mercoledì 27 giugno 2012

Intervista per IODIO MAGAZINE.

Ti apro il culto :: Intervista a La Tosse Grassa

Abbiamo intervistato La Tosse Grassa. Non lo conoscete? Forse è meglio per voi. Potreste non essere pronti. È volgare, blasfemo ed offensivo. I suoi testi, che corrono su basi campionate che vanno dal pop, alla dance, all’industrial, sono feroci e scorretti, pugni in faccia al buonismo ed alla morale (con un paio di colpi ben assestati anche alla scena indie italiana). Nel suo primo album, TG1, si parla di clero libidinoso (Padre Mostro), omosessualità gradita (Lo Vuoi nel Culo) e subita (Gay Porn), il fenomeno del groupismo (Sperma d’Artista), informazione malata (TG1), ed altre meraviglie. La Tosse Grassa ti apre il culto, come suole dire. Dal vivo La Tosse si esibisce insieme a due improbabili ballerini, che variano ad ogni show. Spettacoli fantastici, in cui si balla e si ride, un sacco. Meglio però tenere a distanza di sicurezza, bambini, preti e Vasco Brondi.
Saputo che La Tosse Grassa si sarebbe esibito a Campoformido (UD), da lui immediatamente ribattezzata Cloroformio, non abbiamo perso tempo e siamo corsi ad assistere allo show. E così abbiamo fatto due chiacchiere, mentre La Tosse (che poi si chiama Vanni Fabbri, da Recanati, patria del Leopardi, con il quale è aperta la sfida), attendeva l’ora di salire sul palco dissetandosi con svariati vodka tonic. Attenzione: l’intervista è (quasi) seria.

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Com’è nata La Tosse Grassa?

Sono anni che faccio stronzate in musica, in diverse forme, poi all’inizio dell’anno scorso ho deciso di concentrare tutte le forze in questo progetto. L’idea mi è venuta in mente vedendo lo spot dell’Actigrip, lo sciroppo antitosse, che raffigurava la tosse grassa come un mostro verde e incazzato, io ho detto: “voglio essere quello lì, voglio incarnare la quella divinità”, e quindi ho iniziato ad usare le mie influenze stilistiche, unendole testi feroci ed abominevoli in una musica di matrice elettronica, ma che non abbia il minimo sforzo di creazione di nuovi suoni.

TG1 è il tuo primo album; c’è un filo narrativo nella sua creazione?

Io cerco sempre di esplorare tutti i tabù della cultura, della società, quelle cose che nessuno si azzarda nemmeno a nominare, e in cui io mi diverto a sguazzare. È una specie di compito, di missione, raccontare cose che la gente non vuole nemmeno affrontare. In questo primo album i messaggi sono molto primitivi, molto diretti, nel prossimo i messaggi saranno più complessi, fondamentalmente lo spirito è quello. Magari non ci sarà una “Robuste dosi di cazzo”, ma ci saranno cose che spero siano altrettanto potenti.
Nel mio primo album la registrazione è casalinga e volutamente autarchica. Secondo me la voce è una zozzeria. Credo che continuerò in questa via del rozzo, sia a livello di contenuti e di forma. Vorrei condannarmi all’underground.

Nella canzone “Sperma d’artista” ti piace parecchio prendere per il culo gli artisti della scena indipendente italiana… perchè?

Beh è un istinto naturale! Li vedo circolare, spadroneggiare nella scena italiana più o meno meritatamente. È fin troppo facile prenderli per il culo. Ce ne sono alcuni anche meritevoli, altri meno. Alcuni di loro sono nella canzone proprio perché non volevo attaccare i musicisti indipendenti mediocri, volevo attaccare la scena ed il fenomeno del groupismo, l’idolatria che ha un certo pubblico femminile, indipendentemente dal genere che il gruppo suona, sia che se lo meriti o meno. Poi ci sono certi personaggi, tipo Brondi, che non ho nemmeno citato perché era troppo facile.

Tu sei di Recanati, patria di Leopardi. Quanto pessimismo cosmico c’è nella Tosse Grassa?

