersi la tunica. Poi lo fanno. Ore 23,15. Parte il concerto. Ed è subito "Burzum".


Schiere di anconetani rimangono a bocca aperta. Non si capacitano del fatto che il Sommo fosse proprio lì davanti a loro a dire quelle cose orribili. La scena del gatto che rimane in mezzo alla strada incantato dai fari, per un'oretta buona. Gente che chiama la mamma a casa cercando di illustrare con la voce rotta dal pianto lo spettacolo che aveva davanti agli occhi. Il pubblico è eterogeneo, oltre al pubblico casuale sconvolto c'è una percentuale di avanzi di galera piuttosto alta. Fortunatamente mentre in "Burzum Due" cito "i negri di Macerata" quelli di Ancona la prendono bene. Noto nel pubblico la controfigura di Trucebaldazzi, cattivo come avrebbe sempre voluto essere. Porcoddio del Degrado, fai che mi abbia apprezzato, sennò quello mi fracassa la testa con un clic. A un certo punto un documentarista si inginocchia d'innanzi a me e riprende l'inedito "Pezzi Di Fiche". Che quindi ora finalmente potete ascoltare anche voi infedeli che non ci siete stati.


Finisce il concerto e Trucebaldazzi mi si avvicina. Pacca. Quella era proprio una pacca. Non un pugno. Amichevole pacca sulla spalla e apprezza, approva, sostiene! Grazie, signore! Vendo un bel po' di cd, alla fine la tipa del bar è contenta, la gente si scambia il mio numero di telefono. Direi che anche in/ad Ancona è stato un successo, devo ammettere che ero un po' timoroso del giudizio degli anconetani, ma quelli che frequentano il Bar del Porto sono tipi 'true'. Poi è anche vero che gli adepti del Culto della Tosse Grassa infiltrati nel pubblico erano molti, tra questi il nostro tanzkommander "Masoschiavo", che si aggirava in zona sebbene fuori servizio e in borghese. Terminato il nostro compito ce ne andiamo. Mi portano in un altro posto dove c'era una serata reggae. Mi diverto come un buttafuori. Solo a che a me non mi pagano.






domenica 8 aprile 2012

Accademia di Belle Arti: i Postumi.

Allora, dov'eravamo rimasti? Ah, sì, avevo fatto pisciare sotto un cane. Giovane, inesperto, si credeva solo in casa, gli appaio all'improvviso e lui sconvolto rimuove gli argini e la fa tutta. Qualche giorno dopo un inquilino del cane (di cui non farò il nome perché sennò lo arrestano) mi chiamerà per invitarmi a suonare all'Aula Magna dell'Accademia di Belle Arti di Macerata, per la sua festa di laurea. L'Aula Svoboda, luogo sacro profanato finora solo da pervertiti mondialmente riconosciuti come tali, tipo Franko B. Tutto questo per mercoledì 4 aprile, pochi giorni dopo un altro concerto nella stessa città. Avrà senso? Il pubblico avrà voglia di ri-vedermi e ri-ascoltarmi a distanza di pochissimi giorni? Chi se ne frega, non posso rifiutare l'invito a suonare in un posto così storicamente inviolato, per cui ovviamente accetto!
Nel giorno del concerto prima passiamo al Terminal, il luogo del predente delitto, dove avevamo abbandonato: 1 tunica del Radical Macabre Tanzkommando, 1 felpa dei Ca.Pe.Al., 1 giacca, 1 sciarpa. L'attaccapanni / ufficio oggetto smarriti del locale era interamente occupato da roba persa dal nostro entourage. Bene, siamo i migliori.


