mercoledì 20 marzo 2013

O'Brian: i Postumi.

15 anni fa a Castelfidardo AN apriva un irish pub, l'O'Brian. Io e la mia ciurma andammo all'inaugurazione. Tutta gente con nomi assurdi, a cominciare dal piccolo Brian, nome per noi accettabile solo nel contesto palestinese, che ora è diventato un surfista, al quale il pub era dedicato. Forse proprio alla prima visita distruggemmo una spinatrice. C'avevano il sidro alla spina. Eravamo contenti. E loro ci fecero suonare coi Ca.Pe.Al., la nave madre. Per l'occasione portammo dei figuranti che presero il posto delle cameriere: Piccolo Stè e Tosi. Venerdì 1 marzo festeggiarono i 15 anni di apertura, e decidono di chiamare LA TOSSE GRASSA. E siamo contenti. Data la natura celebrativa dell'evento la scelta del Radical Macabre Tanzkommando non poteva che ricadere sui due protagonisti dell'epopea di allora. Già immaginavamo le bestemmie della barmistress Cori al vedere chi gli riportavo dentro il locale a distanza di anni! Sì, perché le abitudini cambiano, le leggi anti-alcool sbocciano, il sidro non lo beve nessuno a parte me, e quindi ci siamo persi un po' di vista, a parte pochi elementi. Tipo io, che un paio di volte ci ho fatto il dj, e quindi l'impianto lo conosco. Nessun problema, dirò a tutti, i soliti pochi secondi ed il check è fatto! Così partiamo alla volta di Castello, sono pochissimi chilometri: io, Tosi, Piccolo Stè, il Reverendo Nadia Desdemona e una Tossina che aveva preparato solo per noi una deliziosa spasa de merda che si ostinava a chiamare 'salame al cioccolato'.


Arriviamo, talmente puntuali che il posto è deserto. Preparo il set, minimale e tendenzialmente mono (una delle due casse verrà usata come monitor) e intanto i due tanzkommander escono fuori a farsi una sigaretta. Si legge: farsi mega fumate verdi e bere da un'altra parte per non risultare scrocconi e fare gli esotici. Sciocchi. Anche perché Cori e il suo staff ci avevano sempre trattati più che bene, ma stavolta aveva proprio esagerato!! Vino a volonté, tre teglie di vincisgrassi fatti apposta per noi, petto di pollo al pistacchio, strani timballi di verdure, e come se non bastasse pizza! E intanto gli altri stavano a fare uno dei loro giretti esotici. Li avremo aspettati? Certamente, come direbbe il caro estinto Paviglianiti. Troveranno il tutto già dimezzato, ma tanto non se renderanno conto, tanto già erano sbronzi. Beh, grosso arlotto e terminato il nostro fiero pasto è il momento del rituale del caffè, del torturacaffè e dell'ammazzacaffè. Ovviamente faremo girare l'economia e ce ne andiamo a fare i turisti tra i bar della concorrenza. Cominciamo da un piccolo posto in piazza dove una barista strangolata dall'ansia ci serve caffè ed un primo giro di liquori. Poi passiamo in un altro posto nel cuore del paesello (che stranamente non è la piazza) e mi faccio un carzulà (popolare cocktail locale a base di Borghetti e Varnelli). Qui ci ricongiungiamo col Reverendo Red Ronny e siamo pronti per la terza stazione: l'Onstage, locale in cui suonammo qualche mese fa, quando Tosi stordito da una pinta d'assenzio tentò di uccidere tutti facendosi esplodere. Un ultimo vodka cola e siamo pronti per andare a dar spettacolo.


Arrancando raggiungiamo il pub, che nel frattempo si è riempito di adepti del Culto della Tosse Grassa, tra i quali il Reverendo Tequila ed il Reverendo Lele Ggì. Non so se di gente ce n'era veramente tanta, se il posto era veramente piccolo o se io ero veramente ubriaco, però sembrava l'ingresso di un wrestler famoso (chessò, tipo Lex Luger) sul ring. Così dato che ormai si è fatta quell'ora ci chiudiamo nel cesso (il nostro camerino), indossiamo gli abiti di scena ed usciamo tra la folla pronti ad esibirci! Partono le note di "Ti Apro Il Culto" e mentre scorre l'intro comincio a salutare i presenti, poi l'impianto muore. Così, senza preavviso. Mah. Forse un sistema di protezione delle casse? Sì, dev'essere così, perché dopo due minuti riparte. Disappunto. Ma vabbè, faccio ripartire la base abbassando leggermente il volume. Stavolta comincio pure a cantare, poi l'impianto muore. E no, qui qualcosa non va. "Prova a cambiare cavo d'alimentazione!", mi dicono. Lo faccio. Ci rifa. Orcodìo. "Eh, quando ci attacchi il microfono ci fa spesso, anche con quello del karaoke..." Eh? Allora forse è per questo che facendoci il dj più volte ma senza portare mai il microfono non m'ero mai reso conto di questo difettuccio dell'impianto. Sono alquanto perplesso, ma... "The show must go on", come cantava Baffò, cosa vuoi che sia questo risibile inghippo tecnico per bloccare uno show de La Tosse Grassa?? Pieni polmoni, porcoddìo! Adesso vi faccio vedere io. E faccio tutto il concerto senza microfono, col volume della base timido timido perché si sentisse cosa dicevo, tenendo però in mano il cavo xlr staccato (vedi prima foto in alto) perché ormai c'ho preso l'abitudine a tenermi un cazzo in mano.