Credo più o meno lo stesso che c’è in tutti i recanatesi. L’influenza nefasta della gobba del Leopardi c’è l’ha chiunque, dall’ubriacone analfabeta allo studioso. Poi Leopardi non era nemmeno così tanto pessimista, era realista. È lo stesso approccio che ho io, cerco di vedere le cose come sono, chiamarle col proprio nome, senza giri di parole. Io mi ritengo in un certo senso ottimista, faccio queste cose con lo spirito di cambiarle, con o senza speranze di successo. Magari vado a schiantarmi contro un muro, ma pazienza… Aspetterò lo splash!

Ma ti senti più un virus o un anticorpo?

Non so se sono un anticorpo.. sono una cosa che ha tentato di inocularsi in questo sistema, se l’obiettivo è curare o distruggere non so, ma mi sa più distruggere…

Nonostante tutto constatiamo con piacere che suoni parecchio in giro!

Io pensavo di essere più efficace nell’infiltrarmi nella scena indie, invece saltano fuori altre entità che regolarmente mi cercano. Quelli a cui mi propongo invece mi mandano a cagare. In ogni caso ho una certezza: ogni concerto della Tosse Grassa è un concerto in meno per un gruppo di merda.

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Durante l’intervista uno dei ballerini de La Tosse Grassa irrompe a caccia di vodka. Come vedremo sul palco, alla fine l’ha recuperata. QUI trovate il report della serata di Campoformido vista da Vanni, e QUI, se ne avete il coraggio, lo streaming di TG1. Burzum!





Stefano Zadro, IODIO MAGAZINE
www.iodiomagazine.it

La Posta del Cuore de LA TOSSE GRASSA

prima puntata, che potete trovare su roarmagazine.it
se volete sottopormi (e lo volete) la vostria storia peripatetica
scrivete a: caratosse@roarmagazine.it



Mi verrebbe da cominciare subito con una bestemmia, ma dopo pare che ci faccio apposta per essere alla moda, quindi me la tengo, ma offendetevi come se l'avessi detta, che anche qui nel mio sepolcro arrivano delle radiazioni da quell'orrenda palla di fuoco nel cielo che tutto inaridisce. È un caldo bestia, dio porco! Ecco, l'ho detta.
Per chi non mi conoscesse, mi presento. Sono LA TOSSE GRASSA, e sono il tuo prossimo dio (e per pura coincidenza sono anche un porco).
Ancora non te ne sarai accorto, ma il Culto della Tosse Grassa è tutto intorno a te, e anche tu già ne fai parte. Ma tranquillo, sono un dio benevolo, in fondo voglio soltanto l'otto per mille. E sovvertire l'ordine mondiale, tutto, non solo quello nuovo. Comunque, sono così benevolo che ho accettato subito la proposta di queste pecorelle smarrite di Roar Magazine: curare una rubrica di “posta del cuore”. 
Voi mi scrivete dei vostri problemi sentimentali, io mi faccio una grassa risata e poi vi scrivo come stanno le cose veramente. Poi voi fate come credete, continuate a prendervi per il culo, o date retta ai falsi profeti (cioè alla concorrenza), oppure abbandonatevi al Culto e riconoscete che il mio è l'unico vero aiuto sincero (e pertanto crudele) che potrete mai ricevere. Che vi piaccia o no. Di solito no.
Vediamo di chi è la prima letterina che ricevo.

"

Carissima Tosse Grassa, qui Gaetano da Udine:
ho una domanda da farti. È grave se esco con una ragazza e questa, a metà appuntamento, attacca bottone con uno sconosciuto, conosciuto nel bar in cui stiamo passando la serata, non cagandomi per tutto il resto del tempo? 
Sono combattuto .
Mi dico: "non sono il centro del mondo, questa donzella ha diritto di parlare con chi vuole, del resto anch'io sono finito a parlare con un amico" (per ripiegare, ovviamente: per non stare lì impalato come un coglione).
Un'altra parte di me però mi dice: "O 'sta tizia è un po' cafona, o è evidente che non la attizzo manco per il cazzo, o tutte e due le cose. Inutile perdere tempo: se la incontro in giro ci faccio 2 chiacchiere in amicizia, ma nulla più". 
La fanciulla in questione mi attrae abbastanza e mi ha chiesto 
nuovamente di uscire: che faccio? 
Aiuto, Tosse Grassa, aiuto da un tuo fan! Da solo non ce la faccio a farcela!
"
Gae