Arrivo al luogo dove si terrà lo spettacolo. E' una chiesa sconsacrata, intitolata a San Vincenzo, ora costellata da opere d'arte contemporanea e utilizzata come aula universitaria. Entro l'alba sarebbe stata sconsacrata del tutto, semmai qualcosa di vagamente benedetto fosse rimasto. Appena arrivato saluto. Un "ciao" che impiegherà 6 secondi a spegnersi del tutto. Il riverbero più insidioso che abbia mai sentito: fare qualsiasi tipo di attività musicale escluso un concerto per sola arpa è impossibile. Per cui procedo col soundcheck. Confermo, il suono è impossibile. Però funziona tutto, quindi via! Non saranno 20 kg di riverbero a fermarci! Ma se è tutto impossibile com'è possibile che sia stato possibile questo concerto impossibile? Abbiamo a che fare col figlio di un massone? Col figlio del vescovo? Col figlio del prefetto? No, praticamente col figlio del bidello. Che avendo a disposizione la chiave del posto senza render conto a nessuno piglia e organizza una festicciola. Solo che ci sono casse, sub, dj set electro (le foto ce le ha fatte il dj, Marco Gatta), impianto luci da paura e tutto Il Culto Della Tosse Grassa a gremire l'aula. E tutto ciò senza un bar vero e proprio. Ogni tanto miracolosamente appariva una bottiglia di vino ma spariva un cavatappi. E' tutta un'avventura, con LA TOSSE GRASSA.


Il Radical Macabre Tanzkommando è questa volta rappresentato dal Piccolo Stè e da Tosi (che vediamo nella foto sopra sotto cassa preso bbene). Una volta caldi si parte, e la folla si dispone diligentemente a semicerchio intorno al Sommo, che inizia a sbracciare facendo il proprio dovere. Come previsto l'audio è impossibile, non si capisce una sillaba, ma grazie a dio (cioè a me) il pubblico è preparato e conosce i testi, quindi cantano loro! Bravi, figliuoli, quante soddisfazioni mi date! D'altronde gran parte dei presenti ci aveva già visti qualche giorno prima, come dicevo... Pazzi. Pazzi furiosi. A un certo punto dello spettacolo la situazione si complica: i miei scudieri mi si rivoltano contro e cominciano a farmi i dispetti nascondendomi la scaletta! Sarà il pubblico ad annunciare i prossimi pezzi, con me che cerco di barcamenarmi goffamente in questa situazione disperata... Fortunatamente a un certo punto rompo il ghiaccio scatenando L'ORGIA. Il pubblico è diviso, alcune mi rifuggono (credo sia ora di riportare a lavare la carogna che porto addosso), altre mi porgono le tettine. Finito il concerto non paghi di tutto ci rivogliono sull'altare per un bis di "TG1", con un light show da paura.


E ora è il tanto agognato momento del relax. I miei compari finiscono di ubriacarsi a morte e presto perderò le loro tracce. Dov'era finito Tosi quando avevo così tanto bisogno di lui? Avevo una bottiglia di vino vergine e lui saggio va sempre in giro con un cavatappi in tasca... Brevi attimi di tensione e il problema si risolve, libero una donzella dalle grinfie di un carabiniere e mi ritiro in preghiera. Terminato il rosario ritorno in società e mi rendo conto di essere stato abbandonato! Per cui accamperò qui stanotte. Nel frattempo sono le 4 e l'aula sacra e inviolabile è ancora piena di gente ubriaca che oscilla pericolosamente. Con un nucleo di disadattati ci ritiriamo per una spaghettata notturna, e dopo aver ascoltato a lungo nastri di Harry Belafonte in avanzato stato di decomposizione, nel momento in cui stavo per infilarmi in un letto matrimoniale con uno con la cresta, bussano alla porta. E' il figlio del bidello che ha bisogno di aiuto per ripristinare l'aula violata, ché domattina c'è lezione e nessuno si deve accorgere di nulla. Centinaia di persone ubriache in mezzo alla strada, decibel in eccesso e porchemadonne varie pare siano passate inosservate. Macerata, la città degli sbirri sordi. Insomma, all'alba passo lo straccio, rimetto a posto le sedie, poi prendo il bus e alle 8 sono a dormire a casa mia, lontano da creste ma anche da donzelle in arresto. Dura la vita della popstar.





mercoledì 4 aprile 2012

La Settimana Santa.