Durante questo concerto il pubblico è stato grandioso, le sapevano TUTTE, garantendo così ad ogni pezzo un effetto tipo Armata Rossa che manco Toto Cutugno. Per forza di cose mi tocca tagliar fuori i brani con più parti rap, che avrebbero necessitato di un'amplificazione maggiore della mia cassa toracica, tuttavia decido di eseguire comunque come promesso l'inedito "Dramatic Carota", per ora udibile solo scaricando la compilation di Roar Magazine "Fresh Start", in download gratuito qui. Però devo leggere, e la Tossina che era con noi (di cui mangiai la spasa di merda durante il live: criminalmente alcolica) mi dà pure fuoco al foglio coi testi (vedi di nuovo prima foto in alto). Su "Sei Qui Solo Per Le Telecamere" l'impianto muore. Allora mi pigliavi per il culo. Microfoni, cavi... Un cazzo, sei proprio rotto! Ma a me mi fai un baffo. Base in mano (vedi foto in mezzo), arringo la folla alla ricerca di un'autoradio dalla quale concludere lo spettacolo, fuori dal locale. Mi viene offerta la Ibiza del parrocchiano passatempese Morrissey (futuro tankzommander destroyer), e così giù "Marchigian Routine 2" in modalità 'riot', pogando col pubblico e gridando in faccia ad ignari passanti tra i quali, così mi fanno sapere, reduci da un incontro dell'Azione Cattolica. Qui potete vedere un'orda di barbari cantare in coro "porca madonna", subito dopo. Si chiude come al solito con "Mima Morte" e si torna dentro a bere per riscaldarsi (sai, di fuori, nebbia, petto ignudo, alcolismo...), e giù autografi, foto, pompini, e valkyrie moleste che ballano sui tavoli mentre il dj metteva musica e quel bastardo dell'impianto funzionava benissimo.





giovedì 14 marzo 2013

Intervista per il blog STORDISCO.



In principio fu lo spot Actigrip. L’avvistamento di quell’orribile creatura che rappresentava la tosse grassa fu la scintilla che fece il miracolo. Da quel momento, nei freddi e catarrosi primi mesi del 2011, Vanni Fabbri è l’incarnazione de LA TOSSE GRASSA, il suo avatar. E demanda venerazione.

Stordisco è orgogliosa di presentare l'intervista ad una delle personalità più eccentriche e degne d'interesse della nostra penisola. C'è un nuovo papa in città e noi non potevamo esimerci dal fare due chiacchiere con La Tosse Grassa, al secolo Vanni Fabbri, one man band dell' underground marchigiano, dissacrante e incompromissoria. Per farvi un'idea sentite questa o anche questa

Per l'occasione ci avvaliamo di un intervistatore d'eccezione, Marco Taddei, scrittore truffaldino e noto appassionato delle arti ginniche e cultura macedone + special guest.

Le letterine stanno per:

M.M. = Michele Montagano
M.T.  = Marco Taddei

M.M. Chi è Vanni Fabbri (facciamo finta che non lo sappiamo né noi né chi ci legge). Dove è andato a scuola, quanti anni ha, che ha fatto ieri sera?

-V.F: Tempo fa mi descrivevo come anarchico, sociopatico e marchigiano. Credo di poter ancora confermare tutto. Mi nutro di musica e sono grasso perché ne mangio troppa. Sono andato a scuola in un posto che mi stava a 50 metri da casa, così potevo camminare poco, tuttavia riuscivo ad arrivare in ritardo lo stesso. E se quando arrivavo tardi mi accorgevo che c'era la macchina del preside allora salavo proprio. A proposito della mia età vi dico solo che sono del 1975, i conti fateli voi, io quando c'era matematica arrivavo tardi e c'era il preside. Il mio compleanno l'ho festeggiato da poco, mangiando il cubo di "Hellraiser", che però aveva le pocce. Ieri sera di ritorno dall'orrenda Milano mi sono mangiato due wurstel con crauti e senape e mi sono visto "Bag Of Bones", miniserie tv tratta dall'omonimo romanzo di Stephen King, con James Bond in pensione. Tutto ciò in compagnia del Reverendo Red Ronny. Che tra l'altro aveva anche realizzato il cubo che mi sono mangiato. Ma non le pocce.
Tutto sommato sono una brava persona.
Ma lo dice anche Berlusconi.

M.T. Mi parleresti del tuo rapporto con la musica di Raffaella Carrà?

-V.F: Metto spesso "Satana". Per il resto pur facendo il dj anche ai matrimoni sono sopravvissuto per anni senza "Tanti Auguri" perché tenevo il cd in un raccoglitore che mi dimenticavo sempre di portare. Però quando lo portavo poi la mixavo sempre con Santa Esmeralda.

M.T. Quale genere di ministero vorresti presiedere? E quale ministro uccideresti per presiederlo? 

