mercoledì 26 dicembre 2012

La t-shirt anticrisi de LA TOSSE GRASSA!

Ormai per Natale è troppo tardi, però ve la potreste regalare per la Befana!
La nuova t-shirt de LA TOSSE GRASSA, stavolta nera, con sul fronte il classico logo "LTG" in bianco su triangolo rosso e sul retro lo slogan anticrisi "NON COMPRO NIENTE" in bianco.
Il prezzo è sempre 10 neuri, non costa di più dell'altra né costa di meno, però se seguite il consiglio dello slogan (un versetto di "BURZUM DUE") poi non spenderete più un soldo.
Disponibili tutte la taglie, dalla S alla XXL!









































Recensione di "TG2", da THE WHITE SURFER

A un anno di distanza dal mostruoso esordio tornano Vanni Fabbri e il suo Culto della Tosse Grassa.
La Russa prende il posto di Che Guevara in copertina ma la ricetta rimane invariata: brutal disco pop, ovvero sermoni satirici trasudanti irriverenza e blasfemia su basi realizzate coi campionamenti più disparati, dall'inno iniziale Ti apro il culto che mixa Fratelli d'Italia al synthpop dei Simple Minds all'horror house di L'ospite d'onore, dalla scorpacciata di Anni Novanta - Beloved, Raf, Cappella - di Sodomia alla rivisitazione dei Pet Shop Boys in Ritardo mentale, dall'improbabile frullato di Pink Floyd, Britney Spears e Rihanna in Sono io la falsa modestia all'altrettanto improbabile mix house / disco-gore di Pezzi di fiche, risate a palate. La medaglia d'oro va a Burzum due, ovvero i Corrs sommersi da una valanga di scorrettezza politica, a compensare momenti deboli o poco ispirati (Carbone, Neri morsi neri impianti, l'innocua Barbara Bobulova) più numerosi rispetto all'album precedente, che non lasciava un attimo di tregua. Insomma, nel complesso un piccolo passo indietro rispetto allo shock del disco d'esordio, ma pur sempre un cazzotto sullo stomaco ben assestato.
In attesa del TG3, chi volesse aderire al Culto della Tosse Grassa può farlo assistendo a uno dei numerosi spettacoli del nostro, sempre fedelmente accompagato e servito dal corpo di ballo del Radical Macabre Tanzkommando.




Alessandro Gentili, THE WHITE SURFER
thewhitesurfer.blogspot.it/

venerdì 21 dicembre 2012

IMPATTO SONORO mi chiede i 5 dischi da portare all'inferno.

IMPATTO SONORO mi chiede i 5 dischi da portare all'inferno.
Gli ho risposto: "Mi sarebbe piaciuto citare dischi di diverso genere per mettere in mostra tutto il mio eclettismo, ma se me ne chiedete solo 5 io all'inferno mi porto solo dischi metal (vabbè, e i Discharge). Magari ottengo qualche sconto."

1. Slayer - "Reign In Blood"
2. Dark Angel - "Leave Scars"
3. Death - "Leprosy"
4. Carcass - "Symphonies Of Sickness"
5. Discharge - "Hear Nothing See Nothing Say Nothing"

L'articolo che ne è risultato (con le mie scelte e quelle di decine di Perno)
lo potete leggere cliccando QUI.




mercoledì 19 dicembre 2012

"TG2" ta i 10 migliori album italiani del 2012 per ROAR MAGAZINE.

La stronza di Roar Magazine mi sta minacciando con ferri arroventati affinché metta il link all'articolo originale. Bastava meno: http://www.roarmagazine.it/recensioni/musica/album-dischi/999-migliori-album-italiani-2012-.html.


Con l'avvicinarsi della fine dell'anno iniziamo a presentarvi le nostre classifiche di fine anno, appuntamento tradizionale con il meglio (e il peggio) di musica, cinema e serie tv. Partendo dai migliori album italiani 2012.
Novità: quest'anno abbiamo deciso di fare sul serio presentandovi delle playlist scelte con i voti di tutti i collaboratori della sezione musica di Roar Magazine. Democrazia totale e partecipativa.

Piccole istruzioni per l'uso (e per la lettura) di questo articolo. Si chiama "Top 10" ma i dischi sono in realtà 12, perché quattro di essi hanno ricevuto lo stesso numero di voti. L'ordine di presentazione degli album non rispetta una gerarchia. Tutti alla pari, dunque. A parte il podio, si intende. Insomma, questa la playlist di Roar Magazine con i migliori album italiani del 2012.



AFTERHOURS - PADANIA

Quella degli Afterhours si chiama disillusione. Non un manifesto politico, ma un affresco. La fotografia di una terra promessa che si scioglie di colpo, come recita la canzone che chiude l’album in questione. Decimo capitolo di una carriera ventennale senza cedimenti o abbagli.
(Emanuele Barletta)

Leggi la recensione di Padania degli Afterhours


CRIMINAL JOKERS - BESTIE

L'armonia è accidentata, prende svolte brusche e inaspettate. I Criminal Jokers suonano come suonerebbero i Cure lasciati impazzire in un saloon abbandonato nel deserto del Wyoming. State cominciando a divertirvi. "...E tu forse l'unico che si è salvato/la nostra città ormai è coperta dal fango": il ritmo si fa più serrato, insistente, acustico. I quattro tirano avanti a gracchiare di tutto ciò che vi circonda.
(Arianna Graciotti)

Leggi la recensione di Bestie dei Criminal Jokers


MELAMPUS - ODE ROAD

I Melampus dimostrano tutto il loro coraggio esplorando con personalità un filone narrativo ancora poco battuto dai musicisti di casa nostra. E con Ode Road si portano a casa un bel nove in pagella, insieme ad una sincera manciata di applausi.
(Emanuele Barletta)
Leggi la recensione di Ode Road dei Melampus


MANZONI - CUCINA POVERA

Se dovessimo tener conto della poetica di un titolo come Cucina Povera, che riporta all’essenzialità ed alla semplicità di una vita al di fuori delle mode, verrebbe da dire che l’obbiettivo raggiunto dai ManzOni va ben oltre le loro stesse aspettative.
(Alice Benedettini)

Leggi la recensione di Cucina Povera dei ManzOni


LA MORTE (R. GAMONDI - G. SUCCI) - S/T

Scrivono i due autori dell’album: “La morte pareggia i destini accomunando tutti i nati ad un esito identico”. Esperienza limite per il corpo umano ed altrettanto di frontiera per l’ascoltatore dell'album, Gamondi e Succi elaborano un progetto destinato, forse, a rimanere irripetibile. Un capolavoro vero.
(Emanuele Barletta)

Leggi la recensione dell'album de La Morte


INDIAN WELLS - NIGHT DROPS

Il punto è: difficile, se non impossibile, andare ad inventare qualcosa di veramente nuovo in un ambito sonoro che nonostante le potenziali combinatorie infinite sembra aver ormai detto tutto e il contrario di tutto. Eppure, due cose sorprendono di Indian Wells: il cristallo puro del suono e la capacità di sviluppare trame ambient di ampio respiro.
(Emanuele Barletta)

Leggi la recensione di Night Drops di Indian Wells


LA TOSSE GRASSA - TG2

Tg2 spinge più sul fronte Anni ’90 (e non solo), laddove il debutto pescava a mani piene dal macrocosmo synth-pop-wave degli ’80 più o meno nascosti. Mancano, inoltre, i colpi da k.o. tecnico istantaneo del precedente capitolo discografico. Verrebbe da dire che Tg2 è un disco più mediato e meno spontaneo, con tutte le riserve del caso. Ad ogni modo, citando i Negazione: lo spirito continua...
(Emanuele Barletta)

Leggi la recensione di Tg2 de La Tosse Grassa


XABIER IRIONDO - IRRINTZI

L'eredità complessiva che Xabier Iriondo intende trasmetterci con Irrintzi è qualcosa di più di un riassunto degli stili attraversati in vent'anni di ricerca sonora: è un preciso modo di intendere la musica. Musica come esperienza densa e inclusiva, come qualcosa di sostanziale che abita lo spazio e agisce in esso. Una visione senza dubbio "politica" del fare arte, nel senso più nobile che si possa attribuire a questo termine.
(Arianna Graciotti)