Settimana alquanto complessa questa che vede la convivenza dei riti underground de LA TOSSE GRASSA con quelli mainstream della Santa Romana Chiesa.
La nostra Settimana Santa comincia stasera, mercoledì, laddove l'egregio Prof. Tosse Grassa terrà una lezione sul porcoddio del degrado presso l'Aula Magna dell'Accademia di Belle Arti di Macerata.


Il giovedì secondo le scritture se magna e basta.
Il venerdì mentre la concorrenza comincia a marcire noi andiamo a ritirare un premio al Mamamia di Senigallia (AN), dove altre sei band concorrono per il secondo posto alla Finale di Italia Wave - Marche. Solo tre pezzi, ma intensi.


Il sabato pure è stato sistemato! La Tosse Grassa colpisce Ancona! Saremo al Bar del Porto, per un concerto completo all'aperto sotto la brezza primaverile!


Agnelli!! Domenica Agnelli!! E infatti il concerto non sarà il nostro bensì degli agnellini Lettera 22 presso l'ameno Café De La Paix di Recanati (MC), che però sarà lordato da un feat. La Tosse Grassa per un brano su cui non vi svelo nulla. Agnelli!!


Collezionale tutte!! TUUTTTEEEEEEE!!!






martedì 3 aprile 2012

Terminal: i Postumi.

Durante la notte vado in giro a saccheggiar villaggi ma di giorno cerco di persuadere osti timorati di dio (un dio diverso da me) ad ospitare un sermone de LA TOSSE GRASSA nel proprio locale. Per cui eccomi rivolgermi all'Arci Terminal con dei ferri arroventati quando Marco "Sì, sì, subito!", senza farsi ardere nemmeno un pelo. E così sia, venerdì 30 marzo è la data prescelta per Macerata, la capitale. Il concerto è molto atteso, molti ne parlano e adepti da tutte le marche convergeranno qui stasera. Per essere certi che i tempi del soundcheck non si sovrappongano con una cena di 40 civili (che poi si riveleranno non essere esattamente civili) mi reco sul posto con un certo anticipo, ma arrivo in ritardo. Comunque come al solito 20 secondi sono più che sufficienti, per cui attendo l'arrivo del Radical Macabre Tanzkommando, rappresentato questa volta da Tosi e da "Masoschiavo", appena tornato da un corso di aggiornamento a Pechino. Porteranno non una bensì due groupie, una delle quali avrà un compito gravoso: "Tanto non bevo, guido io." Nel frattempo mi ero già sincerato di avere piano B, C e D, chiedendo ospitalità a qualche cultista (inconsapevole) con domicilio a Macerata, anche se siamo a pochi km non si può mai sapere. Anzi, si può.


Notevole sta foto, vero? Ce l'ha fatta Abigail de Tago Mago, un apprendista del Radical Macabre Tanzkommando che presto vedrete in azione. Dopo aver cenato e riconsegnato intonsa una bottiglia d'acqua minerale (ma non le tre bottiglie di vino), siamo pronti per andare a bere. Saccheggiamo il villaggio, ci siam detti, ma non arriveremo lontani, ci fermiamo al primo bar, attratti da una barista lapdancer con incrostazioni di sperma sul viso. Lì incontriamo casualmente un vecchio gestore del Terminal, gli diciamo che faremo uno spettacolo lì e lui scappa per il Brasile senza voltarsi. Negroni numero 1. Vediamo adepti migrare verso il locale da ovunque, quindi torniamo sul luogo del delitto che ci prepariamo a consumare. Negroni numero 2. Il nostro camerino è il bagno, popolato da adorabili fanciulle che mi fermerei volentieri ad adorare, ma il dovere mi chiama sul palco. Si comincia e si fa tutto quello che possiamo nella maniera più orrenda possibile. Negroni numero 3. E pare funzionare. Negroni numero 4. Dopo gran parte dei nostri pezzi (qualcuno si permetterà di apprezzare persino "Bikini Cimitero") decidiamo che i tempi sono maturi per L'ORGIA.


