Stavolta non me fregate, ho fatto il cattivo venerdì, ieri nonostante fosse sabato e ci fosse la leggendaria festa del vì (magari un giorno ve la racconto) oggi mi sono svegliato bene e posso presentarvi questo brano come dono domenicale ad un orario decente.
E' la traccia numero 6 di "TG3", s'intitola "Ghigliottina E Lanciafiamme" ed è il primo lento della storia de LA TOSSE GRASSA. Pomiciate.
il brano:
il testo:
una bandana nera sul viso e tanta voglia di premere off lo sai che non c'è più futuro nel cuore tuo lo sai
ti tengo la mano e immagino il sorriso che hai mentre lanci la molotov lo sguardo ai porci in fiamme oltre il muro, è carne di maiale
dici così, è la nostra canzone
ghigliottina e lanciafiamme ghigliottina e lanciafiamme ghigliottina e lanciafiamme ghigliottina e lanciafiamme
uno per uno li finiamo colpirne cento è il grido di battaglia l'odore è pungente ma il sapore è meglio hai gli occhi di tom araya
un bacio e ti rivelo un dubbio atroce è giusto tutto questo? è così che deve andare?! siamo ancora umani?! forse ce n'è uno onesto
ti volti lenta mi guardi negli occhi e dici sicura: "no, devono morire tutti."
ghigliottina e lanciafiamme ghigliottina e lanciafiamme ghigliottina e lanciafiamme ghigliottina e lanciafiamme ghigliottina e lanciafiamme ghigliottina e lanciafiamme ghigliottina e lanciafiamme ghigliottina e lanciafiamme
Porto San Giorgio FM è una località della costa marchigiana che ho sempre vissuto poco o niente. I ricordi più vividi delle mie esperienze a riguardo si esauriscono con le mie attese di treni diretti a Pescara che l'asettica vocina della stazione dice che fermano anche a "portosàn" giorgio, come fosse un signore giapponese invece che un posto di mare. Poi un giorno mi contatta il Presidente, un darkettone del fermano già noto alle forze dell'ordine, che vorrebbe avere LA TOSSE GRASSA nel contesto di un non meglio precisato "evento antifascista". Dato che mi interessano entrambi i concetti accetto subito senza starci troppo a pensare. Di lì a poco vengo contattato telefonicamente da una voce che subito mi benda per non farmi avere troppi dettagli e che mi spiega un po' meglio la situazione: si tratta di una festicciola che avrà luogo nel misterioso ex Dopo Lavoro Ferroviario. Un posto che una volta era un centro sociale, ora non lo è più ma si spera presto lo sarà di nuovo. Va... Bene. Se magna? Sì, sì, ci sarà modo di mangiare qualcosina [risata satanica], un panino... O... K. Facciamolo. La data destinata per questo evento è domenica 25 agosto. No problem, non rimane che nominare il Radical Macabre Tanzkommando. Impossibile non approfittare di nuovo della presenza sul territorio dell'autentico Masoschiavo, che sfrutteremo di nuovo prima che se ne torni a Toulouse, an frans. L'altro eletto è Il Vescovo Teodoro, a rappresentare la sua diocesi, quella di Fermo, che è anche quella presso la quale si svolgerà questo evento. Che poi scopriremo avrà il nome di "We Fight Back Part 4". Ci siamo persi le prime tre, speriamo di capirci comunque qualcosa della trama.