Caro Gay Tano
, non è che questa fanciulla non c'ha la macchina e vuole solo farsi scarrozzare per andare a caccia di cazzi altrui? 
Lei avrà pure il diritto di parlare con chi vuole ma tu hai pure il diritto di mollarla lì all'autogrill. 
Se non si prostra immediatamente sul tuo cazzo evidentemente l'ha annusato e non l'ha reputato alla sua altezza, per cui va in giro a cercarne di migliori.
 Oppure ti ritiene talmente merce sicura che intanto sfoglia i cataloghi delle altre aziende.
Rimane il fatto che non ti sta succhiando il cazzo. Intendi passare le tue serate così sul divano ad aspettare il momento che ti caghi (dopo ore di cazzi altrui e drink offerti da te) per dirti "ho sonno, portami a casa"?
Alzati mentre sta pasturando con l'altro stronzo, mettile una mano tra le chiappe, di taglio, e sorridente chiedile di offrirti subito un drink. Se ti senti particolarmente audace magari sottolinea il tuo enunziare con un rutto.
 Se son rose fioriranno.

Volete anche voi robuste dosi di Verità? 
Scrivete a: caratosse@roarmagazine.it

Ora.



 


LA TOSSE GRASSA bestemmia in Rai

Per documentare le Finali di Italia Wave - Marche 2012
a cui partecipò, vincendo, anche LA TOSSE GRASSA
(anche se i risultati ufficiali attestano altro)
il TGR - Marche realizza questo servizio
mandato di prima mattina su Raitre.

Pochi secondi de LA TOSSE GRASSA,
ma significativi.











mercoledì 20 giugno 2012

Campoformido: i Postumi.

Folgorato nelle sue terre friulane, colui che diventerà poi il Vescovo DiMitra si prostra al Culto della Tosse Grassa e, saggiamente, si adopera per consentire una calata del Sommo nelle sue terre bilingui. A tal fine impupisce il povero Joe Black, oste di un amato pub udinese devoto al metallo che, cedendo alla propaganda del Vescovo, infilerà LA TOSSE GRASSA nella prima delle tre giornate di festeggiamenti per i suoi 40 anni. La data stabilita è venerdì 15 giugno. Mannaggia, proprio il giorno di San Vito, culmine della fiera per il santo patrono di Recanati, il paesello da cui la nostra spedizione partirà. Con una certa amarezza ci prepariamo moralmente al saltare per quest'anno il 'Rito della Piadina Zozza', ossia circa 50 minuti di fila sotto i fumi di salsicce, cipolle e peperoni soffritti che al termine del supplizio finiranno nella tua struttosa piadina romagnola insieme a robuste dosi di senape. E tabasco. Ce ne facciamo una ragione e si parte alla volta di Campoformido (UD), per i friulani Cjampfuarmit (come potrete vedere consultando anche Vichipedie), per noi Cloroformio, a sud-ovest di Udine. Il Radical Macabre Tanzkommando per l'occasione è composto dal veterano Tosi e dal debuttante Il Ferrari, ma la nostra carovana comprenderà anche una groupie di proprietà di Tosi, che sarà anche addetta a foto e spaccio di cd, spille e magliette!