Così scendo dal palco e affronto le chiappe di alcune tra le mie ancelle, come al solito mi scuso se qualcuna è stata trascurata, ma non riesco ad avervi tutte. Compio il rituale trovando visi attoniti (nella foto sotto troverete il nostro Tosi con prigioniera una spaventatissima pulzella, e sullo sfondo Beelzebub bello soddisfatto), culetti sorridenti (le foto le tengo per me) e chiedendomi come se la staranno cavando i miei due scudieri. Quando torno li trovo che stanno stuprando sul palco una povera ragazza. Intervengo e la prendo da dietro. Con nonchalance terminiamo la nostra scaletta e ci rifugiamo nel nostro camerino, cioè il cesso. Ed è il consueto bagno di fica. Le massaie fan la coda per farsi foto con noi, farsi firmare autografi, farsi sgranocchiare i capezzoli, non mi danno nemmeno modo di andare a togliermi l'uniforme e rendermi meno viscoso. Negroni numero 5. Dal fatto che stessi io stesso vendendo i miei cd mi rendo conto che la groupie che doveva tenere la bancarella è missing da un po' di tempo ormai. E' missing anche la tunica di "Masoschiavo", che ha perso rivestendosi con gli abiti di Tosi, che è quindi costretto ad indossare una t-shirt skinny dei Perno. Negroni numero 6. E finisce il Campari.


Ripreso un aspetto umano mi dedico alla mondanità, intrattenendo i miei ospiti con chiacchiere varie. Tosi ormai oscilla pericolosamente, fortunatamente trova sempre le mammelle di una groupie alle quali aggrapparsi. Dopo un po' di vita (anti)sociale decidiamo che è il momento di andarcene, non prima di essermi sincerato di avere un piano B a portata di mano. Anche perché... Dov'è finito "Masoschiavo"? E dov'è finita la groupie autista astemia? La risposta è una sola, stavano copulando nella nostra papamobile, entrambi completamente ubriachi. Sì, anche lei. Il nostro ballerino ci accoglie vomitando 9 Negroni (strano, ne aveva bevuti solo 6), e pensare che l'indomani dovrà mettere dischi insieme a me proprio a un Negroni Party (berrà solo chinotto, state sereni). Visto l'andazzo (guiderà Tosi!!) passo al piano B e rimango a dormire nella capitale. La mattina dopo farò pisciare sotto un cane. Ma questa è un'altra storia.





Intervista per OSSERVATORI ESTERNI.

O.E. Confidential a La Tosse Grassa, one man band marchigiana tra le manifestazioni più allucinanti dell'underground musicale italiano.
La risposta è semplice, e la trovate nell'album d'esordio "TG1", ritratto grottesco dell'Italia di oggi su buffet di bestemmie intelligenti e taglieri di cibo avariato.
Prima iniziare a leggere, ascoltatevi QUESTO PEZZO! Buona fortuna e felice approfondimento.


1. La tua biografia in tre canzoni

La vita artistica de LA TOSSE GRASSA è ancora piuttosto breve, per cui ti rispondo a proposito della mia vita biologica. Missing Persons - "Walking In L.A.". Ero ancora un cucciolo quando vidi in tv una loro esibizione live e ne rimasi folgorato. Da allora decisi che la musica sarebbe stata la mia passione numero uno, e così è stato! Sigue Sigue Sputnik - "Love Missile F1-11". Da questo momento non era più solo ascoltar canzoni e canticchiare, era muovere le chiappe e rock'n'roll!!! Napalm Death - "Walls Of Confinement". Dopo anni e anni di stimoli più o meno feroci provenienti da ovunque questo ascolto fu il primo che mi fece gridare "e sta roba che cazzo è?!". Devo ringraziare Claudio Sorge, che curava l'angoletto di musica estrema in Stereodrome/Planet Rock su Radio Due, poco prima di varare il magazine Rumore.