-V.F: Nel dubbio li ucciderei tutti, così mi tolgo il pensiero. Poi sulle poltrone metterei dei bei chiodi lunghi, di quelli che i borghesi usano per non far appollaiare i piccioni e i barboni. Tuttavia c'è chi in passato mi voleva Ministro delle Pari Opportunità per via delle mie fissazioni anali. Quando la Rivoluzione Sociale sarà compiuta ascenderò a destra del Porcoddìo del Degrado, mi sfonderò di vino, vergini e cinghiale e rimirerò gli altri sbudellarsi come meglio credono.

M.M. Se Dio credesse in te tu crederesti in lui?

-V.F: Il Degrado guida il mio cammino. E io credo in me. Non mi occorre altro. M'illumino d'immerda.
JHWH è solo la concorrenza. Anche lui crede in me. Per questo tenta di ostacolare il mio cammino. Mi teme.
Potrebbe temere anche voi, ma c'ho pensato prima io... E' come con l'Arte Contemporanea.

M.T. Il Papa si è recentemente licenziato dal suo ruolo di vicario di cristo in luogo di dio in terra. Pensi che vi sia un collegamento con le tracce di carne equina trovate all'interno delle polpettine Ikea?

-V.F: Semmai con le tracce di batteri fecali nelle torte di merda, sempre dell'Ikea. Comunque la pacchia è durata poco, ne hanno eletto un altro, visto? Papa Francesco. Vuoi mettere con LA TOSSE GRASSA?! Francesco, non ti temo!

M.M. Era stata un'intuizione azzeccata quella di vestirti da papa dunque... Preferisci vestirti da papa o papessa?

-V.F: Tu vedi il papa. Il mio costume non è quello di un papa, né di una papessa. Potevi scegliere di vederci un barbaro, un pervertito, uno sciamano, una seppia, ma no... C'hai visto il papa. Chiediti il perché.

M.M. Chi sono i tizi che ballano con te?

-V.F: Sono il Radical Macabre Tanzkommando. Un esercito di guardie, monaci e ballerini tutti insieme in un sol colpo, guidati dal capo coreografo Piccolo Stè. Ad ogni funzione ne porto due (o quattro, o otto, dipende dal palco e dal budget) scegliendoli in base alla loro disponibilità. Di solito se li litigano, questi posti. Nel mio sito web www.latossegrassa.net ve n'è anche la classifica aggiornata delle presenze, e ogni singolo tanzkommander ha la sua scheda personalizzata come le figurine dei Pokémon.


M.T. Che ne pensi del fatto che si muore alla fine di tutto quanto?

-V.F: Che il segreto per non morire è non finire mai. Per questo mi tengo sempre impegnato, con film da vedere, libri da leggere, dischi da ascoltare, fori da scopare... Quando avrò finito potrei anche essere pronto per morire. Forse.

M.T. Che rapporto hai con il territorio in cui sei cresciuto?

-V.F: Molto buono. Ne esce dell'ottimo vino e ci ingrassano delle ottime bestie. Con la terra vado d'accordo, le bestie sanno che finché son sazio da me non temono alcun male. Lo stesso non si può dire degli esseri umani, che appunto in quanto umani del cazzo mi fanno schifo. L'unica via di redenzione è nel Culto della Tosse Grassa.

M.M. Parlaci un po' in BASE a cosa scegli le BASI per i tuoi pezzi (gioco di parole non voluto). Ad esempio come mai proprio questa?
 

-V.F: "Warm Leatherette" è un brano fondamentale per la storia della musica industriale. C'è Ballard, c'è il germe della Mute Records, c'è elettronica abrasiva ma al contempo fisica e ritmica. C'è sangue, morte, macchina, sensualità. C'è tutto quello che mi serve. Mi piace definire il mio progetto 'industrial', anche se la forma che adotto è quella della disco music, e quando ho iniziato La Tosse Grassa sapevo che presto o tardi avrei utilizzato questo ingrediente per cucinare uno dei miei brani. Per il resto a volte sono scelte concettuali come in questo caso, altre di composizione. Se ho bisogno di un certo tipo di melodia o di suono vado a cercare quella che più le somiglia tra quelle esistenti o, se proprio non la trovo, la smonto e la rimonto come cazzo mi pare, come ho fatto col povero Raf in "Sodomia!". Più spesso è il caso a far sì che avvengano certe connessioni nel mio cervello. E l'alcole. E il Porcoddìo del Degrado, non dimentichiamolo mai.

M.T. Se fossi sbattezzato con chi o cosa ti sposeresti?

-V.F: Il matrimonio è un contratto. Già per questo mi sta sul cazzo. E pensa, mi sta più sul cazzo l'idea di sposarmi di fronte allo Stato (chi è costui?) che di fronte a Dio. Quindi non mi sposerei affatto, essendo io già impegnato con me stesso.

M.T. Raccontami quella volta del "Perro che habla"...