Si parte di mattina presto perché l'intenzione è di svaccarsi oltremodo nell'ora del pranzo, senza doverci mettere fretta per arrivare a destinazione. Mi consulterò con alcuni cardini della scena indie nazionale, ma l'unico che ci saprà indicare un buon posto per mangiare sarà un metanaro dell'interno veneziano. E fu così che per due soldi ci sbranammo un cavallo e cominciai a tenere la posizione volgarmente detta del '4 di spade' ("the four of spades, the four of spades...") fino al tramonto. Nonostante tutto siamo in anticipo mortale e trascorriamo le ore della canicola a continuare a bere nel centro di Udine, dove scopriamo che una t-shirt bianca con un teschio e du' triangoli può costare 169 euro, un costume da bagno (due pezzi) 300 e un minuscolo vestitino pallettato 580. Peccato non essersi portati tanti soldi, avrei senz'altro fatto spese. Fattasi quell'ora ci dirigiamo nel luogo in cui si terrà il concerto. Sparano. Però sembra sia normale, si tratta di un campo per il tiro a volo (pull!). C'è un palco con tutti i crismi, c'è un fonico non pervenuto e dei permessi ancora meno. Bene, meglio! Il bar ancora non è pronto, per cui andiamo a cazzeggiare un poco in paese, io sempre trasportato a 4 di spade, tanto le condizioni climatiche sono ostili. Tornati sul posto cominciano a suonare i primi artisti. Sfilano un paio di giovani band metalcore, una gustosa band di hard rock'n'roll proveniente dall'Austria (ma comunque da molto più vicino che noi!), poi ancora un paio di band heavy metal... Mmm... Siamo circondati. Ci uccideranno?


Nel frattempo il Vescovo DiMitra ci protegge e ci tratta come quei V.I.P. che siamo, ci sfama, ci disseta, suo sarà il regno dei cieli (capirai che guadagno). Quali musicisti abbiamo diritto a 5 bevute a capoccia, più quelle che ci paghiamo noi di tasca nostra, più una bottiglia di vodka secca (calda) che comprerà Tosi. Ora, dovete sapere che Tosi non è un essere umano. Beve quantità di alcool irreali per tre giorni di seguito senza sentire il bisogno di dormire. Va in giro sulla neve in maglietta. Trapana femmine a tre a tre. E senza droghe o, come minimo, senza droghe che aiutino! Invece Il Ferrari è solo un uomo. Nulla di meno, ma nemmeno nulla di più. Per cui il suo tragico tentativo di tenere il ritmo di Tosi nel mandar giù bevute si rivelerà in seguito fatale. Sale sul palco una band di beat/pop psichedelico stile sixties, che è la prima prova che non siamo gli unici non-metallari in programma. Meglio, così avranno qualcun altro da menare oltre noi. Poi un'altra band di funk/pop/rock che avrà l'ardire di imbastire dibattiti culturali dal palco coi nostri tanzkommander mentre io vado a prepararmi nel nostro camerino: un fazzoletto di boscaglia dietro il generatore che manda avanti la baracca, umidità da Carpazia. E' il momento di salire sul palco. Il Ferrari, a dimostrazione che non ci sta più con la testa, si toglie le mutande e indossa la sua tunica sul nudo pene. Joe Black ci annuncia e siamo caldi, pronti per salire sul palco. Quando parte "Someone Somewhere In Summertime" dei Simple Minds. Gran pezzo. Solo che non è il momento.


In un rapido turbinio di bestemmie riusciamo a risolvere questo piccolo inconveniente tecnico: il dio del Friuli ha trasformato il cd con le nostre basi in "New Gold Dream", ma fortunatamente ne avevamo uno di riserva per cui il miracolo non si è ripetuto una seconda volta e abbiamo iniziato il nostro show. Poco tempo a disposizione, rapidamente snoccioliamo tutti i brani di "TG1" più gli inediti "Pezzi Di Fiche" e "Burzum Due" che per ora paiono essere i più gettonati tra i nuovi pezzi. Sul palco tutto si svolge alla perfezione, per forza di cose (il cd di riserva era quello con lo spettacolo completo) il pubblico subirà anche mezzo secondo degli attacchi dei pezzi che non sentiranno, Il Ferrari mostra a tutti lo scroto, ma il pubblico sembra un po' freddino. Ogni tanto qualcuno si strappa le vesti dall'entusiasmo, è vero, ma poco ballo, poco movimento... Poco male, dato che poi compreranno una barca di gadget, tipo le magliette, che ce ne vogliono 17 per farne una bianca col teschio e du' triangoli. In effetti finito lo spettacolo veniamo accolti da una schiera di devoti: firmiamo autografi, contratti di intestazioni di immobili, giuramenti a ritornare presto in Friuli, ci spiegano che "Robuste Dosi Di Cazzo" in friulano si dice "Oneste Quantità Di Cazzo", e anche il festeggiato Joe Black viene a gridarci il suo tripudio, svelandoci che il pubblico era diviso tra chi si complimentava per la scelta di averci coinvolti, e chi lo voleva morto per lo stesso motivo, tu traditore del sacro verbo del metallo! Terminiamo di bere mentre sul palco sale un'ultima giovanissima band che suonerà un po' di cover di roba moderna. Ci conducono al b&b dove si terrà anche un torneo di fiotti, e dove verranno create abominazioni come la foto sopra, che ritrae Il Ferrari che ha le visioni. Il giorno seguente lunga giornata di viaggio in cui mi comprerò anche una gondola. Ritorneremo.