Un po' da vere rockstar pianifichiamo di arrivare lì con discreto ritardo alle 19, snobbando quindi quanto sarebbe avvenuto lì dalle 17, orario annunciato come inizio della baldoria. Dopo rapide consultazioni delle mappe di Google nonché delle interiora di qualche piccione riusciamo a trovare il posto, un ampio cortile dimenticato da dio proprio di fronte al municipio. Ampio parcheggio, che è anche l'ampio cortile, uno spazio cucina con griglia e bar, uno spazio chiuso da cui provengono esalazioni mortali (stanno graffitando gli incantevoli interni), una bancarella con pubblicazioni anarchiche con titoli che mostrano di aspirare alla tanto agognata pacificazione sociale quali La Miccia! e Il Machete! (di cui più tardi sottrarrò una copia) che tosto conquistano la mia attenzione... E un tunnel scavato in una vegetazione che ricorda il bosco stupratore de "La Casa" (vedi foto). In fondo a questo tunnel c'è un tavolino con (tra gli altri ciaffi) due casse, un mixer e un microfono. E' lì che si suonerà, ma più tardi. Molto. Perché non c'è musica, regna il silenzio. Perché non c'è musica e regna il silenzio? Perché non c'è la corrente. Perché non c'è la corrente? Perché manca una tedesca. Tolte le facili battute sulle turiste di cemmania (già esaurito tutto il catalogo possibile in 5 minuti), voi vorreste farmi credere che la situazione è totalmente bloccata da non si sa quanto perché tra tutti quanti nessuno è in grado di far saltare fuori una fottuta presa tedesca?? Proprio così. Ce ne facciamo una ragione e ci mettiamo a bere. Il Vescovo Teodoro era già sul posto insieme al tankzommander in panchina Tarkanov. Tirano fuori una bottiglia di un vino talmente orrendo che preferiamo quello del posto. Prendiamo dei micropaninetti con salsiccia senza far troppa fila perché tanto là, poverini, son quasi tutti vegetariani o vegani, se non addirittura peggio.
Intanto si fa buio. Allora? Abbiamo trovato la tedesca? L'accendiamo questa luce? No. Accendono delle candele. L'atmosfera si fa inaspettatamente romantica. Tra vino, sangria e insalate di riso si procede per abbastanza tempo. Incontriamo il Presidente, il suddetto darkettone che mi contattò, accompagnato dalle sue segretarie. Insieme faranno il dj set a fine serata, se mai questa serata inizierà. Le segretarie sono infatti angosciatissime da questo ritardo dato che, poverine, l'indomani fadigano. Tra i vari personaggi pittoreschi e borderline che si avvicenderanno al nostro desco (noi compresi) all'improvviso appare un trafelato viaggiatore. E' Bello Dentro, un Cultista arrancato fin qui da Catania, tra carghi mercantili, treni regionali e chissà che altro (nella foto sotto è quello che caga). Accamperà qui stanotte, e alle 7 di mattina riprenderà il trenino per ritornarsene a casa. A casa in Kansas. E all'improvviso la luce! E con essa la drammembeiss! Parte un dj set confuso che se non altro ci ricorda che c'è un futuro, nonostante il generatore ogni tanto abbia un mancamento. Noi un po' smarriti: che succede? Chi sta suonando? Ogni tanto ci affacciamo per cercare di capirci qualcosa. Intanto arriva il Culto della Tosse Grassa: il Reverendo Tequila, il Reverendo Lele Ggì, "Masoschiavo" (the false!), qualche Tossina e qualche Cultista. Dopodiché altra difficoltà tecnica. Dovrebbe partire il live di una band hip hop ma gli manca un cavo fondamentale. Miracolosamente ce l'ho io in tasca, glielo presto e così riescono a suonare. Le segretarie del Presidente mi malediranno per questo. Anch'io, un po'. Questi giovani non sono malaccio ma il pubblico proprio se li caga poco. Poi l'attitudine è quella che è: siccome va di moda prendersela con l'organizzazione se la prendono con costei anche quando gli si pianta il pc perché è un Acer. Delusissimi dallo scoprire che non stavo lì per seguire il live bensì perché ero quello che sonava dopo e aspettavo solo che finissero, malediranno anche me. Tocca a noi.
Per qualche oscuro motivo ci ritroviamo le basi tutte a sinistra e la voce tutta a destra. Provo a far notare che la cosa non ha alcun senso ma i nativi s'innervosiscono, cominciano a parlare in lingue morte, terra piatta e cose così. Decido che non è il caso di contrastare le tradizioni locali per quanto mi sembrino bizzarre e partiamo così con questo strano live, tra gente che muore d'amore per noi e altri che mi gridano "pagliaccio!" (vuol dire "pane freddo", in dialetto). C'è anche la Critica Radicale che ci manda affanculo tutto il tempo, ma a questo siamo abituati. Tanta gente, si canta, si balla, si beve Varnelli (preso a un bar poco distante: a quello della festa si sono finiti TUTTO). Essendo un festival ce ne andiamo senza concedere bis, anche perché sennò le segretarie del Presidente avrebbero potuto verosimilmente avere una crisi isterica. La macchina di Masoschiavo si trasforma in spogliatoio nonché banchetto del merchandising e riceviamo parecchi nuovi Cultisti ai quali quasi vendo le mie reliquie sudate. Finalmente ci possiamo rilassare definitivamente e finiamo a svaccarci ballando allegre canzoncine della morte, sollevando tempeste di sabbia e sorseggiando birra Moretti chiedendoci perché mai a Porto San Giorgio non ci fosse Piazza Moretti. "Troppi pochi omicidi", obietterà qualcuno. Scopriamo anche che mentre suonavamo erano arrivati gli sbirri a pretendere dagli organizzatori un permesso ovviamente inesistente. Come se io andassi dal Papa a chiedergli se mi dà la fica. Mentre si parla del più, del meno, di possibili ritorni e dei massimi sistemi il generatore viene di nuovo a mancare. Buio. Silenzio. Sgattaioliamo via come autentici ninja con visione notturna. Nessuno ci vide più. Ma siamo tornati a casa vivi, fidatevi.