Leggi la recensione di Irrintzi di Xabier Iriondo


LO STATO SOCIALE - TURISTI DELLA DEMOCRAZIA

Turisti della Democrazia ha sconvolto il già ricco panorama dell'indie italiano, fondendo l'elettropop con una vena critica spiccata e mai nascosta che Lo Stato Sociale ha fatto divampare nei propri pezzi. Spaziando tra "colleghi" musicisti sopravvalutati e tendenze che da "contro" si straformano in "alla moda", il quintetto dipinge un ritratto pungente, ironico, ma del tutto attuale, delle situazioni della quotidianità che ci circondano, e lo fa con una verve che non può passare di certo inosservata.
(Antonio Piero Boldri)


3) UOCHI TOKI - IDIOTI

Idioti è un tour de force lessicale ed interpretativo. Dateci dentro, dunque. Magari armati di “Mille Piani” di Deleuze e Guattari. O con il “Tractatus” di Wittgenstein sottomano. a lingua genera pezzi di cultura. La lingua è l’unico punto di partenza possibile per uno sguardo sul mondo. La mia lingua è il mio mondo.
(Emanuele Barletta)

Leggi la recensione di
Idioti degli Uochi Toki


2) CHEWINGUM - NILO

Un disco pop, senza girarci troppo intorno. I Chewingum non li scopriamo certo nel 2012, anche se per molti probabilmente saranno la grande sorpresa dell’anno. Eppure, va detto che era francamente difficile immaginare una svolta come quella di Nilo, vista la piega stilistica delle produzioni precedenti. E invece. Invece i Chewingum colpiscono con un album completo, canzoni che girano a meraviglia e con le melodie in primissimo piano. Un disco pop, appunto. Ma brillante e in grado di spiazzare, colpo dopo colpo.
(Emanuele Barletta)

Leggi l'intervista a Giovanni Imparato dei Chewingum


ALBUM DELL'ANNO: DRINK TO ME - S

I Drink To Me sembrano cantare da una dimensione onirica e astronomica dalla quale osservano la realtà, inevitabilmente immersa in una luce grigia data dalle nuvole e dalla nebbia, ma anche e soprattutto dalla natura umana. Ci troviamo di fronte ad un album incredibile:coeso, folle, sperimentale, coraggioso, sorprendente.
(Erik Berti)

Leggi la recensione di
S dei Drink To Me





lunedì 17 dicembre 2012

Vademecum per sto natale del cazzo.

Questo sarebbe il titolo che mi piaceva però era troppo lungo (e forse inopportuno) per Roar Magazine, che stavolta mi ha chiesto una playlist natalizia. Ecco che ne è uscito fuori.
(l'articolo originale lo potete vedere qui: http://www.roarmagazine.it/notizie/posta-tosse-grassa/995-tosse-grassa-playlist-natale.html)



Iniziamo a presentarvi i nostri speciali di fine anno, ovvero le tradizionali playlist e classifiche sul meglio/peggio del 2012. Ma con qualche chicca in più. Come antipasto, tanto per gradire, ecco una selezione (molto personale) di "canti di Natale" a cura de La Tosse Grassa. Aspettando, ovviamente, il ritorno della Posta del Cuore


Agnelli, Signori!Quei cari sprovveduti di Roar Magazine continuano a chiedermi degli interventi intorno ai momenti più topici del Calendario Gregoriano. Non essendo riusciti ad andare in galera lo scorso Ferragosto ci ritentano nel Santo Natale. Io non capisco del tutto, essendo il mio compleanno il 26 febbraio, ma in breve realizzo che intendono proprio il 25 dicembre, la data accettata dai poveri cristiani come quella della nascita di Gesù Bambino, la concorrenza! Nascita davvero miracolosa essendo egli stato concepito solo l'8 dicembreDaglie de coro!


Sì, Tu Scendi Dalle Stelle, il canto natalizio italiano composto nel 1754 dal napoletano Sant'Alfonso Maria de' Liguori, che andava ghiotto per le zampogne. 1754. Un bel po' di tempo fa. Contate che il Divin Marchese Donatien Alphonse François de Sade scrisse Les 120 Journées de Sodome solamente nel 1785 e il film "Nekromantik" del tedesco Jörg Buttgereit uscì soltanto nel 1987. Eppure già nel 1754 si esprimevano concetti così macabri, perversi e deviati quali "venire in una grotta al freddo e al gelo". Avanti!


Che poi tra l'altro è chiaro a tutti che sto pargol divin non poteva essere nato esattamente il 25 dicembre, così come non è possibile che fosse un ariano alto, biondo, occhi azzurri essendo nato in Palestina più di 2000 anni fa. Tuttavia per convenzione la Chiesa d'Occidente decise di fissare il Natale proprio in questa data, che guarda un po' coincideva con quella di una pre-esistente celebrazione pagana, il Natalis Solis Invicti, all'epoca dedicato ad un altro mio concorrente ormai superato: il dio Mithra. A proposito, chi me ne regala uno per il Santo Natale?


Potrei scrivere una letterina a Babbo Natale, anche se dopotutto m'interessano molto di più le sue renne (l'unico motivo per cui sia mai entrato all'Ikea). Ma se volessi come potrei fare? La figura di Santa Claus è di proprietà della Coca-Cola Company, cosa che già si colloca in contrasto con la mia indole anti-mercato. Ma anche decidessi di tapparmi il naso e farlo dove dovrei scrivere? In Lapponia? E a che indirizzo? E se non dovesse venire? Una mia amica Tossina è stata così brava che l'ha fatto venire due volte. Forse è meglio che mi rivolga alla Befana. Che vien di notte.


Eheheh, vogliate perdonare il momento autocelebrativo, è che in fondo ci stavamo dicendo un mucchio di cazzate. Innanzitutto temo che a me sti stronzi porterebbero davvero solo carbone, altro che l'AK-47 dei miei sogni. Insomma Natale qua, Natale là, a Natale siamo tutti più buoni...Al massimo come dico spesso, "a Natale sono tutte più bone", ma è perché si vestono tutte a festa ste troie, come ai matrimoni dove le sgami al volo le fighe avanzate, sono quelle che rimangono in fondo al cesto coi capelli frisée. Volete un boccò de cazzo? Non c'è mica bisogno di chiedere per favore.


Ma io non è che sia così contrario al Natale in fondo, eh. É un'occasione in più per fare festa, magna' a stufo e no remorse, rivedere amici lontani che ritornano almeno per salutare la nonna che schiatta, e poi ti fanno i regali (oh, mai un AK-47, che ve lo dico a fare)! Sì, perché in fondo in fondo il Natale a questo serve: a sputtanarsi la tredicesima. Compra, magna, spendi, spendi, incarta, compra, compra, scarta, grazie, grazie, succhia cazzo, ingoia, compra...Poi ti ritrovi a fine feste che hai preso 10 kg e sei sull'orlo di un infarto. Produci - Consuma - Crepa, appunto.


E allora tanto vale scialare. Slaccio il bottone dei pantaloni, il colletto della camicia, e magno. Ci stanno questi torroni al rhum che me fanno mori', letteralmente! Sebaste si chiamano, so' quelli incartati verdi tipo caramella, che grondano alcole da ogni strato di wafer... Tendo a magnammene mezzo per volta, sarà mortale, sarà consumismo, ma so' boni da mori'. Poi oh, chi ha detto che me li devo compra', c'è sempre la rapina come opzione. Uno tende sempre a scartarla come stratagemma anti-crisi e invece è sempre lì dietro l'angolo. Certo, avessi un AK-47 sarebbe tutto più facile...


Va bene, va bene, Ulrike Meinhof non può essere ricordata soltanto per le rapine, ovvio. Ma d'altronde nemmeno la banda Bonnot. In realtà ben pochi di quelli che rubano oggi possono essere considerati semplici rapinatori, semplici parassiti, come ci si rivolge spesso a tali individui in maniera di norma dispregiativa. In realtà chi ruba compie un atto di resistenza contro l'opprimente e vampirico sistema capitalista, che agli sfruttati ruba costantemente, ma nonostante ciò è ben visto e protetto da guardie armate. Ma...Non stavamo parlando del Natale? Scusate, vai con l'inno!