2. Una frase da T-Shirt

"MI FATE SCHIFO, UMANI DEL CAZZO." Già fatto. E' uno slogan preso dal testo di "Guerra (Termonucleara)", un brano dei Ca.Pe.Al., duo di cui faccio parte addirittura dal 1997 e dei quali fondamentalmente LA TOSSE GRASSA è una conseguenza. Abbiamo prodotto delle felpe da combattimento con stampato il nostro logo e questa frase, che in fondo in fondo è emblema dell'opera di entrambi i progetti musicali. Chi di voi mi ha visto dal vivo probabilmente me l'ha vista addosso prima di indossare la mia uniforme da palcoscenico.


3. Il tuo piatto preferito

Da qualche mese cerco di mangiare relativamente sano, ma non credo proprio che potrei mai dire di no a una bella porzione di cinghiale in salmì! Dovete capire che il cinghiale è il miglior amico dell'uomo. Anzi, forse lo è il maiale, ma il cinghiale è più bello.


4. Il romanzo che ti ha aperto la mente

Quando conclusi la lettura di "American Psycho" di Bret Easton Ellis ero una persona diversa. Ci impiegai sette giorni, sette giorni di malessere passati in uno strano bozzolo emozionale che buttai dopo aver letto che "questa non è un'uscita". Non so se mi ha reso migliore o peggiore, ma sicuramente diverso. La mia mente la consideravo già accogliente, ma dopo questa lettura la porta non c'era praticamente più. Fotti il negro sul muretto, fottilo.


5. Skiantos o Squallor?

Skiantos, senza ombra di dubbio. Chissà, magari un giorno mi ricrederò ma ho sempre visto gli Squallor come una porcheria reazionaria per quei poveri di spirito che ora apprezzano LA TOSSE GRASSA solo perché ha dei testi ricchi di cazzi, fiche e porchiddii. Come se fosse scandaloso, quando invece non è altro che il linguaggio della nostra triviale quotidianità. Però se lo senti dire da un palco ti pare brutto, eh, testa di cazzo? In questo modo gli Squallor e il loro pubblico dimostrarono che davvero non c'era gusto in Italia ad essere intelligenti. Devo però ammettere che ho un debole per il film di "Arrapaho"! Sarà Tinì Cansino, chissà...


6. La band più sopravvalutata del momento (motiva la tua scelta)

Vuoi un nome, vero? Va bene, te ne darò uno, ma sappi che ce ne sono moltissimi (che non nominerò) che puzzano di sopravvalutazione da lontano un miglio, e per questo motivo non li ho mai degnati di uno sguardo perdendo tempo ad ascoltare la loro merda. Per cui il nome che ti farò ha attirato la mia attenzione a sufficienza per farsi ascoltare almeno una volta. Perché aveva davvero un nome del cazzo: Dente. Che più che sopravvalutato è mal valutato: c'è una marea di gentaglia che lo ascolta credendo di avere a che fare con un artista indipendente e alternativo mentre non si rende conto di avere a che fare soltanto con un altro ginopaoli. Se i suoi concerti non fossero pieni di figa col cazzo che ci andreste. Attenzione: il fatto che abbia scelto di fare il nome di Dente e non quello della tua band del cazzo non ti assolve affatto.