martedì 19 giugno 2012

Recensione di "TG1", da KATHODIK

Ironia sottile? Nah, e che minchia ci devi fare? Se conoscete cosa può nascondersi dietro al favoloso progetto La Tosse Grassa, vale a dire l'agitatore recanatese Vanni Fabbri, direi che buttarvelo in faccia (o anche da altre parti) è l'unico sostanziale interesse del nostro. Con altisonanti titoli come Lo vuoi nel culo o Robuste Dosi di Cazzo, TG1 è l'orrificante debutto, orgogliosamente composto solo di musiche rubate qui e lì, con tanto di aperto odio verso la SIAE.
L'ammirazione verso il nostro è già ai massimi livelli, ma quando ascolterete i vibranti testi, non potrete che rimanere estasiati per come si adattano perfettamente alle melodie semi industrial/rock del nostro (rectius: degli altri). Dalle tragiche storie del papà che vorrebbe comprare Twilight per i propri figli e invece il nerdaccio di turno gli rifila un dvd di... GAAAAAY POOOOORN, alle riflessioni sulla fame nel mondo. Momenti magici.
Certo, c'è da dire che magicamente il Vanni funziona meglio quando è alle prese con tematiche omosex e compagnia bella, altri brevi pezzi come Psicofarmaco non entusiasmano particolarmente. Eccellente invece la title track dove su una sorta di remix di tutte le sigle dell'omonimo telegiornale, Vanni ci racconta "ti vengono i bozzi, ti casca il pisello, ma il tg1 dice che il nucleare è bello".
Insomma, è roba assolutamente sostanziosa, si ride e si balla, prendetevi anche voi una buona dose di tosse grassa e ascoltatelo in compagnia delle groupie di Drupi.





Damiano Gerli, KATHODIK
www.kathodik.it

mercoledì 13 giugno 2012

Svicolando: i Postumi.

Svicolando è una rassegna di tre giorni di spettacoli di artisti di strada e non solo che si svolge a Montecassiano, simpatico paesello del maceratese noto ai più per le sbronze prese durante le loro rievocazioni storiche medievali: si ricorda sempre quello che si è mangiato e bevuto, mai che spettacoli si sono visti. Beh, quest'anno accade che uno degli organizzatori saggiamente si converte al Culto della Tosse Grassa e pertanto decide di inserire Sua Santità nel programma della manifestazione. Solo che c'è un problema. E' una festa popolare, di quelle che vede numerose famigliole con passeggino, gelatino, croc e colletto alzato, che potrebbero (anzi, dovrebbero) reagire male di fronte a un hulk irsuto che sbraccia e bestemmia vicino allo stand dei dolciumi. Per non parlare di come avrebbero reagito le vecchie del suddetto stand, mi avrebbero tirato gavettoni di pruniolo? E insomma, è andata a finire che si sono inventati il "dopofestival" apposta per me. Alle 2 di notte al Parco del Cerreto, quando i cacacazzi impressionabili saranno andati a dormire, allora potrò uscire dall'oscurità e azzannare i passanti! E così sia, la mia partecipazione è fissata per la data di sabato 9 giugno.


