mercoledì 25 novembre 2015

Recensione di "TG5", da DISTORSIONI

Dalle avanguardie storiche alle avanguardie statiche. “TG5”, Il quinto disco di La Tosse Grassa è la consueta incrostazione di loop rappresi in grado di trasmettere infezioni linguistiche provenienti dalla più oscura provincia. Anche l’ironia è lorda e appestata dal tanfo di posture della logica assunte solo in alcuni caratteristici bar ben individuabili dalla presenza di singolari panni in plastica fiorata a coprire tavoli da plastica non fiorata. Girone della Merda racconta di conversazioni orecchiate e di polisemicità indotta da assenza di pensiero. Se nel girone della merda di pasoliniana memoria i protagonisti erano indotti a mangiare escrementi di produzione propria nello stesso girone de La Tosse Grassa assistiamo al processo di espulsione di ciò che era stato ingurgitato, la merda si fa verbo. E il verbo si fa carne nel Metanaro, uno sberleffo al vezzo blasé per lo scrostato e il malaticcio vero cavallo di battaglia dei flaneur di ogni epoca e di ogni grado di maledizione; Metanaro è un inno alla decadenza tardo industriale e ai detriti intellettuali lasciati dalla piena Tondelliana di qualche anno fa.

La Tosse Grassa non risparmia nessuno, lancia anatemi, apostrofa senza ritegno, si fa gioco di ogni velleità e ha la serietà per non averne alcuna. È inutile andare a ricercare i nomi e cognomi (Brondi, Offlaga Disco Pax, Ligabue) ma non perché la Tosse Grassa non ne faccia, ma perché ne fa troppi, le citazioni si rincorrono e i riferimenti esorbitanti ed esagitati fanno di questo brano e di “TG5” la più grande opera post-moderna fuori tempo massimo mai comparsa in Italia. E beninteso, senza alcun sarcasmo. Tanto più che “TG5” è frutto di un'ossessiva cura del frammento sonoro/linguistico. Non importa sapere da dove proviene cosa perché ogni copia/incolla è la costruzione di un nuovo mondo in cui ogni riferimento non ha più senso se non nel nuovo orizzonte. È il caso di Solo Battisti, un concentrato di luoghi comuni della canzone rock che si lascia apprezzare per essere un collage dada di frasi estrapolate dalla grande produzione Battisti/Mogol. Allo stesso modo la costruzione musicale complessiva fatta di campionamenti selvaggi, ripetitivi, accostati spesso senza alcuna necessità narrativa ne fanno l’imitazione sguaiata di una imitazione sguaiata (il pop commerciale vagamente dance).

E da “TG5” se ne esce con la stessa felicità imberbe che ci accompagnava tornando a casa dopo una giornata passata sulle macchine a scontro nella festa del paese: le mani nelle tasche vuote e la sensazione che tutto sarebbe stato diverso se la coda di volpe dei calcinculo lì in alto non ci fosse sfuggita proprio all’ultimo per pochi millimetri.




Luca Gori, DISTORSIONI
www.distorsioni.net

martedì 10 novembre 2015

Recensione di "TG5", da ROCKIT

Dopo cinque anni e altrettanti album, è arrivato il momento di avanzare qualche perplessità sulla produzione di Vanni Fabbri, aka La Tosse Grassa. Uno che non ha mai saputo rinnovarsi di un millimetro: stesse situazioni, stessi mash-up, stesse bestemmie. Ecco, pensate sul serio che una critica simile possa essere mossa nei confronti del musicista marchigiano? Dai, facciamo i seri: qualcuno pretende forse che un giorno Fedez (nome scelto non a caso) possa convertirsi alla tradizione klezmer o che Zucchero la finisca di scopiazzare gli spartiti altrui? E allora perché non dare a La Tosse Grassa quel che è della Tosse Grassa? Perché non riconoscere che la sua formula continua a funzionare? Perché non ammettere che i suoi copia e incolla sono efficaci come sempre?

Da queste parti non c’è problema. Facile definire “TG5” come il solito condensato di musica altrui rimescolato nell’usuale modo scientifico, accompagnato dalla competenza e dalla genialità alle quali Vanni ci ha abituato. Il gioco di riconoscere chi e cosa si nasconde tra le canzoni della Tosse Grassa è un must. Anche stavolta il divertimento è assicurato, citazioni d’obbligo per l’“esordio” dei Velvet Underground e per l’inserimento della sigla dello spot (quello degli anni ’70) del Fernet Branca. Ma in mezzo al calderone c’è tanto, tanto di più.

Anche la veemenza dei testi del Fabbri gioca un ruolo fondamentale: irriverenti e sporcaccioni, autoironici (“Sono io l’autocritico musicale”), spesso legati al natio borgo selvaggio e dintorni. Tuttavia non sempre facili da comprendere (come “Solo Battisti”, un collage di frasi e titoli di canzoni made by Mogol) e forse un pizzico meno brutali che in passato: mancano pezzi come “Lo vuoi nel culo”, o “Matrimonio gay”, peraltro assurti a ruolo di classici. Tutto quel che volete, ma non si dica che la Tosse Grassa non sia in grado di andare oltre se stesso: non è quel che cerca. E, soprattutto, non è quel che il suo zoccolo duro ha intenzione di chiedergli.