-V.F: Il perro ha hablato più volte. Ti racconterò di quella in cui mi è stato chiesto di celebrare un matrimonio autarchico. Ho scritto il rito, elaborato delle musiche col supporto di un organista ed allestito la cerimonia con due chierichetti armati uno di tromba da stadio e l'altro di deodorante per la casa. Lo sposo era stordito, ubriaco e condotto lì con la forza, mentre la sposa era la mandante del misfatto. Si è svolto tutto allegramente, c'è stata una fiammata infernale e c'è stata la Comunione. Fettina di salame per tutti tranne per i vegetariani, per loro un carciofino, porta ai convenuti con la formula "El Perro Que Habla". Poi ho lasciato tutti lì e sono scappato in un altro posto a suonare i Black Sabbath.

M.M. Hai mai pensato di andare a vivere all'estero e trasferirti a San Marino?

-V.F: San Marino è un bluff. Basterebbe un carrarmatino giallo per conquistarla se solo lo si volesse. Se scappassi dall'Italia sarebbe per andare a vivere in un paese civile, e ne vedo pochi all'orizzonte. E non è detto che sia quello che voglio. Mi ci trovo bene qui nell'inciviltà a sbranar conigli e condurre masse di pecorelle smarrite e latentemente psicopatiche.

-Pedro: Vuoi venire a mangiare al cinese con noi domani?

-V.F: Volentieri, ma temo sia un po' troppo tardi. Però magari provate a farmi uno squillo domani a mezzogiorno, sarò eccezionalmente sveglio, di ritorno da un funerale. E sorridi alla giornata.

M.M. Manca molto al disco nuovo?

-V.F: 152 giorni, se faccio il bravo.

M.M. La nostra webzine si chiama Stordisco. Salutaci con un pezzo che in passato, nel presente o nel futuro ti ha stordito.

-V.F: Uno solo? Quando avevo 11 anni un mio amico mi fece ascoltare questo disco in cuffia a volume molto alto. Cominciai a bestemmiare dall'entusiasmo. A voce molto alta dato che quelle belle cuffie mi isolavano completamente e non riuscivo a sentirmi. I suoi genitori e la nonna che erano lì non gradirono molto.







Michele Montagano, Marco Taddei, STORDISCO
stordisco.blogspot.it

mercoledì 13 marzo 2013

Articolo apparso sul blog INDISPOSTI.

breivik_latossegrassa
l’admin ci tiene a dire che questa immagine lo ha letteralmente ucciso dal ridere

È noto che, per approcciarsi al gentil sesso mentre si è in giro per locali a San Lorenzo, nulla funziona meglio che una snocciolata di sentenze sullo schifo della musica contemporanea.

O, in alternativa, la promessa di far assaggiare un fumo buonissimo che viene dal Pakistan.

Diciamocelo: sopraggiunti i vent’anni, e volendo toccare finalmente con mano questa fregna alternativa la cui esistenza paventavate, ancora adolescenti, guardando “Come te nessuno mai”, avete bisogno di un terreno su cui giocare sicuro. E l’indie italiano è meglio di un compleanno di diciott’anni in cui non tutti gli invitati sono ancora maggiorenni e qualcuno ha portato del rum marca EuroSpin.

Va considerato però che le vacche grasse sono già state munte. Molte strade sono già state battute, la prima falciatura di fieno è stata fatta, il buffet è stato servito e sono rimasti solo i dolci con la crema rovinata dall’orribile fettina di kiwi e colla di pesce in cima, insomma: a blaterare di Vasco Brondi e Pierpaolo Capovilla non vi beccate nemmeno le mutandine di una che studia giurisprudenza e sta scoprendo ora l’alternative italiano perché l’anno prossimo va in erasmus a Maastricht.

Voglio essere sincero: anche quando quella sopracitata era roba in grado di farti sapere quante otturazioni avesse in bocca la tua amichetta del mare, io non sono mai riuscito a simulare abbastanza interesse da parlarne.

Sarà perché vengo da un posto così ottuso e sprofondato a sud che se ci avesse vissuto Francesco Bianconi sarebbe stato pestato e derubato un giorno sì e l’altro pure, a me questo ritorno ibridato a degli anni ’80 che non sono mai esistiti, mi scartavetra i coglioni.

Sì, avete capito bene. Ho detto “a me mi”.

E siccome questo è anche un blog di servizio sociale, e il costo delle magliette di Jethro Tull richiede almeno un ritorno in termini di culi palpati, non sono qui a fare semplicemente una recensione.

Sono qui per presentarvi un nuovo argomento di conversazione che si allinea accuratamente con la casta delle finte zozze maledette.

Sono qui per aiutarvi a trovare qualcuna che ve la dia senza che poi il giorno dopo dobbiate andarvi a cercare su Google i sintomi delle malattie veneree.

Sono qui per garantirvi di poter andare oltre una nottata di citazioni con una che sembra la sacerdotessa del Karni Mata, il celebre tempio indiano dedicato ai topi, e poi vi offre del sesso imbarazzato e sbrigativo in una tavernetta con finiture di pregio a rione Monti.

La Tosse Grassa non si può dire che sia proprio un gruppo (e già qui le più sensibili avvertiranno un certo pizzicore al livello dei capezzoli). Ad esibirsi nei live è un trentenne sfatto con la faccia da giocatore di Dungeons and Dragons all’ultimo stadio che, insieme a due ballerini (?), declama testi definiti da tutti i blog di musica che ho visitato “feroci, brutali, scorretti: pugni in faccia al buonismo”.