Ok, ok, non è un canto natalizio vero e proprio, ma si tratta comunque di un inno a un sottoprodotto della concorrenza. Cioè...Satana se lo so' inventato i cristiani, quindi se canto un inno a Satana in fondo è come se cantassi un inno a Cristo. Capisco che voi storciate il naso, ma in fondo la ditta è sempre la stessa, no? Stessa cosa se bestemmi, è comunque chiamare in causa la direzione, i soldi li piglia comunque lo stesso padro'. E' come quando vai a votare, o quando compili un borderò della Siae, o quando scegli il canale televisivo da vedere, o un film in una multisala. Io sceglierei un AK-47, ma voi non me lo volete da'! E pensare che in Nigeria non constano un cazzo.


Scusate, sto pezzo non c'entrava proprio una cippa (almeno non prima dell'8 di gennaio), è che ci sono andato in fissa proprio ieri. Shahram Shab-Pareh è un cantante iraniano famosissimo che, bucio de culo, si trovava in California prima della Rivoluzione Islamica quindi ancora sta là a cantare di belle più belle di un Peri (figura mitologica persiana a metà strada tra un angelo e un demone, ancora concorrenza). Ecco, ho divagato di nuovo. Basta, suvvia. Ora ho voglia di vedermi un film, quindi chiudo questa playlist con un'altra canzone natalizia (stavolta davvero), però fatta come piace a me. Ah, al limite anche un lanciafiamme va bene, mi accontento.










mercoledì 12 dicembre 2012

Recensione di "TG2", da OCA NERA

 
Dopo il suo TG1, Vanni Fabbri con il suo progetto La Tosse Grassa ci presenta TG2.
Cosa è cambiato rispetto al precedente? Poco e niente.

O meglio, come in TG1 rimane una certa vena originale nel campionare pezzi anche attingendo a quel che si ascolta in giro.
Direi, anzi, che in questo nuovo lavoro la cosa è riuscita anche meglio.

Rimane il problema che avevo già sollevato per TG1: Vanni condisce il tutto con testi forti, diretti, argomenti scomodi: ma siamo sicuri sia il modo giusto per affrontarli?

E soprattutto: aver piazzato un paio di bestemmie qua e là serve a voler convincere gli ascoltatori di aver davanti un vero esempio di trasgressione?

Quindi ribadisco il concetto già espresso in precedenza: avere idee e la possibilità di esprimerle, soprattutto seguendo le proprie passioni, dovrebbe essere sfruttato in maniera migliore.




Andrea Fiaschetti, OCA NERA
ocanerarock.wordpress.com

I REC U

Fino a qualche tempo fa erano solo voci di corridoio, ma ormai è ufficiale. La controversa "Ritardo Mentale" de LA TOSSE GRASSA (dal secondo album "TG2" del 2012) è stata inserita nella colonna sonora del film "I REC U", diretto da Federico Sfascia e prodotto dalla Rubaffetto Entertainment


Ovviamente no, non possiamo dirvi in quale scena si troverà il brano, per ora potrete solo gustarvene un cincinìn in uno dei vari teaser realizzati per il film. Sì, lo so che sembra un pezzo dei Pet Shop Boys ma in realtà è "Ritardo Mentale" il brano che è stato utilizzato nel primo mezzo secondo!


Per farvi realizzare il ben straordinario calibro del film vi faccio notare che nel cast figura anche Terry Gilliam.
No, non Pierferdinando Favini né Alga Rottweiler bensì Terry FUCKIN' Gilliam.
Un inchino.

La prima del film sarà venerdì 25 gennaio 2013 presso il Cinema Multisala Politeama di Foligno PG, la città dell'omonimo mostro. Lamadonnacallattaccristodioporco non ci sarò, ma quella sera ogni volta che andrò a pisciare mi toccherò l'uccello pensando al film.





"TG2" tra i cinque migliori dell'anno per Emanuele Barletta di Roar Magazine.

In una nota di Facebook Emanuele Barletta di Roar Magazine cita "TG2" de LA TOSSE GRASSA tra i 5 migliori album italiani del 2012.


2012 e canzoncine: Italia

Questa è un po' più complessa, ma ci provo lo stesso. Cinque più altri, come per l'altra.

DRINK TO ME - S
Disco italiano dell'anno perché è: 1) bello e 2) coraggioso pure senza disdegnare la melodia. ricerca sonora e melodie in primo piano. caso più unico che raro di pop di altà qualità.

UOCHI TOKI - Idioti
Già consumato, e verrà consumato ancora. Qua c'è la vertigine della lingua, punto e basta. Suono e parola. Voler spingere sempre più in là il concetto di "pensiero". Tutto bello e pazzesco.

CHEWINGUM - Nilo
Colori, follia e quel tanto di spirito "non me ne frega un cazzo". è un disco pop, ma proprio super pop. si ride e si pensa, con i Chewingum. grandi davvero, in molti li scoprono solo in questo 2012, ma vale la pena dire "io c'ero" già da qualche anno.

MELAMPUS - Ode Road
La notte ed i suoi profeti. Questo finisce direttamente in playlist per la sua unicità. da ascoltare in solitudine, per svuotare mente e coscienza. un breve ma sensuale rituale pagano.

LA TOSSE GRASSA - Tg2
il cattivo gusto che diventa sublime, come la blasfemia a costo zero, la volgarità, la sodomia e le brutture del mondo occidentale. brutal disco pop, campioni rubati a destra e sinistra, grandi sberloni a tanta gente. merita palcoscenici anche maggiori di quelli che ha già.

IN ORDINE SPARSO, A FUTURA MEMORIA:
KARIBEAN - Andersen
LA MORTE - La Morte
XABIER IRIONDO - Irrintzi
INDIAN WELLS - Night drops
AFTERHOURS - Padania
FINE BEFORE YOU CAME - Ormai
THREE SECOND KISS - Tastyville
FUZZ ORCHESTRA - Morire Per La Patria




martedì 4 dicembre 2012

Silicon: i Postumi.

Non ricordo da quale concerto stessi tornando, ma è buona norma dopo un sermone de LA TOSSE GRASSA in un qualche locale marchigiano (ossia dal quale si ritorni in paese nottetempo senza accamparsi fuori sede), fare tappa negli ultimi posti miracolosamente ancora aperti e disposti a somministrare alcole. E' in uno di questi posti che incappo in una serata di over 40 in libera uscita, il che significa sbornie assai grosse e pericolose per il prossimo. Tra costoro, a indossare una ciucca con inaudita eleganza e portamento, si stagliava il severo Gigio, il boss del Silicon Bar, il locale malfamato per eccellenza di Osimo AN. Ricettacolo per disadattati, tossici, galeotti, personalità borderline varie (il mio pubblico!!) collocato proprio nel cuore della cittadina, a 20 metri dalla stazione di polizia, talmente famigerato da avere ben 6 (sei) videocamere di sorveglianza puntate contro. E Gigio, che di questo posto è il capitano, con estrema non-chalance mi comunica di aver avuto la brillante idea di far esibire il sottoscritto nel suo localino. Voglio dì, quelli del pub vicino organizzano i Kurnalcool in piazza con tanto di permessi del Comune e io non posso fà La Tosse Grassa qua dentro? Ma certo, cazzo. Manco a dirlo, è un altro di quei posti incredibilmente piccoli, ma sti cazzi, ormai siamo del mestiere! Un bel giorno passo per un sopralluogo, giusto per verificare che Gigio non fosse semplicemente sbronzo quando mi fece sta proposta (non lo era), e vedo che praticamente l'unica soluzione sarebbe suonare su un palchetto di 1 metro per 1 metro coi tanzkommander appiccicati sopra le ascelle. Ahò, chi se ne frega, si può fare. Quando? Venerdì 30 novembre? Ok!


