venerdì 17 febbraio 2017

Intervista per UNpure.

Il Culto del degrado – Interviste – La Tosse Grassa

Ad Agosto 2016 è uscito STUDIO APERTO, sesto album in sei anni de La Tosse Grassa, alias il marchigiano Vanni Fabbri, corpulento musicista/dj di Recanati sconosciuto ai più ma letteralmente idolatrato da un’agguerrita schiera di fan, tanto da poter parlare tranquillamente di culto (della Tosse Grassa appunto). Avatar del cosiddetto “Porcoddìo del Degrado”, come ci spiegherà egli stesso nel corso dell’intervista, dotato di un’enciclopedica conoscenza musicale, i suoi album (il primo, “Tg1”, è del 2011, “Tg2” del 2012 e così via fino a quest’ultimo capitolo) sono un mash up di campionamenti d’origine controllata, brani stra-famosi mescolati ad oscure songs underground fanno da colonna sonora a testi che è un eufemismo definire “irriverenti”, mentre i suoi live altro non sono che un selvaggio e alcolico karaoke-cabaret, occasione in cui è accompagnato da un corpo di ballo decisamente sui generis , il Radical Macabre Tanzkommando. STUDIO APERTO non è solo l’ultimo lavoro in ordine cronologico ma, come dichiara lo stesso Fabbri dal suo blog (latossegrassa.net), quello conclusivo, uno spartiacque che delimita il “prima” e il “dopo” l’esalogia dei suoi album. Quella che segue è la trascrizione della conversazione epistolare (modo fico per dire che “chattavamo”) che ho avuto con questo pittoresco personaggio.


COME MAI LA TOSSE GRASSA RIFIUTA CATEGORICAMENTE L’USO DEGLI STRUMENTI MUSICALI?

Allora… per anni ho suonato in vari progettini più o meno seri, più o meno commerciabili e, forse perché sono ipercritico io, il risultato lo trovavo sempre mediocre o poco più, derivativo e facente comunque riferimento a qualcun altro che lo faceva meglio. Poi ho lavorato in veste di promoter per svariati locali e localini nella zona, facendo suonare decine e decine di artisti locali, nazionali e internazionali che facevano musica mediocre o poco più, derivativa e facente comunque riferimento a qualcun altro che lo faceva meglio. Le eccezioni si contavano sulle dita di una mano monca, quindi che fare? cos’è che mi riesce meglio davvero? a cosa sono votato da sempre? a caos e distruzione. Per cui ho scelto di ritagliarmi una nicchia in cui ero io l’unico a produrre un certo tipo di materiale, in cui non potevo essere secondo a nessuno, d’altronde essendo un dio… ho scelto di voltare le spalle all’universo della musica come l’avevo conosciuto e di distruggerlo, rifiutando totalmente l’utilizzo di strumenti musicali, anche elettronici, anzi, maltrattando chi lo fa, gente obsoleta che ancora non ha accettato la rivoluzione apportata da me, atta a nullificare la vostra squallida e inutile vanità applicata allo strumento e i vostri patetici sforzi nel tentativo di creare qualcosa di nuovo che se va bene l’ha già fatto Bach nel ‘700.Tutto ciò che di interessante si poteva fare è già stato fatto, possiamo solo involvere ormai, attendendo con ansia l’apocalisse.Rifiuto l’idea di comporre nuova musica producendo note o sequenze ritmiche ex novo e mi propongo di usare come elementi soltanto, da autentico parassita della società quale io sono, musica già prodotta e pubblicata da altri artisti più o meno conosciuti, con le stesse modalità criminali con cui mi sono procurato il disco dei dead witches che sto ascoltando ora.

PERCHE’ I TUOI BRANI TRATTANO SOLO TEMI FORTI E PIU’ O MENO TABU’?

Perché sono gli unici temi che valga la pena di trattare. A che serve un altro che scriva banali canzoni d’amore, canzoni impegnate con la solita retorica del sol dell’avvenir o peggio ancora una storia di cappa e spada che si svolge in un universo che esiste solo nella mia testa? Verissimo che una canzone debba avere un messaggio, trovo che sia responsabilità di ogni artista far sì che questa opportunità non venga sprecata, penso davvero che la musica possa cambiare il mondo. Penso che anche il terrorismo possa cambiare il mondo, ma non ho il fisico del guerrigliero, ho paura di farmi male in maniere poco piacevoli e di perdere la libertà facendomi beccare, per cui invece di darmi alla lotta armata vi rovino la festa con tattiche del terrore, ma invece che con le bombe o i gas nervini lo faccio con delle canzoni, così siamo contenti tutti, no? considerate poi quanto sono buono, potrei aver scelto come forma il rumore estremo à la whitehouse, e invece no, vi canto canzoncine orecchiabili che poi vi ritrovate a canticchiare sotto la doccia senza nemmeno rendervi conto delle aberrazioni che state recitando, non è meraviglioso?

C’E’ UN PARTICOLARE SIGNIFICATO ESOTERICO (O PERSONALE) NELL’ESALOGIA O E’ UN NUMERO A CASO?