Siccome la letteratura accademica ha ampiamente dimostrato che i canoni valutativi si conformano a quello che viene scritto su RockIt e Vice, e siccome mi hanno chiesto di recensire artisti che abbiano pagine SoundCloud perché quando postiamo le loro playlist “viene fuori un player fighissimo”, ho deciso che La Tosse Grassa mi piace. Anche se ad un primo ascolto fa cagare.

Alcune note sul nostro main man.

Mosso dall’odio verso lo star-system della musica indipendente de noantri, e da una certa tendenza a disprezzare le groupies che fanno la fila per spompinare Davide Toffolo (siccome sono segretamente berlusconiano dirò tra le righe che è solo perché pur essendo un cantante non riesce a ficcare), La Tosse Grassa ha intrapreso nel 2011 un progetto industrial-pop-indie presto divenuto fenomeno di culto. Con due album all’attivo, egli si esibisce nelle più prestigiose location d’Italia come “quel-posto-strafigo-che-conosce-il-mio-rappresentante-d’istituto”.

La poetica del disadattato in questione è un originale susseguirsi di giochi di parole e switch semantici dalle molteplici interpretazioni, che punzecchiano temi sociali sensibili come le checche isteriche, i preti pedofili e tua madre.

Non c’è dubbio che, anche se avrete già sentito geniali guizzi prosaici come “Ti apro il culto” o “Padre Mostro”, titoli di alcune tracce di TG1, il primo disco, di certo non vi sareste aspettati che lasciassero l’aula della scuola media in cui erano nati. O il cortiletto in cui vi facevate le canne.

Questo Michael Moore di Satana viene da Recanati, città che tutti voi ricorderete sin dalla più tenera età per essere stata teatro delle vicende di celebri poeti (parlo ovviamente di Maria Alinda Brunacci Bonamonti), e sente di essere un cambiamento di paradigma nell’approccio artistico contemporaneo. Ma forse è solo che la peperonata gli è rimasta sullo stomaco. Perché, frateli e sorele, io quando sento parlare di revoluscions concettuali, già comincio ad incazzarmi e a chiedermi per quale motivo, invece di sbrodolarsele addosso, non me le facciano vedere e sentire, queste note che sconquassano il sistema ladro di Babylon.

Nelle tracce, campionature come se non ci fosse un domani: frammenti in loop che si susseguono fastidiosamente a quella maniera del brutto fatto apposta che tanto piace a voi giovinastri che non ve la sentite di dire che apprezzate Elio e Le Storie Tese, visto che hanno fatto uno spot per la Vodafone. Questo è il sound de La Tosse Grassa e se non vi piace potete anche andarvene affanculo.

Detto questo, devo ammettere che a me il progetto in questione piace. Per quanto ad un primo ascolto si fosse fatta sentire forte in me la necessità di rivalutare Marco Guazzone, esaminando le tracce in maniera ascendente, fino al più recente, “Dramatic Carota”, ho capito che la Tosse Grassa sta seguendo la sacra via del Fratello Più Grande.

Mi riferisco a quel fratello maggiore, consanguineo o meno, che tutti abbiamo avuto: quello che si è drogato pesantemente fino a diciannove anni, bocciato in quinto ginnasio per aver bestemmiato e poi vomitato contro la professoressa di greco, che la prima volta che ha sistemato la sua stanza, ha ricevuto le lodi dei vostri genitori, del vicinato, e una candidatura a consigliere regionale. Tutto ciò mentre voi, pescati a ciucciare una Diana Blu come degli eroinomani con altri quattro sfigati, avete costretto il parentado ad aprire un mutuo per spedirvi in un centro di riabilitazione sulle alpi svizzere. Capito? Bastava abituare gli altri al fastidio, ché poi al primo accenno di miglioramento sembrerà stiate cagando diamanti.

E funziona. La progressiva redenzione musicale de La Tosse Grassa sta evolvendo verso quello che andrà di moda l’anno prossimo, quando potrete dire che ormai l’avete tolto dall’iPod perché è diventata musica da pariolini criptofascisti. E dio solo sa quanto ringrazierete questo Jabba The Hutt vestito di piume che sbraita all’autocrazia e all’anarchia musicale su blogspot, mentre pubblicizza il primo video che è riuscito a caricare su YouTube e le magliette “La Tosse Grassa” fatte col ciclostile solo-dieci-euri.

Insomma, alternativi, io vi adoro.

Se non vi è piaciuto l’articolo, sticazzi. Davvero.

Io oggi ho già scritto uno stato divertente sulla festa della donna, di quelli che ricevono più di sessanta “Mi piace” (e, considerato che nessuno nutre la segreta prospettiva di scoparmi, mi sembra un numero abbastanza elevato), quindi posso ritenermi soddisfatto.

http://ilcultodellatossegrassa.blogspot.it/
Ringrazio Campidilimoni Tokinawa per la segnalazione.




Varnavipra, INDISPOSTI
indisposti.wordpress.com

giovedì 7 marzo 2013

Casa Misteriosa: i Postumi.