Per la nomina del Radical Macabre Tankzommando una scelta era obbligata: il Reverendo Lele Ggì, a capo della sua parrocchia di Passatempo (frazione di Osimo, ricordiamolo), da tempo mi si candidava come tanzkommander... Stavolta siamo a casa sua, vieni tu, così magari eviti di farti levare la patente! Si beccherà comunque una multa per divieto di sosta, dato che abbandonerà la macchina in centro storico. Chissà come mai. L'altro ancora dobbiamo nominarlo, ma c'è tempo, una soluzione la troveremo presto. A ridosso della data comunico telefonicamente con Gigio per verificare che tutto fosse a posto. "Soffri di vertigini?" A posto un cazzo. "P-p-perché me lo chiedi??" Si sono resi conto che su quel palchetto saremmo stati stretti, e allora che fare? Semplice! Costruire appositamente un soppalco (in due giorni) proprio sopra le teste dei baristi. E si preoccupava della Siae, lui, l'ingenuo! Ok, concedo il mio assenso ma già mi cago ufficialmente sotto. Starò tutto il tempo appiccicato al muro e non basterà, rovinerò comunque di sotto sopra la pelata di Gigio, speriamo sia morbida. E i sogni infranti del povero Reverendo Lele Ggì? Voleva muoversi tanto, voleva portarsi oggetti strani... E c'ha pure le spalle grosse... Sigh... L'altro occorre che sia piccolo e non si muova. Breezer!!! Breezer, dove sei? Ci stai? Ci sta, grazie al cielo. Banzai! Diciamo le nostre preghierine e partiamo alla volta del Silicon pronti alla morte in nome del Porcoddìo del Degrado. Quando poi arriviamo sul posto e... Sospiro di sollievo! Sopra il bancone del bar c'è solo aria, nessun soppalco!... E che c'avranno combinato adesso?? Hanno messo un palchetto a forma di letto a baldacchino in quella stanza che avevamo in fase di sopralluogo definito di comune accordo 'impraticabile'. Wooo-oooh! Ce la faremo!!


Colleghiamo il collegabile, accenno una nota di soundcheck e subito scatta un "ahò, ce voi mannà in galera subito??" No, famo dopo. E' meglio che finito st'aperitivo ce ne andamo subito a magnà! Ci mandano in un pub qua vicino (l'alternativa era una lussureggiante trattoria, ma avremmo avuto posti separati tra diversi tavoli, mentre a noi del Culto della Tosse Grassa occorre convivialità: magnà non è solo una funzione corporale, oh!), quello che aveva organizzato i Kurnalcool, e la cameriera ipervitaminica viste le nostre facce ci trasforma il pub in una trattoria: fanculo hamburger e birra, vai di tagliatelle, vino e bestemmie! Mi piace quando entrano in sintonia, e poi al grido di "tanto paga Gigio" ci hanno trattati benissimo, insistendo perché prendessimo anche dolce, caffè e ammazzacaffè! E come dire di no, se ce lo chiedi con quelle pocce?! Poi torniamo al Silicon e per fingere di non aver preso pure caffè e ammazzacaffè prendiamo altri caffè e ammazzacaffè, che nel mio caso si trasforma in un deleterio rusty nail. La folla si sta radunando da ogni dove e ci si sta preparando moralmente a un delirio oltremisura! Sono qui il Reverendo Red Ronny e il Reverendo Tequila, nonché Tosi e "Masoschiavo", tanzkommander in libertà (ma che più tardi invaderanno il campo). Al bar chiedo una roba ma mi ritrovo in mano un vodka e mela verde centrifugata. Che è successo?? Mah. E' il momento d'iniziare e già capisco ben poco. Breezer e il Reverendo Lele Ggì sul palco e io su un piedistallino minuscolo tra il palco e il suolo. Tempo 5 secondi e mando affanculo il piedistallino conquistando il suolo tutto.


Dentro la saletta ci entrano in 6, più o meno. Tutti gli altri sono un po' nella stanza del bar, sopra il quale un proiettore manda le immagini di ciò che succede da noi, e la gran parte in mezzo alla strada, completamente invasa da Cultisti vari, che ci osservano dal finestrone (vedi foto sopra per comprendere che visuale avessero). Dato che quelli fuori volevano sentire bene, dentro il volume viene alzato a dismisura, rendendo quasi impossibile la vita per chi invece stava dentro. Tant'è che, tutti storditi da volume e alcole vario, in pochi riusciranno a ricordare qualcosa di quella sera!! Le foto più in alto rendono bene l'idea di quanto eravamo confusi. Il Reverendo Lele Ggì sbraccia come non ci fosse un domani e pretende vodka lemon, Breezer indossa una maschera super-metallara che lo trasforma inaspettatamente in un feroce psicopatico (fanculo sti dread: sangue e morteee!!!) che aggredisce il pubblico e pretende vodka lemon. Ci portano un fusto di birra e i tanzkommander ingrati "sticazzi, vodka lemooon!!". Io accetto la birra, faccio tutto il mio concerto, almeno così mi pare di ricordare, sbaglio qualche strofa (mi pare il minimo), insulto ripetutamente il vicino di casa cacacazzi e quando una macchina dei carabinieri passa in mezzo ai nostri adepti gli grido dietro la barzelletta dei caramba che vanno al bordello (almeno credo/spero). Sempre ad un volume esagerato. Stranamente non ci arrestano. Bis finale con "Psicofarmaco" (mi pareva calzante) e qualcos'altro che non più pallida idea di cosa fosse. Poi ricordo solo vodka tonic, cosce e gente sorridente ma che non capiva più un cazzo come il sottoscritto e come i miei tanzkommander, in grado solo di abbandonare le loro macchine a qualcuno che avesse bevuto di meno. Che però naturalmente non c'era.






lunedì 3 dicembre 2012

Trodica: i Postumi.

Che dirvi che già non sapete del Drunk In Public? Dobbiamo farvi un ripassino? Facciamolo, d'altronde un ripassino l'ho fatto anche al locale... Trattasi del pub rock'n'roll che l'eroico Jon Tanfo, frontman della punk rock band demenziale Farmacia Comunale, ha ricavato da un garage tra casa sua e la barbieria del padre. "Un giorno ci faccio un pub", disse. E l'ha fatto davvero. Un piccolo posto ma accogliente e con uno dei cessi più belli della storia del rock. E non parlo della barista, che oltre ad essere la Sig.ra Tanfo è anche una gran bella topa. Peccato giusto abbia il dono della parola. Comunque... Lo scorso anno il boss ci invitò prontamente non appena si rese conto che LA TOSSE GRASSA stava diventando una seria minaccia, e puntualmente anche quest'anno per il tour di "TG2" l'invito è stato rinnovato, così che possiamo di nuovo mettere a ferro e fuoco Trodica! Cos'è Trodica? Una piccola comunità a valle di Morrovalle MC, di cui è una frazione. Un posto con più estetiste che bar, e di conseguenza pieno di maschi dalle sopracciglia rifatte. Cose barbare. E insomma, Jon Tanfo ci fa: "Tornate a suonare al pub?". Risposta: "E certo! A patto che cucini Mamma Tanfo anche stavolta!" Accordato. E quindi che rimane da fare? Ah, sì. Fissare una data. Fatto: sabato 24 novembre. Dopodiché... Nominare il Radical Macabre Tanzkommando. L'energia giovanottistica de Il Vescovo Teodoro e Tarkanov scatta immediatamente bruciando sul tempo ogni altro possibile concorrente, quindi pronti, si va!


Però cacchio, Il Vescovo Teodoro e Tarkanov vengono dalla solita necropoli a sud del mondo, e io come minchia ci arrivo a Trodica?? Ero pronto a organizzarmi coi mezzi pubblici, quando il Reverendo Tequila tira fuori tutti i suoi poteri topoloidi e fa opera di convincimento sul tanzkommander in libera uscita "Masoschiavo", che accetta di accompagnare entrambi sul loco senza doversi per forza ubriacare a morte, e quindi accetta anche l'incarico di farci da photographer, come dicono i giovani. Tutto questo glamour che vedete in queste foto è infatti tutto merito suo! Arriviamo forse un pelo in ritardo ma comunque sempre in anticipo, dato che a fare il soundcheck ci metto sempre 20 secondi circa, che stavolta mi permetto addirittura di saltare a pié pari, tanto ostento sicumera. I tankzommander ancora non sono arrivati, quindi che si potrà mai fare? Bravi, bere! Giusto per far girare l'economia andiamo a farci un economicissimo Negroni (ma con costosissimo buffet) in un altro bar, uno di quei posti in cui i maschi con le sopracciglia rifatte si radunano prima di andare à la discoteca, e nel frattempo ascoltano house di sei anni prima a tutto volume. Gli stessi che più tardi mentiranno a loro stessi simulando disinteresse di fronte alle bestemmie che sentiranno uscire da quell'altro locale 20 metri più vicino. Faranno finta di niente anche quando due tipi con strane parannanze usciranno fuori a ballare un valzer mentre io dentro canto "Barbara Bobulova", al massimo gli grideranno contro un banalissimo "froci" poco convinto, giusto per farsi socialmente accettare dagli altri portatori di sopracciglia rifatte (storico segno di inarrestabile virilità).