7. La band più sottovalutata del momento (motiva la tua scelta)

Tutti i miei artisti preferiti sono sottovalutati, quando vado a vederli non ho mai problemi ad arrivare in prima fila. Forse perché ho dei gusti di merda, ma più probabilmente perché li avete voi. Saprete già che miliardi di mosche preferiscono un bello stronzo a un bel piatto di pasta, no? Per cui ai concerti di Dente è pieno di mosche mentre a quelli di Giancarlo Onorato le mosche se ne vanno a fanculo da un'altra parte. Ecco, ti ho fatto il nome di Giancarlo Onorato, perché è come la Morte, indiscutibilmente sublime e affascinante ma nessuno la ama. Quando suona lui la gente scappa come se ci fosse la morte rossa ma in realtà solo la sua è Musica. Tutto il resto è marketing, anche LA TOSSE GRASSA.


8. Un aggettivo per i tuoi spettacoli live

Inderogabile. Se la prossima volta non vieni e balli finché non ti sudano le chiappe ti vengo a cercare a casa e ti spacco le gambe. E vedi di trovarmi pure una data anche dalle tue parti, che da te hanno bisogno di me.


9. Il riff che ti ha stravolto l'esistenza

Quello di "In-A-Gadda-Da-Vida" degli Iron Butterfly. Da quando lo ascoltai per la prima volta nella colonna sonora di "Manhunter" (film di Michael Mann, prima apparizione cinematografica del personaggio letterario Hannibal Lecter) ne rimasi sconvolto. Le pareti di casa mi si aprirono come in "Hellraiser", entrarono vapori profumati d'incenso e il tempo si fermò. Tuttora ogni volta che lo ascolto vengo circondato da fuochi fatui.


10. TG1 permettendo, cosa guardi in TV?

Il televisore lo utilizzo solo per vederci film, concerti, porno... Certamente non il cibo per cani che viene trasmesso per voi mortali. Tuttavia pranzo spessissimo insieme a mia madre, che è una teenager affamata di tv spazzatura, per cui quasi ogni giorno mi vedo mezza causa di "Forum" senza sapere mai come va a finire perché poi cambia canale per vedersi "Uomini E Donne", un programma che ti aiuta a odiare l'umanità. E anche lì so come iniziano tutte le storie ma non so mai come vanno a finire perché dopo la mela tolgo il disturbo.


11. Il metal in un disco

"Reign In Blood", Slayer, ovvio. Ventotto minuti di niente compromessi. Cattiveria pura, bava alla bocca, cervelli accecati dalla cocaina e velocità superiore ai limiti consentiti dalla normativa vigente. Nonostante abbia meno brufoli di quando lo ascoltai la prima volta e nonostante la montagna di ascolti di qualsiasi genere, è tuttora il mio album preferito, in cima alla piramide. Quando lo ascolto divento pericoloso. Cioè, più del solito.


12. Vino o birra?

Vino, ho fatto la mia scelta. Rosso, preferibilmente marchigiano, preferibilmente Lacrima di Morro D'Alba. Anni fa bevevo anche tantissima birra, ma poi di punto in bianco ho deciso di smettere, come esercizio di volontà. Oggi sono meno gonfio, non bevo praticamente più altro che vino rosso, vino cotto e vino di visciole. Di quest'ultimo ne porto in grembo un litro or ora.


13. Il tuo film horror preferito

Sento di risultare banale nella mia preferenza, ma dover fare gli alternativi per forza dicendo "è banale questo, è banale quello" è una grande stronzata. Nei talk show televisivi quando qualcuno attacca la Chiesa gli dicono che "è banale". Ma è giusto. Per cui ti rispondo "Shining", capolavoro assoluto diretto dal padreterno Stanley Kubrick, che come suo solito ha tramutato in oro un trascurabile romanzo di uno Stephen King acerbetto. La sua regia è sempre talmente perfetta che è impossibile paragonarlo ad altre pellicole dello stesso genere. Per non parlare dell'interpretazione di Jack Nicholson. Non ti dico che so il suo copione a memoria ma quasi! Mi avessi chiesto il mio film horror preferito a parte "Shining" c'avrei pensato di più. Anche Lloyd è d'accordo.