Un bel giorno una tipa mi contatta per una festa in una Casa Misteriosa. Due o tre gruppi in una magione di campagna infestata da anarchici punkabbestiosi: casa! Benissimo, come no? Due giorni dopo un tipo mi contatta per una festa in una Casa Misteriosa. Beh, vi avevo già detto di sì, no problema, basta decidere la data. Pian pianino con la tipa e il tipo continuiamo ad accordarci per i dettagli ma quando esce fuori che la prima voleva farla venerdì 15 febbraio e l'altro sabato 23 febbraio mi rendo conto che stavamo parlando di due diverse Case Misteriose! Avendo reperti fotografici solo della seconda di questa vi racconto. Dell'altra vi basti sapere che bruciavano rapaci impagliati, sono andato via alle 7 di mattina e se per caso sbagliavi casa ti sparavano. Uno di quei rapaci l'ho messo in salvo, si chiama Barba Johnny e mi controlla l'ingresso di casa. Dicevamo, Casa Misteriosa in territorio del comune di Montecosaro MC. Dove esattamente? Ti ci portiamo noi bendato. 5 o 6 gruppi a suonare, allora chiedo quanto tempo posso occupare e siccome sò anarchici per loro è ok che faccia il set completo. Siccome sò anarchici andrà a finire pure che ci dovremo scannare tra noi per fare la scaletta. E invece no, saggiamente hanno riconosciuto a LA TOSSE GRASSA il ruolo di headliner. Né servi né padroni, a parte il Sommo. La festa nasce come benefit, raccolta fondi per i fratelli anarchici in galera. Poi però, resisi conto che i due giorni seguenti c'era Zelig ha prevalso la via del connotare la festa come "Concerto Anti-Elettorale". E siccome noi tifiamo Rivoluzione Sociale (incivile) daje! Nnamo!


La nomina del Radical Macabre Tanzkommando è stato un po' più macchinosa del solito. Da tempo si era prenotato Jacopone da Tosi, che in questi ambienti è solito pascolare e quindi si sarebbe trovato circondato da facce amiche, ma poi è successo che è stato assunto per lavorare dietro le quinte di Zelig e quindi ecco che non poteva più esserci. L'altro convocato, su esplicita richiesta del tipo che mi ha contattato, è il Vescovo Teodoro che sì, concede prontamente la sua disponibilità. C'è da rimpiazzare lo Jacopone, però. "Masoschiavo" comincia a fare quella faccetta da "io ci vengo, però ci dev'essere il vino, la pasta e l'elicottero". Eravamo lillì per comprare un elicottero quando due giovani ninfe Tossine dichiarano di voler venire con noi all'evento e pronto scatta il "SI', senza se e senza ma" di "Masoschiavo". Ottimo lavoro, ragazze! Quindi, previo copioso aperitivo ultra-piccante in patria partiamo alla ricerca di questa Casa Misteriosa io, "Masoschiavo", il Reverendo Tequila e queste due suddette Tossine, stipati in un'automobile insieme alla nostra attrezzatura; il Vescovo Teodoro lo troveremo già sul posto. Data la presenza di una maggioranza assoluta di femmine arriviamo in ritardo. Fortunatamente però in quanto anarchici il loro ritardo era ancora maggiore, così quando arriviamo sul posto parcheggiando in una palude una delle band che dovevano suonare nel pomeriggio stava per iniziare giusto in quel momento. E poi una ha pure dato forfait! Il tempo di acclimatarci e di fare amicizia col vino che è già ora di cena. Quando vedo alla cucina Gigio, noto anarchico in perenne stato di putrefazione ho un sussulto al cuore, ma alla fine devo dire che questo rancio a base di pasta e fagioli non è stato niente male! O forse ero già ubriaco.


Si socializza, si fa mente locale e ci si guarda intorno. Ok, l'impianto elettrico è attaccato con lo scotch. Non tiene, ma ogni 2 minuti passa uno ad attaccarlo meglio, quindi ok, ce la possiamo fare. Le casse, che trasmettono costantemente gli Electric Wizard, l'orchestrina lounge del nostra aperi-cena radical macabre (l'alternativa è qualcosa tipo gli Assück, quindi grazie signore) le sento un po' in difficoltà, o forse era in difficoltà il mixerista, non saprei. Viene allestita una bancarella che vendeva libri anarchici e sento un brivido corremi lungo la schiena, prevedevo già una pericolosa uscita di liquidi, ma sono stato bravo e non ho comprato nulla. Quando posso mi disimpegno dalle varie conversazioni e mi metto in disparte nella sala adibita a backstage per allacciarmi bene gli anfibi da combattimento, in vista dell'esibizione. Lì faccio conoscenza col gatto borghese di casa, che immediatamente comincia a farmi i dispetti giocando coi lacci. Lo prendo in bracico e lo porto a "Masoschiavo", che voleva usarlo come oggetto di scena. Non lo vidi mai più. Cominciano ad avvicendarsi i gruppi spalla, e noi nel frattempo un po' beviamo, un po' ascoltiamo, un po' beviamo, un po' chiacchieriamo, un po' beviamo. Tutto regolare, considerando invece che c'è gente che dipinge. Tra le band che si esibiscono prima di noi ci sono gli A.N.O. di Jesi AN che, narra la leggenda, in sala prove di tanto in tanto si prodigano in una versione swing di "Lo Vuoi Nel Culo". Sia chiaro che vogliamo le prove. Costoro tra l'altro mi invitano a leggere pubblicamente per loro un'introduzione scritta di loro pugno, ma vengono sbagliati i tempi per cui la cosa risulta inefficace. Se non controproducente, dato che il sottoscritto non è affatto ben visto dalla totalità del pubblico presente e percepisco diverse smorfie nell'anima.