Ci sono gesti, simboli e numeri ricorrenti nella mia opera. Ogni gesto che ho deciso di compiere è magia, anche perché sono un dio, ve l’ho già detto, vero? Dall’inizio è stato deciso che avrei realizzato 6 album in 6 anni, che ogni album avrebbe dovuto contenere 12 brani mentre ogni live ne avrebbe dovuti contenere 18, c’è un motivo particolare? non che io sappia, ma forse sono io stesso manipolato dal cazzo che te se frega, che nel mio caso è il Porcoddìo del Degrado. La motivazione razionale è che intendevo fare sei album dedicati ai principali tg nazionali, e con principali intendo quelli che in qualche modo ho vissuto nella mia età formativa: i tre dei canali rai e i tre dei canali fininvest/mediaset. Quindi no, non ci sarà nessun tg la7, ché quando è sorto io ero già bello che rovinato. Ehi, poi hai notato che tg e Tosse Grassa hanno le stesse iniziali? pure Throbbing Gristle. Coincidenze? io non credo.

CHI O COSA E’ IL PORCODDIO DEL DEGRADO E CHE RUOLO HA NELLA TUA VITA?

Il Porcoddìo del Degrado sono io, ma è ovunque, è tutto intorno a te. è quello che ti dice “bevi ancora”, che ti fa trovare soldi per terra, che da ubriaco ti fa ballare benissimo e che ti parcheggia a casa la macchina, e quando la mattina dopo ti chiedi come cazzo sia possibile che sei ancora vivo e non ti ricordi niente però al tuo fianco c’è un cesso abominevole che ieri sera il Porcoddìo del Degrado ti faceva apparire come una venere… ecco, ora sai chi ringraziare. Io sono solo un suo avatar, non credo nemmeno di essere l’unico, ma egli è l’entità superiore che veglia sul nostro gioire irresponsabile.

COME COMPONI I MASH UP? HAI CONSOLIDATO UN METODO ?

Non c’è un metodo preciso. A volte in modo del tutto spontaneo mi si apre un pop-up nel cervello che mi dice che un certo mash-up sarebbe bellissimo, allora corro in studio a verificare se può funzionare, e il più delle volte lo fa; altre volte mi trovo casualmente immerso nel logorio della vita moderna senza nemmeno un Cynar e sento l’altoparlante del comune che manda Beniamino Gigli, lo stereo del bar che manda i Vive la Fete e l’autoradio del grezzo di turno con Antonello Venditti, e io sono così pervertito che mi piace e prendo appunti, per giunta. Altre volte uso l’approccio scientifico e mi pongo davanti al software con atteggiamento di sfida ravanando nel calderone in cui ho archiviato tutta la musica mai prodotta del genere umano finché non sono soddisfatto di quello che esce fuori. Ovviamente è così che nascono i miei brani peggiori, peccato che non esistono dato che scrivo solo hit.

C’è UN SIGNIFICATO PARTICOLARE NELLA COPERTINA DI STUDIO APERTO? CHI SONO I TIZI IN COPERTINA?

Studio Aperto è l’album dell’insoddisfazione: innanzitutto non s’intitola TG6, e già la cosa si spera vi metta un minimo a disagio. Intendevo arrecarvi disappunto anche con la grafica di copertina, interrompendo quindi il ciclo di primi piani iconici che caratterizzavano la mia opera fino a quel momento, oh, mio dio, non sono stato prevedibile e ora vi duole il pancino? bene. Ma l’insoddisfazione è anche mia: l’obiettivo era fotografare un’autentica polaroid disposta sopra un prato verde, ma la produzione (cioè me) mi metteva il fiato sul collo, era impaziente e voleva dei risultati in tempi brevi, per cui tra la pigrizia e… come si dice quando una cosa la potresti anche fare ma la voglia di non affrontarne le complicazioni ti conduce all’inazione? ecco, la pigrizia… ho realizzato una polaroid con photoshop (5.0 piratato, ovviamente) e sempre con lo stesso software l’ho disposta su un prato di erba sintetica a bassa risoluzione. Stavolta soffro con voi. Passando alla seconda parte della domanda , i tizi in questione sono i Voivod, la storica band canadese di thrash metal avanguardista che citavo invitando garbatamente al loro ascolto i miei antagonisti in Sei Qui Solo Per Le Telecamere, dal primo album. E il cerchio si chiude. Inoltre in Sono Io Quelli Che Restano, brano di chiusura di quest’ultimo album, è contenuto proprio un riff campionato da un vecchio brano dei suddetti Voivod e, mi ripeto, il cerchio si chiude.

PROGETTI PER IL FUTURO?

Conclusosi il piano sessennale de La Tosse Grassa, che prevedeva appunto la realizzazione di questi sei album dedicati ai tg nazionali , ora La Tosse Grassa entra in quella che io chiamo “fase fuffa”; pertanto comincerò a produrre e pubblicare una serie di dischi inutili come quelli che pubblicano normalmente gli artisti a fine carriera e che poi trovate in offerta nei cesti degli autogrill: il disco di cover, il live, il disco di duetti, il best of, il disco di natale, le versioni karaoke, i remix, il box con l’opera omnia, ecc. Non escludo l’uscita di un nuovo album di inediti ma ho dissolto gli impegni contrattuali con me stesso, non mi sento più obbligato a fare uscire un nuovo album ogni 13 agosto. Tuttavia la mia attività live non s’interromperà, non s’interromperà mai, come quella di Al Bano, né si placherà la mia ansia di distruzione: tra i buoni propositi per il 2017 c’è infatti il potenziamento del PDDD Network, vale a dire quello che ci auspichiamo diventerà uno starsystem alternativo sia al mainstream che alla scena cosiddetta indipendente, con nuovi attori del Degrado generati al solo scopo di saturare il mercato e farsi odiare da quei poveracci che ancora si ostinano a suonare e fare le prove. Ora esco e bevo anche per loro, poverini.
 



Davide Micciché, UNPURE
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