14. I tuoi idoli d'infanzia
 
Idoli? Non credo di averne mai avuti, mai appeso poster in camera di personalità carismatiche al cui cospetto fare "ooh" ad ogni apparizione. Forse qualche personaggio di qualche cartone animato, ne vedevo molti ma non avevo un "mio eroe". Certo, mi piaceva Lamù, ma anche e soprattutto perché era bona, non perché fosse un idolo. Per quel che riguarda la musica durante l'infanzia ascoltavo tutto quello che passava il convento, già con grande passione ma non c'era un artista in particolare per cui tifassi più degli altri. Mai avuto Vasco in vita mia.


15. Se la tua vita fosse un film, chi sarebbe il regista?

Preferirei fosse David Lynch, adoro i suoi ambienti e le sue atmosfere, magari quando divento ricco da far schifo mi faccio arredare casa da lui, ma per ora la mia vita assomiglia più a un film di Álex De La Iglesia. Sporco, grottesco, folle e senza vie di mezzo.




Orazio Martino, OSSERVATORI ESTERNI
www.osservatoriesterni.it

Macondo: i Postumi.

Durante il periodo di Natale 2011 era presente sul territorio nazionale Masochiavo, quello vero, quello senza virgolette, per cui il Macondo di Senigallia decise di approfittarne ospitando un'esibizione dei Ca.Pe.Al., duo extraterrestre che comprende il suddetto Masoschiavo, esule in Francia, e Sadomaster, cioè me. Durante il concerto il feroce Marco Bernacchia, meglio noto come titolare del progetto Above The Tree, preso da trance mixeristica torturò tutto lo show con riverberi, delay e tutti gli effettini che trovava sul banco mixer. Al termine del concerto gli puntammo un coltello alla gola: "Adesso fissi una data anche a LA TOSSE GRASSA, oppure muori." Accettò. La fissammo per venerdì 23 marzo. "E non t'azzardare a spippolare gli effetti, oppure muori." Accettò. Anzi, fece di più: si fece trovare lontano lontanissimo quando la data dello spettacolo arrivò! Meglio così, ora Bernacchia è bello e in salute.

 
Al suo posto trovammo Gianmarco, che il mixer sapeva a malapena accenderlo: il nostro fonico perfetto. Dopo il check fu il momento del fiero pasto. Oltre al Radical Macabre Tanzkommando, per l'occasione rappresentato dal Piccolo Stè e Tosi, era con noi una groupie che mettemmo a giro e offrimmo anche al nostro amico Jesus Franco, quello dei Drogas che, in netto anticipo, venne nel luogo del concerto dopo il nostro ultimo rutto prima di andarcene a bere a spasso per Senigallia. Quando tornammo era il momento di esibirci, e nella sala c'erano delle povere piccole coppiette di avventori innocenti che stavano bevendo vino sorseggiandolo da povere piccole coppette. Nonostante il palco vuoto si resero conto al mio avvicinarmi che qualcosa stava per accadere. "Oh, c'è della musica dal vivo", dissero in accento fighetto. Poi mi ci sono spogliato davanti, e mi sa che devono essersi preoccupati, perché non li ho più visti. Siamo pronti, parte "Burzum" e... Vengono fuori dalle fottute pareti!


Gente che prima non c'era si materializza davanti a noi, attentissima. Conoscono i testi, battono i piedini e qualcuno di loro è anche una bella figa. Facciamo il nostro dovere e riusciamo pure a vendere qualche cd a scena aperta, cosa che capita di rado. Non appena eseguita "Lo Vuoi Nel Culo" qualcuno ne chiede subito il bis. Poverino, deve averne avuto davvero bisogno. Ma noi incuranti del suo agognare proseguiamo con la nostra scaletta mentre il caldo nella sala si faceva davvero sentire, soprattutto sotto la mia cazzo di pelliccia. Durante "Sei Qui Solo Per Le Telecamere" un cultista preparatissimo si avvicina sotto al palco trascinando con se una bella topa. Per un attimo penso "che pensiero gentile", ma poi capisco che l'aveva portata lì solo pera farla apostrofare dal sottoscritto come "quel troiò che c'ha a fianco", allora penso "che pensiero gentile". Terminata la scaletta scappo via verso il piano superiore, e mi seguono, non appena defluiti tutti torno giù e mi cambio. Come dribblare il bis.