Grazie all'uso della telepatia (uno dei tanti doni che mi ha fatto il Porcoddìo del Degrado per Natale) Il Vescovo Teodoro e Tarkanov ci raggiungono lì al bar. Terminato il tristo rituale dell'aperitivo torniamo al pub per il fiero pasto. Con sommo sbigottimento scopriamo che non sarà Mamma Tanfo a cucinare per noi (nooooo) bensì Papà Tanfo che ci prepara con tanto amore una ignorantissima carbonara (sìììììì), tranne per lu poro "Masoschiavo", che a causa di un handicap al cervello che non gli fa digerire i latticini farà penitenza con una pastalpesto. Papà Tanfo è stato proprio contento di dover portare al suddetto disabile la pasta al pesto, tant'è che si palesa recitando la formula magica: "Chi non mangia la carbonara di Papà Tanfo PESTE LO COLGA!!". Che io sappia ancora non lo ha colto, gli è andata bene. Tuttavia questa carbonara è stata comunque un tentato omicidio: prima attacca le coronarie con una copiosissima quantità di porco morto inserita nel condimento, poi ti finisce con la quantità spropositata. Tant'è che nonostante i temutissimi formaggi anche "Masoschiavo" ne mangerà un piatto, non impietosito dalla nostra agonia ma ammaliato dal porco morto in eccesso. Intorno a tutto ciò litri e litri di vino de casa in varie salse. Vino secco, vino dolce, vino nuovo, vino vecchio, vino cotto, vino cotto nuovo, vino cotto vecchio. Tant'è che non vi sto parlando d'altro.


Ok, due parole sul concerto: tutto bene. Fatto. A posto così? No, vabbè, che vi posso raccontare, la folla è diligentemente ammassata ed entusiasta (vedi foto glamour poco più sopra), io sò mbriaco (vedi foto ancora più sopra) e i tanzkommander coi loro cazzo di deodoranti per la casa sono davvero un dito ar culo (vedi foto proprio qui sopra: Tarkanov che aziona il suo gas nervino). Durante "Psicofarmaco" mi lascio prendere dalla foga e mi faccio volare via dalla testa il mio austero copricapo. Vabbè, ma chi non si lascerebbe prendere dalla foga? A chi non piace la foga? Viva la foga! Sì, evviva!! A proposito di fregna, per il concerto ci raggiungeranno anche il Reverendo Nadia Desdemona con al seguito il pisello del tankzommander capo Piccolo Stè, nonché il Reverendo Red Ronny con al seguito una graditissima vagonata di cocchia jesina, qui accorsa per festeggiare il suo compleanno, tant'è che ci porterà anche una lussuriosissima torta che accompagnerà le robuste dosi di vino cotto ancora da mandare giù. Lo spettacolo si chiude con una ormai rara "Sperma D'Artista" nel bis, che stono ancora come una volta, temevo di aver perso lo smalto. Poi autografi, pocce, creste e saluti e drink finali per il colpo di grazia. Mentre siamo in azione per il concerto per ovvi motivi non possiamo tracannare molto. Cosa che in compenso farà il Reverendo Tequila, che in seguito riporterà al paesello una di quelle sbronze colossali che poi ne risenti per una settimana. E nel riportarla a casa naturalmente (come al solito) tenterà di uccidere "Masoschiavo", quello che si era miracolosamente salvato dalla peste.






mercoledì 28 novembre 2012

Hank: i Postumi.

Un bel giorno (era un bel giorno? non ricordo davvero, ma di solito si dice sempre così) mi contatta il boss dell'Hank, baretto di Potenza Picena MC specializzato in chupitos noto ai più per essere estremamente piccolo. Dice che intende fare una serata con me. Mah. Mi auguro che intenda un dj set. Mi dice "passa da me che ne parliamo". E' davvero necessario? Che ci vuole? Si decide una data e via... (minuto di silenzio) Vorrà forse le mie chiappe?? Probabile. Comunque fatto sta che qualche giorno dopo a Montesanto (che è il vero nome di Potenza Picena) c'è la Festa del Vì, appuntamento immancabile per noi avvinazzati (e quei bastardi ce lo sanno e infatti mettono la gabella, stronzoni). Quindi passo anche dalle parti dell'Hank e andiamo a vedere che si dice. Effettivamente il posto è piccolissimo. Effettivamente il tipo vuole le mie chiappe. Effettivamente non vuole farci un volgare dj set bensì un concerto de LA TOSSE GRASSA!! What??? That's impossibile, pal!! Ma l'impossibile è il mio mestiere, quindi affare fatto. Fissiamo la data per venerdì 16 novembre. E come faremo? Mah, semplice. Innanzitutto come membri del Radical Macabre Tanzkommando verranno scelti i meno ingombranti sulla piazza, che caso vuole siano proprio il lanciatissimo Vescovo Teodoro e Tarkanov. Naturalmente non avranno spazio per muoversi come gli piacerebbe quindi più che come ballerini dovranno comportarsi come chierichetti. Poi, dato che alternativa non c'è, collochiamo i nostri corpicini dietro il bancone, dove di solito ci stà il dj, e utilizziamo la console come fosse un altare. Ops! Non è che staremo per fare un'altra messa nera?? Non era nostra intenzione, vostro onore.


Comunque parte l'organizzazione, tutto come si deve, e a ridosso della data ci rendiamo conto di un fatto sconcertante: l'evento facebook creato per quest'appuntamento ha raggiunto quota 120 partecipanti, come le giornate di Sodoma. E dove li mettiamo tutti, che stipati stipatissimi ci si entra al massimo in 30??? Beh, vabbè, si fa per lo sport, speriamo almeno non piova, così chi sta fuori si fa un vin brulé e sta contento lo stesso. Il giorno del concerto i due tanzkommander, accompagnati dalla Tossina personale del Vescovo e da Lu Poru Cece, il feroce cane che quand'era piccolo feci pisciare sotto dalla paura (ora è ancora piccolo, per la cronaca), mi raggiungono nel mio paesello. Ci facciamo un paio di aperitivi sprint stuzzicando un po' di cibo vario, comunque poco per i nostri standard, dato che il posto là è solo un bar e non può darci nulla da mangiare. Quindi arriviamo là con discreto anticipo, parcheggiamo e facciamo un sopralluogo. Dove ci andiamo a cambiare, al cesso? Un Cultista che abita proprio lì di fronte ci offre l'atrio di casa sua, ma alla fine trattiamo per avere lo sgabuzzino del personale, dove miracolosamente riusciamo a entrare tutti e tre insieme. Bene, caffè, ammazzacaffè, dopodiché andiamo di fuori a scolarci quelle due bottiglie di vino necropolitano che i due prodi ballerini si erano portati dal loro paesello, bravi, medaglia! Contempliamo la chiesa lì davanti, dove si stanno tenendo le prove del coro. Bene. E il prete, che abita proprio lì? E' in casa? No, grazie al cielo questa è la sera in cui va a puttane. Bene. Sarà tutto questo, sarà la nebbia, sarà il clima (ahò, non piove ma fa un freddo cane) ma i nostri discorsi vanno tutti a finire su massoneria, omicidi rituali, magia ermetista e robe simili, un salottino televisivo niente male, con ospiti anche il Reverendo Lele Ggì e due Cultisti sopraggiunti da un altro paesello per la messa nera. Ops!