Oh, beh, stavolta eravate quasi riusciti a cogliermi in fallo. Ditelo, che ormai non ci contavate più, eh? E invece eccomi qua, in piena digestione, a darvi in pasto domenicale un altro brano di "TG3"!
Trattasi di "Tutte Mosche", quinta traccia del nuovo album de La Tosse Grassa, e parla del vostro futuro.
il brano:
il testo:
la catechista roscia ti ha detto non rubare se fai la brava babbo poi ti porta al mare ti comporti bene per far contento il karma vesti sempre a modo o il vicino s'allarma
lavori 12 ore per mantenerti la car si allontana il giorno in cui diventerai una star ma un po' di straordinario e di lavoro precario e con un mutuo a 40 anni potrai comprarti la
tutte mosche tutte mosche diventi tutte mosche tutte mosche tutte mosche dopodomani tutte mosche
ma il destino ha per te altri progetti non guardare l'orologio, i tempi sono stretti è inutile il tuo piano di scappare in germania la luce in fondo al tunnel è un turbo scania
tutte mosche tutte mosche diventi tutte mosche tutte mosche tutte mosche dopodomani tutte mosche
sì!
sia che la mattina fai 2 ore di corsa sia che il marocchino ti ha scippato la borsa sia che l'infermiera dice "signora, spinga" sia che il tuo amico morto ti presta la siringa
sia che fumi nero come una ciminiera sia che hai preso 4 lauree mentre stavi in galera sia che una mela al giorno ti ha tenuto in salute sia che non ti si apre il paracadute
tutte mosche tutte mosche diventi tutte mosche tutte mosche tutte mosche dopodomani tutte mosche tutte mosche tutte mosche divento tutte mosche tutte mosche tutte mosche dopodomani tutte mosche
Ieri sera ne sono capitate tante, al punto che oggi rischiavo seriamente di dimenticare di cacarvi. Un giorno ve la racconterò in appropriato report, vi dico solo che c'è di mezzo tale Simone Giuseppe. Comunque, parliamo di noi...
E' domenica e quindi acchiappatevi "Santo Subito", quarto brano di "TG3", che parla di crisi, grosse crisi.
il pezzo:
il testo:
torno a casa mammà torno a casa m'ammazzo torno a casa torno a casa torno a casa m'ammazzo
torno a casa mammà torno a casa m'ammazzo torno a casa torno a casa torno a casa m'ammazzo
torno a casa mammà torno a casa m'ammazzo torno a casa torno a casa torno a casa m'ammazzo
torno a casa mammà torno a casa m'ammazzo torno a casa torno a casa torno a casa m'ammazzo
mi sento un po' pazzo mi prendo in mano il cazzo e mi sparo un bel segone in terrazzo in terrazzo!
un pensiero così nero mi garantirà l'inferno mi s'ingrossa mentre ho in testa il fuoco eterno
bianco come una colomba vengo in testa ai paparazzi vola, sperma maledetto vola e cadi in quantità
vorrei volare anch'io dal balcone e morire nel mio stato impalato a un'alabarda impalato nella piazza impalato!!