Controlliamo bene le nostre tasche, non sia mai che ci sia rimasta in tasca una drink card. Rinvenirla il giorno dopo ormai inutilizzabile sarebbe un evento tragico. Ma noi siamo tipi accorti. Ci sbrighiamo a bere, ché dobbiamo guidare. Ma non siamo nemmeno troppo ubriachi, forse un po' più per gli standard senegalesi ma comunque molto meno per i nostri. Tuttavia per qualche oscuro motivo decidiamo di passare per Marotta prima di tornare a casa. Tutto il tempo del ritorno Tosi lo passa abusando della nostra groupie semisvenuta (ultimamente sta manifestando preoccupanti tendenze necrofile) e architettando con lei complesse tattiche per sfuggire al controllo mio e del Piccolo Stè e quindi appartarsi con costei in maniera più discreta. Però il tutto ad alta voce, con me e il Piccolo Stè che ci guardiamo perplessi. Porcoddio del Degrado aiutaci tu.





lunedì 2 aprile 2012

Recensione di "TG1", da ROCKIT

Elenco sommario dei mali della nostra società: i preti, gli psicofarmaci e il Tg1. La Tosse Grassa li riduce in poltiglia, nemmeno fosse Burzum.
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Vark Vikernes, in arte Burzum, passava il proprio tempo libero a bruciare chiese. Un hobby quantomeno discutibile, le cui origini non sono facili da comprendere: forse sarà stata una scelta di vita o può anche darsi che appiccare il fuoco alla casa di dio possa far comodo per qualche motivo, specie nel caso riuscisse a dare una mano in fase di creazione artistica. Più intuibili le motivazioni che hanno indotto la Tosse Grassa ad aprire il disco d’esordio con una canzone dedicata al metallaro norvegese, con il quale sembra esserci un’unità di intenti riassumibile in una parola d’ordine: distruggere. Non le chiese (quelle del maceratese, a quanto ci risulta, sono ancora più o meno integre) ma la società in cui viviamo, le sue ipocrisie, il suo perbenismo.

Nel ruolo di one-man-band (esattamente come Burzum, quando dici la casualità), Vanni Fabbri prova a ridurre in pezzi il conformismo della nostra italietta affidando la sua cifra stilistica a un mix di violenza verbale e sarcasmo, testi al veleno e fiero anticlericalismo, individuando in preti pedofili, psicofarmaci, informazione dopata (dice qualcosa il titolo del disco?), sessismo e televisione i principali nemici della nostra razionalità Ad ascoltare “Tg1” saltano in mente i Gaznevada degli esordi ma anche Elio e le Storie Tese prima che indossassero i guanti, confronti che poi sfumano di fronte al feroce taglia e incolla operato all’interno delle singole canzoni, piene di spezzoni rubati un po’ dappertutto (si dice ancora campionare?), dal microcosmo metallaro fino al pop da classifica, non disdegnando un massiccio uso del trash più bieco targato anni ’80 (c’è anche il “Gioca Jouer” lì in mezzo, per dire).

Pugni ben assestati dritti nella faccia dell’italiano medio, che rendono l’esordio della Tosse Grassa dissacratorio e straniante, quasi (quasi) come un’opera di Frank Zappa, con la stessa ironia di fondo ma se possibile ancora più feroce. Mezz’ora scarsa per incazzarsi e ridere al tempo stesso delle distorsioni del nostro tempo. Non è poco. Burzum applaudirebbe convinto.




Giuseppe Catani, ROCKIT
www.rockit.it