Dato il freddo che ho pigliato il mio organismo (anagramma di "orgasmino") mi grida cose come "piglia un punch, ti prego", così decido di assecondarlo. Mi danno un bicchiere nodoso con dentro punch al mandarino de casa, ehi, è quasi meglio del "vino cotto gold" che m'ero fatto prima! Un po' di chiacchierette con le Tossine accorse per l'appuntamento ed ecco che giunge l'ora e, previo vodka cola di rito (ho appreso nel tempo che è l'unico drink che mi permette di pronunciare correttamente "palpebra di Mara in salamoja") ci rinchiudiamo nello sgabuzzino per cambiarci. Dato lo spazio ristrettissimo dobbiamo decidere l'ordine in cui uscire, che sarà anche l'ordine in cui saremo collocati nelle nostre postazioni: primo Tarkanov, a ridosso della porta del cesso; secondo io, a manovrare le macchine; terzo Il Vescovo Teodoro, a ridosso del bar. Un ragazzo fortunato. Sulle note di "Ti Apro Il Culto" la gente si assiepa davanti all'altare. Ah, no, era già assiepata lì. Nella prima parte del concerto leggo da un messale, che altro non era che un opuscolo di qualche fanatico cristiano contro l'uso della droga (tipo chiodi di garofano, maggiorana, ecc.) che mi era stato consegnato da qualche giovane adepto del Culto Della Tosse Grassa. Naturalmente ogni volta che incontro la parola "droga" la sostituisco con "La Tosse Grassa". Giochino che dura finché non mi rompo il cazzo, al ché lancio l'opuscoletto al pubblico acciaccato lì davanti. Alla fine non era tutto il massacro che mi aspettavo. Il pubblico dentro era chiaramente bello pressato (vedi foto sopra), gente fuori che si picchiava per entrare c'era, ma c'era anche un po' di spazio per lasciar sbracciare davanti il "palco" i due tanzkommander, quando gli andava di uscire e far casino. Per il resto del tempo Teodoro faceva casino dietro al bar, scassando notevolmente il cazzo ai baristi, che tuttavia si faranno poi una bella foto ricordo con noi (vedi foto sotto). Il boss ride pure. L'altro un po' meno.


Al termine del concerto, quando rientriamo nello sgabuzzino per rimetterci i nostri abiti borghesi, ci rendiamo conto di essere tutti un po' confusi. Essere così vicini al bar ci ha un po' disorientati, o forse ci ha disorientati il ritmo e la facilità con cui eccezionalmente questa volta riuscivamo a procurarci da bere. In questa confusione tra le nostre cose arraffiamo su un po' di tutto più o meno inavvertitamente, tra cui un paio di occhiali da sole. Nei giorni seguenti mi coglierà anche uno strano rimorso... E se erano preziosi? E se erano di qualcuno che ci teneva? Verifico: erano nostri. Bene, molto bene. Di sicuro però non è stato involontario il nostro appropriarci di un bel sacchetto di biscotti di mosto che prontamente abbiamo sottratto e fieramente consumato nel parcheggio inzuppandoli anche in del vino spuntato fuori da non si sa dove. Quando uscirà fuori il boss dell'Hank per darci la paghetta faremo goffissimi tentativi di nascondere la refurtiva, ma credo che le molliche sul mio pizzetto fossero alquanto eloquenti. Comunque il brav'uomo fa buon viso a porcoddìo e non chiama i gendarmi. Non pago di tutto ciò vado pure a farmi un chupito di commiato, a base di cacao, assenzio e qualche altra sostanza velenosa. Nonostante il Porcoddìo del Degrado regnasse sovrano riesco ad accordarmi col Reverendo Lele Ggì per avere un passaggio per il mio quartier generale, sollevando così Il Vescovo Teodoro e Tarkanov dall'incarico, così che possano far ritorno alla loro necropoli senza troppe deviazioni. Arrivato al paesello il mio organismo mi dice "fatti una tisana", ma stavolta non gli dò ascolto e mi faccio un assenzio. E' la fine.





sabato 24 novembre 2012

Comunanza: i Postumi.

Una sera d'estate mi trovavo in borghese ad un evento mondano sulla frontiera tra Marche e Abruzzo quando vengo avvicinato da un losco figuro dal cripto-pizzetto che mi comincia a delirare di una possibile data de LA TOSSE GRASSA in una località leggendaria chiamata Comunanza AP. Dal nome sembra tipo una comune hippie marxista, ma poi il tipo svanisce nel nulla e per un po' non se ne parlerà. Finché un bel giorno mi ricontatta per decidere di concretizzare, e si concretizzerà proprio in quel paese lì, in un circolo locale chiamato P.A.R.C.A., e la data prescelta è sabato 10 novembre. Ora, vediamo un po', c'è da nominare il Radical Macabre Tanzkommando, chi potrà mai avventurarsi in zone così impervie e inesplorate? Solo due guerrieri della palude silenziosa come Il Vescovo Teodoro e Tarkanov, stasera al debutto come tankzommander ma che ci segue da apprendista da tempo immemore, solo essi potevano. Giusto un brivido mi corre lungo la schiena quando realizzo che tra chi promuoveva questo concerto c'erano un paio di appartenenti all'area della destra radicale... Ma... Ma... Dove ho sbagliato? Cos'è che non hanno capito?? Dove cazzo mi stanno portando?! Mi tranquillizzano spiegandomi che in un certo senso a Comunanza son tutti bolscevichi, tranne chi va a studiare ad Ascoli: quelli tornano fasci. Evvabbè, mi rispondo da solo, rimango alquanto scettico ma d'altronde è un fenomeno strutturale. Se sei di Ascoli sei fascio, se sei di Loreto sei bigotto, se sei di Mogadiscio sei nero. Non ci son cazzi. D'altronde è così che funziona qua in Tennessee.


Siccome mi piace complicarmi la vita, la sera prima vado ad un evento mondano a Bologna e dormo fuori, per cui tra i vari collegamenti riesco a ritornare nel mio paesello alle 18,55. Alle 19,00 il Reverendo Lele Ggì passerà a prelevare me e i miei attrezzi. Grazie a un suo provvidenziale ritardo di 10 minuti faccio in tempo a cambiarmi le scarpe e sono pronto, previo dopaggio con robuste dosi di caffeina. Qualche stronzo ci ha consigliato di prendere l'autostrada, uscire a Pedaso e poi seguire le indicazioni. Altri 45 km di pratico sterrato separano Comunanza dal casello. Non arriviamo mai. Attraversiamo un paio di canyon, schiviamo qualche coyote e dopo circa sei giorni di galoppo giungiamo al luogo di ritrovo. Un saloon chiamato McKensie, con la esse, con l'accento romagnolo tipico di quelle parti. Scesi dall'auto udiamo un esaurito locale cantare "Guantanamera". Saremo sconfinati in Louisiana? Cacchio, abbiamo superato il Mississippi e non ce ne siamo accorti? Mah. Entriamo e vediamo subito Valerio, il nostro promoter evanescente, quello col cripto-pizzetto, che già beve whisky. All'aperitivo. Bene. Il Vescovo Teodoro e Tarkanov sono già lì, quindi tempo zero se magna. Ingurgitiamo una quantità spropositata di pizza, là ne fanno solo di enormi, e litri e litri di vino. Il promoter pasteggia a whisky. E... Il soundcheck? Ma chi cazzo se ne frega, bevi! Ok! L'atmosfera è più o meno quella della cena di "Non Aprite Quella Porta". Data l'ambiguità della zona cerchiamo di parlare di tutto fuorché di politica. Col cazzo, scatta immediatamente una tribuna politica che pare la Quarta Internazionale. Quando a un certo punto appare il Camerata Sapou, così chiamato per via del maglioncino indossato sopra la sua t-shirt, che in tal modo cela parte della scritta stampata su suddetta maglietta, così che leggiamo solo "sapou".