Per l'occasione si risfoderano i membri più richiesti e gettonati del Radical Macabre Tanzkommando, l'immarcescibile Tosi e il professor "Masoschiavo"! Solo che c'è un problema. Si suona alle 2 e noi siamo in paese dalle 20 e qualcosa. Aivoja a bé. Per una fortuita coincidenza l'hostess che ci avrebbe consegnato i buoni pasto si trova presso il 'Punto G', ossia laddove servono la carne alla griglia. Meglio di così non poteva andare! Solo che c'è un problema. La cucina è bloccata, troppe ordinazioni, riprendiamo tra mezzora. No. Se volete andate là ci sono i primi. No. Se volete andate là ci sono i fritti. No. Restiamo lì. In attesa. Armati di vino e di antipasto a base di dolcetti di vecchia, mentre subiamo anche lo show di una band senza vergogna che osa pure suonare un brano degli 883. Dove andremo a finire... Finalmente riusciamo a estorcere una bistecca e una salsiccia minacciando il tipo alla cassa con un coltello, consumiamo il nostro fiero pasto, dopodiché ce ne andiamo a zonzo per la festa, dove tra le altre cose troviamo lo storico capo-ballerino del Radical Macabre Tanzkommando Piccolo Stè che insieme alla Reverenda Nadia Desdemona tenevano una bancarella dove vendevano sapone travestito da formaggio. Dopodiché mi portano a fare un sopralluogo nel posto in cui si terrà il concerto.


Un parco buio pesto, un'insenatura naturale tra le siepi come palco e attrezzature celate sotto sinistri teli di nylon. Beh, direi che va bene, annuisco come un chirurgo che non ne ha la più pallida idea e torno a bere. Il tempo di procacciare groupie per me e i miei complici che subito si converge al bar della piazza, dove sul palco principale sta per esibirsi un gruppo folk di quelli "vino e cazzo dritto", che servono solamente a far ballare le strappone freak, e di conseguenza anche i maschi allupati alla loro corte, che si fingono sereni, ubriachi e scalzi. Un caffè e un Varnelli, grazie, faccio io col mio mezzo metro di anfibi. Dopo una breve sosta recupero il Tosi, che stava ballando fingendosi sereno, ubriaco e scalzo e andiamo a recuperare le attrezzature per portarle dalla macchina al luogo del delitto. Poi ci dividiamo. Io a settare il palco, checkare il suono e accendere i due neon che saranno la nostra illuminazione, una groupie a cucire una bandiera e i due tanzkommander a far proselitismo in centro. Torneranno rotolando per i greppi più tardi, quando ormai li avevamo dati per persi e stavo già accettando il loro triste destino nominando dei sostituti. E' il momento di iniziare. Arriva l'apetto con la birra che lotta per la corrente. Arriva pubblico a frotte. Prima stavano tutti dentro le mura del paesello poi una metà, quella sana, se ne va a dormire, mentre l'altra, quella sbronza lercia, viene a vedere La Tosse Grassa. E la metà sbronza lercia è mooolto numerosa.


La natura ci è ostile, una delle due casse soffre decisamente troppo sotto i miei colpi di cassa, l'effetto larsen impera, siamo circondati da mosconi grossi come noci e la mia pelliccia è stata contaminata dai rovi, che si sono insinuati come pidocchi nei più oscuri anfratti pelosi del mio costume di scena. Ma il pubblico è caldissimo e prontissimo: trovarseli tutti lì davanti e già ubriachi è stato meraviglioso. Solo una mamma tappa gli occhi e le orecchie al proprio bambino e se lo porta via... Poverina, capita di sbagliare concerto, che si manifesta come il protrarsi di un continuo delirio, un reciproco scambiarsi effetti dell'intossicazione da alcool, che venivano costantemente alimentati dal provvido birraio a bordo palco. All'orizzonte dei pellegrini marciavano da Macerata a Loreto, li apostrofo gridando che come al solito stavano sbagliando cappella. Al termine dello show ne vogliono ancora, e fornisco loro una doppia porzione di "Robuste Dosi di Cazzo". Che diventerà tripla quando mi si accosterà un sedicente famoso cantante giamaicano che mi chiederà di improvvisare un rap ("improvvisa" lo stesso da anni, poi mi diranno) sulla base della suddetta "Robuste Dosi...". Il pubblico è talmente ubriaco che apprezza. Anzi, è talmente ubriaco da comprarmi anche delle magliette e da continuare a ballare con la musica che ci sarà dopo: due brani di musica medievale che si ripeteranno in loop all'infinito. Io e i miei ci dedichiamo al cannibalismo, che st'anno va di moda, dando il nostro contributo all'apocalisse zombie, dopodiché all'alba faremo ritorno nel nostro sepolcro. Anche stavolta abbiamo lasciato il segno.