e invece canto una canzone antica soffocando il pianto
non me ne vanto ma quando muoio so che mi faranno santo subito santo subito subito stupido subito stupido
torno a casa mammà torno a casa m'ammazzo torno a casa torno a casa torno a casa m'ammazzo
torno a casa mammà torno a casa m'ammazzo torno a casa torno a casa torno a casa m'ammazzo
torno a casa mammà torno a casa m'ammazzo torno a casa torno a casa torno a casa m'ammazzo
torno a casa mammà torno a casa m'ammazzo torno a casa torno a casa torno a casa m'ammazzo
mamma son tanto infelice e tu lo sai il perché da quando sono pontefice niente ha senso più per me mi ricordo da ragazzo che pensavo a quella là papà lo sai che sono papa non mi rimane altro traguardo che l'aldilà un salto nel buio in braccio a dio o più probabile a quell'altro che me sò inventato io e nonostante tutto sento che mi cago sotto non ho la volontà solo il tormento e se davvero non c'è niente resto come un deficiente
lo so, lo so, dovrei ammazzarmi
e invece canto una canzone antica soffocando il pianto
non me ne vanto ma quando muoio so che mi faranno santo subito santo subito subito stupido subito stupido
santo subito santo subito subito stupido subito stupido santo subito santo subito subito stupido subito stupido santo subito santo subito subito stupido subito stupido santo subito santo subito subito stupido subito stupido
Breezer è uno dei nostri, un tanzkommander del Culto della Tosse Grassa. Però cela dentro di sé un oscuro segreto: ascolta musica di merda e ogni anno va una settimanella in Salento a giustiziar femmine. Questo l'ha portato ad aver familiarità con un tipo, un certo Maurizio (che non diventi un vizio) che un bel giorno si è deciso di portare LA TOSSE GRASSA a suonare da quelle parti. D'estate, per giunta! Così in tempi rapidi concretizziamo e fissiamo per lunedì 19 agosto, in un paesello a qualche chilometro dal mare (grazie gesù), tale Melendugno LE. Il posto è il Centro Culturale Rina Durante, facente parte del circuito Laboratori Urbani Koinè. Ho visitato il loro sito, sembrano gente seria. Forse dovrei preoccuparmi. Da questo momento parte un carteggio infinito per aggiungere ad ogni giro il bollino di un nuovo sponsor e/o ente patrocinante alla locandina. Alla fine ci saranno 10 sponsor e 5 enti, compresa la Regione Puglia, tutti in sinergia per La Tosse Grassa. Chi ha sbagliato? Pagliuca?! Si paga anche la bellezza di neuri 2,99 per entrare: pure la penitenza di tenerti 1 centesimo in tasca. Certo, mi faccio delle domande ma non cerco le risposte. Si vede che da quelle parti funziona così, chi sono io per capire il Salento? Convoco così il Radical Macabre Tanzkommando per questa paurosa trasferta one-shot: Breezer è scelta obbligata, ci mette pure la macchina ma poi ci abbandonerà lì in quanto rimarrà a barboneggiare tra spiagge e lenzuola varie. Poi sceglie di essere dei nostri il Reverendo Lele Ggì, che sta in ferie. Ma ecco, colpo di scena, abbiamo anche (The True) Masoschiavo, catapultatosi per l'occasione direttamente da un ritiro bdsm in Montenegro! Cacchio, siamo in tre, come famo, non porta paro. Nessun problema: quei dementi della Parrocchia di Passatempo, facente capo al già nostro Reverendo Lele Ggì hanno deciso di andare in villeggiatura proprio da quelle parti per supportare il nostro show. Uno di loro estrarrà la pagliuzza più corta.
Non rimane che partire, ma non sarà cosa facile. Alle 4 del mattino al luogo di incontro ci siamo io, Breezer e il Reverendo Red Ronny. Attendiamo il Reverendo Lele Ggì e poi andiamo a prendere Masoschiavo. Il Reverendo Lele Ggì non arriva. Il Reverendo Lele Ggì dormiva. Lo svegliamo e arriva con una ventina di minuti di ritardo. Masoschiavo come starà? Mandiamogli un sms? Non risponde. Lo svegliamo a colpi di telefono con una minaccia: adesso veniamo sotto casa tua e facciamo casino finché non scendi. Si fa trovare pronto. Bravo. Il viaggio non sarà semplicissimo: in 5 incastrati tra le nostre attrezzature, praticamente immobilizzati e costretti a subire la musica di merda che ascolta Breezer. Il punto più basso è raggiunto da un pezzo dei Grezzophonic ("nellà necquà manellacquà") che difficilmente dimenticheremo. Come difficilmente dimenticheremo il viaggiatore che al casello di Foggia tentava di mettere le sue banconote nella bocchetta per gli spicci, tutte insieme. Come difficilmente dimenticheremo l'oretta passata sotto il sole cocente causa combustione spontanea di un camion ad altezza Brindisi, costringendoci quindi ad osservare gli altri automobilisti bloccati nei paraggi. E vi assicuro che non è stato un bello spettacolo. Comunque riusciamo ad arrivare per pranzo a Porto Badisco per mangiare i ricci di mare, che se l'erano già magnati tutti i turisti prima di noi. Tutti nudi e con le infradito. Io nerovestito con gli anfibi rossi. Comunque magnamo. Dopodiché gli altri sentono l'irrefrenabile richiamo del mare e vanno a bagnarsi. Io l'irrefrenabile desiderio di tornare a casa, ma rimango. Incrociamo due ragazzetti con un pallone proprio simile al nostro e aspettiamo Breezer che era andato a prendere la macchina.