Giuseppe Catani, ROCKIT
www.rockit.it

lunedì 9 novembre 2015

Sono Io L'Autocritica Musicale

Ed eccoci qua, giunti alfine al traguardo! Questo è l'ultimo lunedì in cui vi farò dono di brani tratti dall'ultimo album de La Tosse Grassa perché siamo giunti al dodicesimo brano, l'ultimo, vale a dire "SONO IO L'AUTOCRITICA MUSICALE". Mi esce una lacrimuccia, anche perché ho una palpebra gonfia dall'alcole. Poi mi passa. E voi? Come farete? Qualcosa ci inventeremo, voi nel dubbio organizzatemi degli spettacoli dal macellaio sotto casa.
Che il Porcoddìo del Degrado sia con voi!


il pezzo:






il testo:



allora, cosa dire di questo disco di ltg
al quinto appuntamento sulla lunga distanza
sempre lo stesso stile come gli ac/dc
l'unica novità è che gli è cresciuta la panza

la formula non è cambiata, siamo abituati ormai
dodici canzoni che parlano di gente coi guai
un mashup mediamente di buona qualità
su cui si poggia una voce come sempre pessima

non è solo un difetto di missaggio e di registrazione
è che il nostro ha problemi con tempo e intonazione
nonostante ciò si ostina a vedersi tra i bardi
sarà perché abita vicino casa leopardi

però le canto
e pure tanto
alza il volume
spacca l'impianto

però le ballo
anche se è callo
me ce mbriaco
e me ce sballo

poi che palle quando fa l'autoreferenziale
la canzone recensione ne è un esempio palese
vuole fare il brillante però gli viene male
con quell'ironia sessista, provinciale e borghese

per il pubblico del trash non sarà soddisfacente
non c'è un brano sulle ruspe e bestemmie poco o niente
tuttavia sui contenuti non si è regolato affatto
tocca temi delicati col suo solito tatto

oltremodo negatìvo e deprimente il ton
forse avrà ascoltato troppo i dischi dei darkthrone
ci viene il dubbio che il tipo sia proprio psicopatico
la cosa preoccupante è che a qualcuno sta simpatico

però le canto
e pure tanto
alza il volume
spacca l'impianto

però le ballo
anche se è callo
me ce mbriaco
e me ce sballo

per finire due parole su quell'espediente paraculo
del voler citare a tutti i costi gli swans

per non parlare poi del momento doppiamente paraculo
quando cita il fatto che prima aveva citato gli swans
e per giunta infila in maniera forzata le frasi nelle strofe
anche se stando a metrica e rima non ci vanno per un cazzo

però le canto
e pure tanto
alza il volume
spacca l'impianto

però le ballo
anche se è callo
me ce mbriaco
e me ce sballo

quanto me gusta
ma quant'è bello
se non te piace
pocciame u cello



gli ingredienti:



Ligabue - "Libera Nos A Malo" (1991)
https://www.youtube.com/watch?v=NpVcuUHJTEw

Mimmo Amerelli - "Alla Consolle" (1999)
https://www.youtube.com/watch?v=BxJe3pATUvI

Lili & Susie - "Oh Mama" (1987)
https://www.youtube.com/watch?v=cssP_w230z8

Billy More - "Up & Down (Do Not Fall In Love With Me) (Pulsedriver Remix)" (2000)
https://www.youtube.com/watch?v=mBQ1ZFAcPbg







lunedì 2 novembre 2015

Featuring Fedez

Caspiterina! Siamo sopravvissuti pure alla sequela di streghe, santi e morti! O meglio, il giorno dei morti è oggi ma è lunedì, mi sento abbastanza fuori pericolo. Nel dubbio però non perdo troppo tempo e vi faccio subito dono di "FEATURING FEDEZ", che è il penultimo brano di "TG5", quinto album de La Tosse Grassa. Ciò implica che con lunedì prossimo con la dodicesima traccia avremo finito.
Vi mancherò?


il pezzo:







il testo:



nel 120.000 avanti cristo niente stronzi come me
non c'era nemmeno signorini, nienti dischi con fedez
col video
in heavy rotation

ho fatto un disco con fedez
ho rotto un disco con fedez
ho fatto un disco con fedez
ho rotto un disco con fedez
olfatto un disco con fedez
arlotto un disco con fedez
abbatto un disco con fedez
alberto un disco con fedez
a posto un disco con fedez
orlando un disco con fedez
opossum disco con fedez
amianto un disco con fedez
aborto un disco con fedez
ho fatto un disco con fedez
ho fatto un lp

brucio le tappe, calpesto le piante
mi faccio una carriera rovistando così

comincio da x factor, poi c'è sanremo
poi agon channel e finisco coi materassi

in mezzo c'infilo un duetto con jovanardi
una rissa coi camillas ed esplodo due petardi

poi una grande uscita di scena morendo in disgrazia
pisciandomi addosso tra i cronici
di beverly hills

ho fatto un disco con fedez
ho rotto un disco con fedez

ho fatto un disco con fedez
ho rotto un disco con fedez

ho fatto un disco con fedez
ho rotto un disco con fedez
ho fatto un disco con fedez
ho rotto un disco con fedez
olfatto un disco con fedez
arlotto un disco con fedez
abbatto un disco con fedez
alberto un disco con fedez
a posto un disco con fedez
orlando un disco con fedez
opossum disco con fedez
amianto un disco con fedez
aborto un disco con fedez
ho fatto un disco con fedez
ho rotto un disco con fedez
ho rotto un disco con fedez



gli ingredienti:



Randy Weston - "In Memory Of" (1973)
https://www.youtube.com/watch?v=IaOjYPbyiDU

ZZ Top - "Sharp Dressed Man" (1983)
https://www.youtube.com/watch?v=7wRHBLwpASw

Fedez - "Alfonso Signorini (Eroe Nazionale)" (2013)
https://www.youtube.com/watch?v=pg1nssG_Z-8

Lipps Inc - "Funky Town" (1980)
https://www.youtube.com/watch?v=lQWHKI_6AvU

Mike Mareen - "Love Spy (The Badman-Mix)" (1986)
https://www.youtube.com/watch?v=c5k_Ud3nJ-Q