Gli argomenti a cena si fanno bizzarri. A un certo punto mi chiedono Fabbri, il mio cognome, da dove venisse. What? Parliamo di araldica? No. Per qualche oscuro motivo si erano convinti che Vanni Fabbri, il mio nome, fosse una composizione macabra tipo Marilyn Manson. Sì, ok, Vanni è chiaramente il compagno di merende di Pacciani, ma Fabbri a che si riferisce?... Ehm... Quasi mi piange il cuore a stroncare questa leggenda, ma con gli occhi sbarrati mostro il mio documento d'identità a dimostrare che no, non è nessun nome d'arte. All'ammazzacaffè tutti sono in grado di riconoscere il mio provenire dagli Stati del Nord, dato che preferisco il Varnelli (prodotto della provincia di Macerata, il Nord) alla Meletti (di Ascoli Piceno, il Sud). Oh, si è fatta mezzanotte e di suonare ancora non se ne parla. Anzi, no, se ne parla ora. Teletrasporto e ci rechiamo in un quartiere tutto dedicato a gente bruciata (o giù di lì) dalla Chiesa: via Galileo Galilei, via Savonarola, via Giordano Bruno. Arrivo. Entriamo al P.A.R.C.A., che aveva aperto 10 minuti prima. Immediato soundcheck e cazzo cazzo cazzo, il mio lettore non funziona! Triplo salto mortale e troviamo un'alternativa grazie alla console dei dj che avrebbero suonato dopo. C'è anche un gruppo spalla stasera: un boccione di 5 litri di vino cotto. Il promoter va a whisky, ma noi ci appassioniamo subito alla nostra support band abusandone ripetutamente, un po' come durante il concerto farà il Vescovo Teodoro con Tarkanov (vedi foto sotto). L'esibizione raggiunge rare vette di macabro e grottesco. A un certo punto Teodoro schianta a terra il femore di Pancranio, il nostro cadavere di compagnia, che si frantuma in cento pezzi. Figata, ci siamo rotti un femore ma siamo tutti sani. A parte che eravamo totalmente sbronzi, tant'è che dell'esibizione ricordiamo poco altro. Rammento solo che mi rifiutai di fare l'orgia perché davanti a me vedevo solo una foresta di cazzi. Poi in realtà qualche graziosa gnocchetta c'era, ma ce le avevano nascoste bene.


Terminato lo show ci rituffiamo di nuovo sul vì cotto, finché non mi stomiga, al ché passo all'uso di vodka e cola. Il Vescovo Teodoro mi mostra un bicchiere di vino bianco come ad offrirmene ed ecco che quasi rigetto il pranzo della comunione solo all'idea di avvicinarmi quel bicchiere alle labbra. Il promoter va a whisky, e io riprendo a tracannare vodka cola. In un momento di misantropia cerco un po' di solitudine e scendo allontanandomi dalla musica da giovani che stavano mettendo i dj. Di sotto invece di trovare morte e desolazione trovo un gruppetto di gente che canta canzoni di De Andrè suonate da uno con la chitarra. Come intorno a un falò sulla spiaggia ma senza falò e senza spiaggia. Anzi. Torno su e m'impantano in inevitabili e infiniti discorsi di politica col Camerata Sapou, segno che la sbronza aveva ormai oltrepassato il livello di guardia. Si parla di fantomatiche invasione dei temibili NazBol, creature che l'Oscuro Signore ha mandato sulla Terra di Mezzo per... Per cosa? Boh, la confusione regna sovrana, non ho più un granché cognizione di spazio e tempo e in breve tempo veniamo tutti (non solo noi, tutti tutti) sbattuti fuori. Il circolo chiude. Allora mi materializzo su un muretto, con un bottiglione di vino cotto in mano, gradito ritorno. Forse. Non ho idea di che ora sia e di cosa succeda ora. Un sosia del promoter (che ancora va a whisky) offre ospitalità a me e al Reverendo Lele Ggì, ormai in pieno delirio. Il Vescovo Teodoro e Tarkanov non so che fine abbiano fatto. L'ultima cosa che ricordo è una fuga in auto inseguiti dal promoter a piedi che brandisce un iPad che cantava "Barbara Bobulova". Come fosse il Texas. Come fosse una motosega. Poi vomito.





venerdì 23 novembre 2012

Li Mortacci Tour 2012: i Postumi.

Tutto ha inizio quando i ragazzi del Sottoscala 9, fremente sacca di resistenza culturale a Latina, decide di chiamare LA TOSSE GRASSA per la festa di Halloween, ossia mercoledì 31 ottobre. Forse questa volta è il caso di approfittare di questa data in Lazio per allestire un tour, mi pare giusto. E come chiamarlo questo tour a cavalli tra streghe, santi e morti? Ovvio, Li Mortacci Tour! C'era altra possibilità?? I membri del Radical Macabre Tanzkommando prescelti sono i due veterani Tosi e "Masoschiavo" già sotto allenamento grazie a una sbornia mortale a un altro sermone di poche sere prima. E così, consci del fatto che tutti i proventi del tour verranno reinvestiti in prodotti enogastronomici delle località che visiteremo, a un certo punto si parte! Prima tappa per metano a L'Aquila con pranzetto alla rosticceria siciliana di fronte, il cui titolare si convince che Tosi sia un assiduo frequentatore del posto. Per raggiungere Latina saremo poi travolti da cavalloni di pioggia un po' da ovunque, data la grossa perturbazione. Una volta lì sbagliamo indirizzo (andiamo alla vecchia sede del locale) poi Hitler viene in nostro soccorso e raggiungiamo il posto. Ciao, ciao, pizza, pizza, una partitina a Happy Puppy e nonostante la pioggia a catinelle (in un paio di punti piove addirittura dentro al locale) viene fuori un'ottima festa! C'era Adolf Hitler, c'era Gesù Cristo, c'era un Tampax gigante, c'erano bicchieri ricavati da barattoli di marmellata... Cosa manca? Ah, sì, il concerto! Prima di noi suonano i gemellati Bruno Marcio, da Sabaudia, che hanno anche studiato ben tre nostre cover: "Lo Vuoi Nel Culo", "Robuste Dosi Di Cazzo" e "Sono Io La Fame Nel Mondo" che verranno cantate dal sottoscritto dando quindi i natali al bizzarro esperimento chiamato La Tosse Marcia. Pare che esistano anche delle registrazioni oltre a questa foto, ma non credo che le vedremo mai. Durante il nostro show cogliamo l'occasione anche per omaggiare l'altra band con una rapidissima cover della loro "50.000", nonché per ordinare ufficialmente il Vescovo Laude (ossia Hitler). Seguono danze in istato di ubriachezza molesta e una lunga chiacchierata con la morte.


La mattina il bambino ("Masoschiavo") fa i capricci e non ci lascia dormire. Eravamo soavemente alloggiati nella suite del Sottoscala 9, ma in pratica siamo stati obbligati a svegliarci relativamente presto. Anche perché il Tampax della sera prima era determinato a farci da Cicerone per questo nostro day-off da trascorrere a Latina, perché alla fine tutti ci vogliono ma nessuno ci piglia, e in questo giovedì 1 novembre, giorno dei santi, siamo rimasti a piedi, senza un posto in cui suonare. Grazie all'ospitalità del Vescovo Laude rimaniamo quindi a Latina un giorno in più a fare i turisti. E quindi colazione e poi esilarante Tour del Fascio, a vedere l'obelisco con l'aquila che guarda Berlino, a prenderci giuoco della Sentinella della Patria e della Pace (grandi foto oscene verranno scattate, ma verranno segretate e non ci verranno mai consegnate) e di altri scempi duceschi. Poi subito aperitivo (che a tutti richiamerà la sbornia della sera prima) e conseguente pranzo in un pub di Casa Pound. Non era mica facile trovare alternative, da quelle parti. Naturalmente colgo l'occasione per cagare, e poi tutti a vedere le "bufale della camorra" (vedi foto) al parco, non prima di un bell'ammazzacaffè contemplando uccelli migratori. Immagini che rimarranno indelebili nella nostra MEMORIA, noi che di fotocamere non sappiamo che farcene, dato che chi poteva non se n'è portata mezza per il (giustificato) terrore di vedersela sventrata durante una delle tante sbronze. Finito di bere andiamo a bere, in una birreria. Sono le 18,00. A questo punto della giornata il nostro vate Tampax è già fuori uso, povero lui, portare a bere noi. Non paghi ce ne facciamo un'altra di birreria, e poi finalmente a cena dal leggendario Capocciò con i Cultisti del Sottoscala, delicata cucina laziale tipo trippa, pajata e fegatelli. E vino, vino e vino. Ottimo. Il tutto mentre puttane venezuelane fraintendono i nostri brindisi satanici partecipando allegre, mentre Tosi flirta con una bambina di sei anni (che ci sta!!) mentre il papà di fuori tira di boxe in amicizia. Un tour de force di magnate e bevute e bevute e magnate e bevute e bevute e magnate e bevute, che si conclude con Tosi incastrato da un rumeno ubriaco anch'esso che lo costringeva a parlare del fatto che non fosse realmente Osama Bin Laden. E poi a letto presto. Essendo tutti morti.