Sì, perché, come ci è stato fatto notare in un altro contesto simile in west coast, non è affatto facile 'passare' in certi ambienti per un progetto come La Tosse Grassa. Laddove gli spazi commerciali lamentano brutalità e bestemmia facile, e gli ambienti rrruock lamentino l'assenza di musica vera e propria intesa come energie sprecate in prove e costosi strumenti musicali (più i pedali)... Gli ambienti antagonisti lamentano il nostro essere biologici (cioè carnivori e sessisti) e la nostra ironia, perché come diceva il noto anarco-primitivista Jorge da Burgos "il riso è un vento diabolico che deforma il volto e rende gli uomini simili alle scimmie". Stasera tutti i presenti, noi compresi, sono una meravigliosa compilation di disadattati, che puntano a gioire insieme nonostante le proprie storture. Alcuni di questi disadattati però le proprie storture le devono far pesare al prossimo, per cui occhio alla temibile Inquisizione Anarchica, i cui rappresentanti quando comincia la nostra esibizione escono dalla sala indignati (successo qui come altrove in situazioni analoghe). E noi ci divertiamo anche alla faccia loro, rompendo lattine di birra coi denti, prendendo per il culo in senso metaforico quelli che hanno suonato prima, prendendo per il culo in senso empirico Tossine che si avvicinano troppo, finendoci tutto l'alcool disponibile al bar, facendo dare la mano in segno di pace al Papa dimissionario con un tyrannosaurus rex, ballando lenti languidamente avvinghiati col Culto della Tosse Grassa, anche qui presente in gran copia. Poi tutto finisce, non rimane più niente, e torniamo a casa a intossicarci di cocktail allo zenzero al punto che strappo dita a morsi a tipe innocenti e il giorno dopo manco me lo ricordo.





martedì 5 marzo 2013

Passatempo di Osimo: i Postumi.

A Passatempo di Osimo AN c'eravamo già stati, grazie al Reverendo Lele Ggì e la sua parrocchia, che lì conoscemmo e che tempo fa tanto insistettero per farmi esibire all'Olimpico di Passatempo in fascia protetta. Finì che inseguii un cane a fini di sfruttamento sessuale sotto gli occhi di mille bambini. Ma il Degrado non poteva fermarsi lì, no. Per cui i fidi parrocchiani passatempesi si adoperarono per corrompere le anime pie delle due sforbicione del Bar dello Sport, ricettacolo di pecorelle smarrite che passano il tempo a giocare a briscola, vendersi la madre sulle slot e dir male dei politici tutti, il tutto sotto sovrabbondanti porzioni di alcole. E per non farci mancare nulla tale bar si trova "vicino alla chiesa". Bene, se non lo troviamo noi sarà lei a trovarci. Sì, perché le due signorine al fin hanno ceduto per cui LA TOSSE GRASSA apparirà loro, c'è solo da decidere in che data. Siamo nella Settimana Grassa, quella del Carnevale, ed essendo delle navigate rockstar non è così scontato trovare un momento in cui sarei stato disponibile, ma alla fine si riesce ad optare per venerdì 8 febbraio. E per il Radical Macabre Tanzkommando? Portare il Reverendo Lele Ggì sarebbe stata la soluzione più ovvia, ma no! Il signorino vuole ubriacarsi e godersi lo spettacolo. Come se noi non gli dassimo da bere a sufficienza... No, pretende "il meglio". E quindi che fare? Accontentiamolo: portiamo il top delle classifiche! Tosi e "Masoschiavo", che non beve più, ha smesso. Ma per fortuna dice anche le bugie.


Mentendo ai miei uomini sugli orari come si fa con le donne (quando arriviamo in ritardo è perché mi dimentico di farlo) arriviamo puntualissimi come al solito, nonostante con noi ci fosse comunque un'esemplare femmina, il Reverendo Tequila. E nonostante avesse preso a nevicare che il Porcoddìo Del Degrado la mandava, e conseguentemente l'autista "Masoschiavo" si stesse cagando sotto. Ma promettendogli tanto tanto da bere (non aveva smesso?) riusciamo a convincerlo a salpare per Passatempo al grido di "Accamperemo qui stanotte!" Il posto lo troviamo subito perché la nostra pelle comincia a friggere: dobbiamo essere vicini alla chiesa. Chiediamo informazioni a un 'tipico' (un qualche vecchio videogame tradotto a cazzo proponeva 'tipico' quale termine per indicare uno della popolazione locale) e ci indica il bar, che era lì proprio sotto i nostri occhi. Praticamente avevamo già parcheggiato. Quindi scendiamo con tutti i nostri pacchi pieni di amore, sfondiamo la porta e ci facciamo strada tra i pensionati acidi. Ne scansiamo un paio, ci presentiamo e comincio subito a piazzare la mia postazione: sì, il programma della serata prevede anche che mi trasformi in Dj Smegma e mi faccia da solo un pre- e un after-show. No problem, finché c'è Iggy Pop c'è speranza, ce la posso fare. Rapidissimo check indolore per i residenti e ci piazziamo egregiamente tra il cesso (che sarà il nostro spogliatoio), i videopoker e dei muri luminosissimi che che cazzo c'avranno avuto da esse così luminosi, mmah... (vedi foto sopra) Siamo pronti. Giusto in tempo per l'ora dell'aperitivo, ora in cui ci precipitiamo sul bar.


