Ultima, orripilante creatura incarnata dal recanatese
Vanni Fabbri,
noto agitatore dell'underground locale: produttore delle fanzines Anti e
Shapeless, giornalista sulle pagine di Music Club, organizzatore di
eventi con la sua
Mukkake Agency ed infine predicatore del caos con i live set a nome
Dj Smegma. Proprio da quest'ultima esperienza prende il via il progetto
La Tosse Grassa, in cui il nostro frulla di tutto in convincenti mash-up, dagli Einsturzende Neubauten a
Eye of the tiger, da Tricarico al
Gioca Jouer,
dai B-52's al metal più becero, dalle sigle di telegiornale alla disco
'70 e '80. E su questi mostri sonori vomita i suoi testi imbottiti di
violenza, pornografia e bestemmie, in modo tanto offensivo e violento
quanto comico e surreale, sbattendo in faccia all'ascoltatore tutta la
sua scorrettezza senza remora o inibizione alcuna. Ce n'è per tutti:
prende la rincorsa con un'ode al padre putativo Burzum (come reagire di
fronte a un
"everybody needs a Burzum for a pillow"?!) per
affondare subito al primo colpo, l'accusa ai preti pedofili di Padre
mostro, capolavoro lessicale di blasfemia; il tema dell'omosessualità
mai affrontato in maniera così sfrontata prima d'ora come in
Lo vuoi nel culo,
Gay porn e
Robuste dosi di cazzo, gli steccati del perbenismo letteralmente polverizzati; la fame nel mondo, il malessere giovanile (
Psicofarmaco)
ed infine l'accusa a trecentosessanta gradi al mondo dello show
business mainstream e della televisione, dal carosello di matrioske gore
di
Esame autoptico all'ironia velenosa di
Sei qui solo per le telecamere, passando per la caleidoscopica title-track, cartolina nemmeno troppo surreale dell'Italia di oggi, e l'esilarante
Sperma d'artista,
che si mangia in un solo boccone tutto l'underground italico. L'impatto
visivo completa l'opera: Vanni Fabbri è brutto e sgradevole, gigante
dalla pancia strabordante e irta di peli, vestito con una pelliccia nera
e un improbabile elmetto militare. Sullo sfondo due "ballerini"
altrettanto disgustosi. Insomma, probabilmente non vedrete Vanni Fabbri
su MTV.
Alla fine si è sotto shock, c'è nausea dopo una tale indigestione di
mostruosità. Non si sa come reagire: si è turbati, si ride, si
riconosce la goliardia del progetto ma anche l'intelligenza e il
coraggio musicale e testuale, merce rara oggi in Italia, a questi
livelli forse unica.
Alessandro Gentili,
THE WHITE SURFER
thewhitesurfer.blogspot.it
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