lunedì 11 giugno 2012

Trodica di Morrovalle: i Postumi.

Madonna, è passato quasi un mese, di rado mi faccio attendere così tanto per dei postumi (sempre se ne ho reperti: se non ne ho state aspettando invano!). Ma va bè, sono stato in viaggio, la bella stagione, l'incendio al granaio, le cavallette... E insomma eccomi qua in differita a raccontarvi della calata de LA TOSSE GRASSA nella ridente valle di Trodica di Morrovalle (MC)! Bizzarro borgo con più estetiste che bar, e infatti anche il più insospettabile cittadino del posto ha le sopracciglia rifatte. Probabilmente anche Carnuà, aka Jon Tanfo, frontman della punk rock band Farmacia Comunale, nonché oste del neonato pub Drunk In Public, sorto nel proprio garage, che come insegna ha un televisore a tubo catodico sintonizzato sul nulla con sopra la scritta "Open" composta con del nastro isolante nero. Ben più visibile l'insegna dell'adiacente coiffeur Piero e Gigi, uno dei quali dovrebbe essere papà Tanfo, almeno così mi dicono. Comunque, avendo saputo che il soggetto in questione ha aperto questo pub subito mi appresto a contattarlo, quand'è che all'improvviso mi precede cogliendomi di sorpresa, ricordo, mentre stavo preparandomi ad umiliare le altre band in concorso per la finale di Italia Wave - Marche: "Ho saputo che il soggetto in questione ha un progetto musicale chiamato La Tosse Grassa, lo voglio nel mio pub!". E sia, data fissata per venerdì 18 maggio.


Non manca che reclutare il Radical Macabre Tanzkommando per l'occasione, e la scelta cadrà su due ggiovani: il mio quasi coetaneo Breezer e il debuttante Nfo, che di giorno porta ambulanze mentre la notte ci si carica da solo. Pronti per la partenza io e Breezer ci lanciamo alla volta dell'esotica località di Trodica, Nfo invece ci raggiungerà più tardi accompagnato dalla sua groupie personale. Arriviamo sul posto, che naturalmente non vediamo affatto, però vediamo l'insegna di Piero e Gigi e, soprattutto, l'inconfondibile cresta glow-in-the-dark del proprietario del pub che armeggia con tavoli e panche e pertanto ci indica che siamo arrivati. Parcheggiamo, saluti e baci e diamo uno sguardo al posto. E' grande quanto camera mia, solo che al posto delle cataste di libri, dischi e sex toys c'è gente che beve e la barista figa. I poster dei gruppi punk invece ce l'ho pure io. Più o meno. Bene, mi sembra che siamo pronti per magnà. E subito mamma Tanfo ci procura pasta al fumè abbondante per tre (anche se siamo in due) accompagnata da un robusto vì de casa, che apprezzo in gran quantità. L'arrivo dal cielo del nostro fotoreporter roditore Abigail de Tago Mago ci salva la vita, dato che si unisce al nostro desco e si magna un po' di quel ben di dio. Bene, mi sembra che siamo pronti per digerire.