Abbiamo venti minuti prima di andare a cena (a Sirio, astro poco distante dove c'è una bella rosticceria), un po' poco per farsi almeno due giri di aperitivo, ma verificato che eventuali ritardi verranno imputati al povero Reverendo Lele Ggì e non a noi stiamo più tranquilli. Ingurgito pertanto due vodka e crodino con porzioni generosissimamente sballate in favore della vodka, giusto sporcata dal crodino, e con un ritardo ignorabile con un po' di diplomazia ci rechiamo a cena col nostro capro espiatorio. Al nostro desco ci sarà gran parte della parrocchia di Passatempo: naturalmente il capro Reverendo, Filu Spinatu, Morrissey (proprietario di un'auto marchiata dal Culto della Tosse Grassa per via di un grazioso adesivo con la copertina di "TG2", auto che poi in una futura occasione ci sarà utilissima, prima o poi vi racconto pure questa), Barabba con un vestito da Biancaneve che gli donava tantissimo (complimenti in particolare per le scarpe), un paio di malcapitati e una Tossina che diventa subito bersaglio sessuale del nostro "Masoschiavo" che non beve (l'ho visto servire cavallerescamente vino prima a lei che a se stesso, cose inaudite; nella foto sopra invece lo vedete impugnare un precario). Mentre a servirci... Carramba! C'è Trilli, vecchia conoscenza, una porzioncina di chiappe molto ambite dalle nostre parti, ci penserà Tosi a puntarla famelicamente (come avrebbe fatto Chikatilo) per il resto della serata! E io? Il mio cthulhoide dorme sonni tranquilli, sta per arrivare il Reverendo Red Ronny. Nel frattempo magnamo come non ci fosse un domani. L'oste ci rimpinza a dovere fornendoci porzioni abbondantissime di pappardelle al cinghiale, più vino, pizza vvanzata, misteriosa ciccia non meglio identificata... (no, è solo che me sò scordato che fosse) E caffè, ammazzacaffè, e sò pieno come un ovo.


Torniamo al locale e, pigliando un Varnelli al volo vado subito a djare. Nel frattempo mi rendo conto che molte cose sono cambiate. Le due proprietarie sono diventate una un Re Magio (solo dopo molto tempo mi renderò conto che intendeva essere Freddie Mercury) e l'altra un camionista metallaro (dopo leggermente meno tempo mi rendo conto che intendeva essere Michael Jackson). C'è il Vescovo Teodoro, con una maschera che è la sua stessa faccia, e c'è una Tossina (da London!) che ha adottato il medesimo espediente di travestimento. E poi... C'è una parrocchiana che, nel nome del Culto della Tosse Grassa, si era travestita da Sommo (sarei io) nella mise dello scorso tour!! Ossequi alla signora. Il concerto si svolge regolarmente, con una sacca di resistenti locali che continuano a giocare a carte nonostante il pubblico monti sopra il loro tavolo per vedere meglio ("uno spettacolo raccapricciante", così commenteranno in seguito ad un nostro agente). "Carbone" la dedico subito a quei poveretti che quotidianamente si giocano casa sulle macchinette mangiasoldi che ci circondavano. Durante "Lo Vuoi Nel Culo" (dedicata invece alle belle al bar) si compie il consueto rito della sborra addosso al pubblico, che stavolta risponde armato anch'esso di lattine piene di sperma!!! Il risultato è un pavimento scivolosissimo, praticamente impraticabile. Tutti noi lotteremo per la vita ad ogni passo. Tosi starà sempre per terra, favorendo così la penetrazione a "Masoschiavo". Fondamentalmente questa esibizione assume quindi un tono orgiastico anale sin dal quarto brano. Uno spettacolo raccapricciante, concordo. Pure sado-maso, visto che per terra ci sono pure i vetri di innumerevoli bicchieri schiantatisi al suolo (tra i quali un mio vodka tonic): nella foto il Re Magio in scena insieme a noi che scopa via sti vetri mentre Tosi e "Masoschiavo" le mostrano oggetti in tinta col suo costume. Nell'Orgia approfitto di me stesso dell'anno scorso e al termine dello show bissiamo l'inedito "Ghigliottina E Lanciafiamme" e l'immancabile "Burzum Due" (che prima avevo cappellato divinamente). Dopodiché mi rituffo a djare, ma questa è un'altra storia.