Quando arriva per farci salire ci accorgiamo che l'auto era stata scassinata: tutto all'aria, e Breezer non s'era accorto di un cazzo. Dovete sapere che Breezer sta un po' per aria, è talmente easy che nel resto della mattinata ha rischiato 1) di abbandonare gli occhiali sul tettino della macchina dopo aver fatto metano, 2) di abbandonare le scarpe al ristorante, 3) di farci perdere il treno all'indomani perdendosi nei mercati rionali (con la macchina!) e ora 4) alla domanda "ma che è successo?!" risponde "io non sò stato!". Alla fine dobbiamo aver fatto schifo pure ai ladri: dopo aver rovistato tra i miei costumi puzzolenti devono essere scappati in preda al panico. Col bottino però: un pallone (ma va!...) e 5 neuri. Manco un cd se sò portati via, ingrati! Poi ci accorgeremo che manca all'appello anche il lettore mp3 del Reverendo Red Ronny, mannaggiaccristo. Ma cosa ci vuoi fare?... Arriviamo a Melendugno. Troviamo subito il posto e Maurizio. Praticamente suoniamo nel cortile di una biblioteca comunale gestita da questi giovanotti che di norma organizzano iniziative serie e tendenzialmente colte. Stavolta hanno deciso di buttar su qualcosa di più "leggero" e "per famiglie". Ottima scelta, boss. Il soundcheck è preoccupante: praticamente servirà a farmi prendere atto che le casse (modello stereo di casa) sono totalmente inadeguate e soffrono tantissimo ad ogni colpo di cassa. Nella discomusic ce ne sono mediamente 120 al minuto, cosa vuoi che sia. Vabbè, facendo buon viso a porcoddìo accettiamo la situazione e ci affidiamo alle tre grazie (una francese, una spagnola e una lituana in esilio a Salenthill) che ci accudiranno fino all'ora di cena, che si manifesterà con un flusso infinito di pizza, cous-cous e altre leccornie tipo la sangria di distruzione di massa preparata dalla terrorista spagnola di cui sopra. E poi dai che è ora di suonare! Orario impensabile, si comincia alle 20,45, ma cosa ci vuoi fare, da queste parti funziona così, chi sono io per capire il Salento?
Cominciamo perplessi. Volume basso, pubblico a sedere composto da un 40% di gente preparata, più mamme con bambini che mi si avvicinano pericolosamente durante "Sodomia!" e pensionati a bocca aperta a mò di ictus, ma tutto sommato pubblico a sedere composto. Più o meno come mostra la foto in alto. Filu Spinatu è stato quello che ha estratto la pagliuzza più corta, ma c'erano comunque i suoi compari Morrissey da Ibiza e Mitternacht e una Tossina a tifare degrado. Sono finiti più o meno come mostra la foto in basso. Il concerto invece è stato più o meno come mostra il video in mezzo. Il pubblico a sedere composto si è misteriosamente sollevato di scatto per "Sei Qui Solo Per Le Telecamere" e per il bis richiesto a gran voce dal big boss Maurizio: "Sperma D'Artista". Finito tutto lascio lo spazio a dj Minchia e ci andiamo a cambiare. Siamo tutti molto ubriachi e non sò manco le 23. Vado ad aiutare il Reverendo Red Ronny alla bancarella, vendo qualcosa e qualcuno mi chiede "ma è stata una scelta suonare a volumi così bassi?", "certo! quanto sò pang..." A un certo punto in mezzo al cortile appare un tavolo pieno di pasticcini. E' mezzanotte ma sembrano le 5 ad un rave party e se ne vedono di ogni: all'una si presentano tre tipi da Macerata per il concerto, poverini; il professor Masoschiavo (The True) dell'Università di Fisica di Toulouse si mette a fare breakdance nudo, ubriaco e fumando cigarillos; Mitternacht gioca col cane Stripper e muore (ve l'ho già mostrata la foto, vero?); il Reverendo Lele Ggì compone lettere d'amore rimirando il ciel, mentre Breezer sfonna tutto. E continuerà a sfonnare tutto per una settimana anche dopo che ce ne saremo andati. L'indomani lo salutiamo mentre medita di conquistare con tre carrarmatini Francia, Spagna e Lituania. Noi montiamo sul treno carichi di robe fritte e unte per il viaggio, inconsapevoli che poi saremmo rimasti bloccati a Vasto. Ma questa è un'altra storia.