Facciamo il giro dell'isolato e andiamo a prenderci il caffè in un circoletto gestito da un giocatore di una squadra di calcio marchigiana abbastanza in forma, e subito Breezer se ne innamora. Dovete sapere che la domenica pomeriggio il nostro Breezer ha il viziaccio di commentare in diretta le partite di calcio della regione, per cui questo bel maschione se lo vede sempre passare davanti ma non gli si è mai dichiarato. Stasera carramba!, è il momento. Io e Abigail ce ne andiamo di soppiatto lasciando i due a cinguettare e ce ne andiamo a farci il coffee slayer in un posto meravigliosamente truzzo che si situa proprio nell'incrocio che è anche il centro storico di Trodica, un bar chic che due anni fa fu anche teatro di una interessante rassegna di musica d'avanguardia... Uno scherzo della natura. Ora tutto è nella norma: si ascolta in eterno house distorta, perché le casse non reggono. Una ciambellina al vì cotto e torniamo al Drunk In Public a vedere che aria tira. Ritroviamo Breezer tutto scapecciato e Nfo, che nel frattempo era arrivato, oltre ai primi esemplari di pubblico: alcuni cultisti già noti, tanzkommander in libera uscita e qualche nuovo adepto che stasera verrà battezzato. Tra questi una vecchia gloria della scena proto-punk locale che ci racconta di quando ha fatto la Resistenza ma che poi non vedremo più. Gli avremo fatto così cagare? Probabile.


Bene, mi sembra che siamo pronti per lo spettacolo. Nel frattempo prima tra un bicchiere e l'altro avevamo anche fatto il soundcheck, tutto a posto, per cui si parte subito a bomba uscendo dalla porta accanto: il nostro camerino stavolta era l'atrio di casa Tanfo! Tutto scorre liscio, devo ammettere che Breezer con l'esperienza piano piano diventa più sciolto, ma non è vero. Nfo pure, per essere la sua prima volta si è difeso egregiamente, come dimostra il suo entusiasmo immortalato nelle foto. Il pubblico è diviso tra gente che canta a squarciagola i testi a memoria (mentre io su certi ancora m'impappino) e individui locali che mai prima avevano assistito a una roba del genere e ci guardano con gli occhi sgranati interrogando il vicino: "ma ha bestemmiato davvero?". In fondo all'aula ci sono alcuni metallari divisi anche loro: qualcuno fa headbanging in segno di approvazione altri scuotono la testa in segno di disapprovazione. Ma suvvia, non si può piacere a tutti, mi basta tua sorella. Il concerto finisce e subito subito prima di rilassarci il pubblico feroce ci richiama perché vuole riascoltare "Burzum Due". Li accontentiamo e poi ci andiamo a cambiare. Ci facciamo un'ultima bevuta dopodiché salutiamo tutti e ce ne andiamo. Dimenticandoci Breezer e una cintura.







sabato 9 giugno 2012

Da oggi esiste la T-Shirt di "TG1"!

La vuoi, eh? Può essere tua quando vuoi, c'è anche della tua taglia
e costa solo 10 miseri neuri!


Così come la vedi, in viola funebre,
col Che in versione Radical Macabre e logo bianco
come da album.
Raïs escluso.




Recensione di "TG1", da OCA NERA

La Tosse Grassa, uno dei tanti progetti di Vanni Fabbri, e il suo TG1.
Che dire? Mi domando se ci sia veramente il bisogno di album del genere.
Campionamenti e voce, con chiari riferimenti a pezzi rubacchiati qua e là e riciclati in maniera sì, originale, ma…a che pro?
La voglia di voler essere un sovvertitore dello stato delle cose porta l’autore ad affrontare argomenti anche scomodi in maniera sbagliata.
Presentare brani come Lo vuoi nel culo o Robuste dosi di cazzo serve più a stuzzicare la curiosità di quindicenni in crisi ormonale che non altri.
Odiare tutto e tutti, a tutti i costi, non fa più tendenza.
L’avere idee e la possibilità di esprimerle dovrebbe essere sfruttata in maniera migliore.
 
 
 
 
 
Andrea Fiaschetti, OCA NERA
ocanerarock.wordpress.com