Salve a tutti! Ammetto che questa volta stava quasi per passarmi di mente, dopo un week-end di bagordi trascorso senza pensare troppo al lavoro. Ma ecco che all'ora del tè mi rimetto in carreggiata e vi dò come dono domenicale "Hanno Le Manine".
Storia di un amore impossibile, è la traccia numero 3 di "TG3", il nuovo album de LA TOSSE GRASSA. Gioitene!
il pezzo:
il testo:
ti ho vista a scuola, cartella viola
ce l'ho in testa quel sorriso, lo rivedo alla moviola
penso solamente a questa cosa sola
il pensiero di vederti domattina mi consola
e già mi sembra un sogno solo che mi vergogno
se mi emoziono troppo poi mi scapperà un bisogno
la mia mano trema ma troverò un sistema
per superare questo mio stupido problema
terza elementare, vorrei vederti al mare
prima delle vacanze mi devo presentare
ma ormai è già maggio, sono a disaggio
ce la devo fare, lo troverò il coraggio
mi mangio tre fiesta, mi danno alla testa
non passano le ore, quanto tempo resta
ti porterò un anello, immagino che bello
ma come faccio a dirti che sono il tuo bidello
hanno le cartelle, hanno le manine
hanno le treccine, hanno le manine
hanno le merende, hanno le manine
hanno i grembiulini, hanno le manine
hanno le cartelle, hanno le manine
hanno le treccine, hanno le manine
hanno le merende, hanno le manine
hanno i grembiulini, hanno le manine
suona la campanella, sei sempre la più bella
al solo vederti mi s'ingrossa la cappella
mi avvicino all'improvviso, ti stampo un bel sorriso
ma che qualcosa non vada già lo vedi dal mio viso
ti carico di peso sul fiorino furgonato
però mi cago sotto, qualcuno avrà notato
madonna come strilli, mi fai perdere il controllo
alla terza zampata ti colpisco col martello
fanno resistenza, hanno le manine
tirano i capelli, hanno le manine
hanno le gambette, hanno le manine
sono fragiline, hanno le manine
fanno resistenza, hanno le manine
tirano i capelli, hanno le manine
hanno le gambette, hanno le manine
sono fragiline, hanno le manine
ti porto dentro casa che già non mi cammini
poveri ginocchietti, erano così carini
ti sbatto sopra il letto, accendo la televisione
già parlano di noi al tg regione
che folle il nostro amore, un po' mi sento pazzo
tu piangi e vuoi la mamma, io tiro fuori il cazzo
Forse per voi sarà pomeriggio ma fidatevi, questa per me è mattina presto. Pertanto una delle prime cose che faccio questa mattina, a ridosso dell'alba, è farvi questo regalino domenicale.
Trattasi de "La Vita E' Bella (Quella De Benigni)", traccia numero 2 di "TG3". Pochi ingredienti, ma buoni.
il pezzo:
il testo:
questa mattina la bimba ha vomitato qualcosa di un verde pazuzu l'altro bambino era un po' ritardato l'ho affogato dentro il bidet
era il figliolo del curato marrone a mio marito non gli funziona funziona solo la televisione che continua a ripetermi che
la vita è bella l'amore è una cosa meravigliosa sette spose per sette fratelli tutti insieme appassionatamente
avevo una laurea in medicina ma ora vendo il culo per strada son sedici anni che consumo eroina la prima dose me l'hai data te
o mein papa che sei il re dello spaccio lo sai che l'altro ieri mi è caduto un braccio
la vita è bella l'amore è una cosa meravigliosa sette spose per sette fratelli tutti insieme appassionatamente