Essendo tutti morti passiamo parte della mattina seguente prigionieri del Sottoscala a leggere Bukowski (o a giocare a Happy Puppy, volendo), finché il sorprendentemente redivivo Vescovo Laude contro ogni aspettativa viene a salvarci. Un caffè, saluti e baci e poi si parte alla volta di Roma, Ostia per la precisione, dato che stasera venerdì 2 novembre, festa dei morti, suoneremo al leggendario ZK Squatt, dove fummo già ospiti lo scorso anno. Ma prima che fai, non ci facciamo una bella magnata ad Ariccia, città della porchetta? E' dura dribblare i buttadentro delle varie "fraschette", ma noi andiamo dritti verso quella che c'è stata consigliata da Padre Pio, e quindi giù di porchetta, pappardelle al cinghiale ("Masoschiavo" batterà tutti ordinando ravioli ripieni di cinghiale con ragù al cinghiale), cinghiale alla cacciatora, patate arrosto, tiramisù e caffè. Senza zucchero che siamo a dieta. Poi tra rutti e scoregge andare a vedere il tramonto a Ostia Lido... Ricordarci che è l'anniversario della morte di Pasolini e andare all'idroscalo per vedere l'effetto che fa. Troviamo una specie di mausoleo presidiato da motociclisti ricchioni e uno di noi (ma non dirò chi) prorompe in una frase di pura poesia: "Così impara a dì bè dei sbirri, sto frocio." Grandi momenti da immortalare nella MEMORIA. E basta. Un giretto anche a Ostia Antica a vedere le antiche tabaccherie, poi tutti verso lo squat, dove ritroveremo vecchie conoscenze, tipo la frikkettona che ha fatto un delizioso succo allo zenzero e il prode Sekketto, che proprio quella sera compie gli anni. Cena vegana, mentre ancora ruttiamo cinghiale, a fianco di Joe Cocker sotto acido e tempo 20 drink e 18 cannoni, dopo il concerto dei Light The Bob (il gruppo del festeggiato) e degli Onan In Genere Ingenera è il nostro momento. Siamo sbronzi. Molto. Io m'ero pure fatto un assenzio artigianale che oculatamente ho celato ai miei tanzkommander. Passiamo attraverso lo stargate (vedi foto) e cominciamo uno show memorabile, con tanto di auguri a Sekketto urlati sulla base realizzata per "50.000" (non si butta via niente) e l'orgia più partecipativa della nostra storia, con uomini e donne che ci aggredivano loro (!!) e una folla entusiasta e ballerina come non mai. I balli proseguiranno ancora per ore, con un "Masoschiavo" completamente su-di-giri che balla le Bananarama come non ci fosse un domani mentre Tosi è incastrato anche questa sera in discorsi surreali, stavolta con una frikkettona a caso. Prima o poi, uno per volta, si andrà a dormire.


Il mattino seguente di questo sabato 3 novembre riusciamo miracolosamente a svegliarci ("Masoschiavo" non del tutto, diciamocelo) ed andarcene ad un orario decente. Stavolta dovremo compiere uno spostamento abbastanza lungo: passare attraverso il Grà! sbagliando direzione un paio di volte per poi rientrare nelle Marche e raggiungere in serata San Severino Marche MC, dove suoneremo presso La Birreria Del Borgo. Ma innanzitutto occorre una bella magnata. Ci fermiamo, giusto perché ci piaceva il nome, a Mentana, un paese noto ai più per la sua storia garibaldina, noto a noi perché non c'è un cazzo. A parte un ristorante gestito da un originario dell'Isola Réunion a cui piace giocare con le falci nonché cucinare sostanziose amatriciane al barolo e deliziose mousse di merda. Il vino lo diamo per sottinteso. Spezziamo la monotonia del pomeriggio in viaggio fermandoci poi in un altro allegro paesello per una salugubre boccata di morte e putrefazione: visita aziendale al museo delle mummie di Ferentillo. Giusto per vedere qualcuno che sta peggio. Sport preferito per tutto il giorno sarà prendere in giro il navigatore: gli diciamo che dobbiamo andare a Termoli e godiamo nel vederlo disperarsi ad ogni curva in cui ignoriamo i suoi consigli. Poverino, non se ne capacita, ci piazza frecce enormi che continuiamo a non seguire, ci implora: "tornate indietro quando potete", ma niente. San Severino, arriviamo e ci piazziamo, seppur a fatica: dobbiamo montare da soli il nostro set. Pensa te, circoli ARCI e centri sociali occupati hanno impianti e roadies ineccepibili e qua che siamo in un locale commerciale tocca far tutto da soli. Ma poco male, ci consoliamo con un giretto del paese, andando a bere in un altro paio di posti. Siamo così stanchi che quasi ci fermiamo a vedere "Shrek 2" in uno di questi! Ma distogliamo lo sguardo e torniamo al pub dove dobbiamo suonare. Tutto a posto, l'unico problema è che il tetto è davvero basso e il mio copricapo non c'entra. Mi tocca estrarre dalla valigia il mio copricapo alternativo (vedi foto) il cui utilizzo avevo previsto per situazioni simili. Un saluto al Vescovo Teodoro, al tankzommander Ticà, all'apprendista Tarkanov e via, si parte! Pubblico statico ma attento, a parte quel dito ar culo che grida "pellicciò" (o in alternativa suona la tromba) tutto il tempo. Essendo collocati vicini al cesso ci divertiamo ad aggredire le belle che vanno a pisciare e a chiedere da bere con particolare irruenza utilizzando anche stasera la base di "50.000", col tipo del bar che disperato chiedeva almeno di precisare cosa volessimo... Finiamo in trionfo e finalmente, stavolta non completamente ubriachi, stanotte dormiamo a casa nostra.


Ultima giornata de Li Mortacci Tour, quasi ci dispiace, ma non è vero. Oggi domenica 4 novembre dobbiamo suonare al Centro Studi Libertari Luigi Fabbri, cioè il Circolo Anarchico per farla breve, a Jesi AN. Dobbiamo suonare a merenda come da tradizione, perché la gente del centro storico scassa il cazzo e quindi o si suona a quell'ora lì o non si suona. Arriviamo sul posto in perfetto orario, abbiamo tutto il tempo per bere qualcosa in giro e perderci nonostante il discreto anticipo. Tosi è in forma smagliata, "Masoschiavo" invece è proprio cotto, ma non c'è problema. Avevamo già stabilito che stasera uno dei due tankzommander sarebbe stato il prode Jacopone da Tosi e che, secondo l'epica del "ne rimarrà soltanto uno", solo il più in forma tra Tosi e "Masoschiavo" avrebbe ballato anche stasera. Ergo "Masoschiavo" in bancarella. Gran parte del Culto della Tosse Grassa ci viene a trovare in questa data: sono presenti infatti il Reverendo Nadia Desdemona, il Reverendo Red Ronny, il Reverendo Tequila e il tanzkommander in libera uscita Piccolo Stè. Insieme a noi in questo pomeriggio suoneranno anche i Gerda, eroi locali hardcore... Naturalmente insistiamo nel far suonar loro come headliner. Ovviamente semplicemente perché poi avevamo fretta di andare a mangiare! In realtà c'è stato tutto il tempo di far tutto. Dopo uno show relativamente breve per non rubare troppo tempo all'altra band ci rilassiamo un poco bevendo ancora vino, chiacchierando con gli adepti e pomiciando con le tossine, dopodiché finito anche lo show dei Gerda andiamo in un altro posto dove proprio in quel momento iniziavano a suonare gli OvO che, tanto carini, erano pure venuti a vedere il nostro show. Sì, però tirate via a finire che dobbiamo andà a magnà. Già, perché in un ristorante etnico del centro specializzato in cucina piccante ci aspettavano per la cena aziendale di fine tour. Ed è subito delirio. Vino a volontà, Tosi che sbraita in gran forma pronto al delirio finale prima di stramazzare nel letto di casa al ritorno, "Masochiavo" un po' meno in forma ma che magnando quasi si ripiglia e io che mangio qualcosa di più grosso di me e grondo sudore a litri in estasi da peperoncino. Uno dei momenti più faticosi del tour. Forse la cosa più difficile sarà smaltire tutte ste magnate, ma l'importante è che siamo tutti sopravvissuti anche se con qualche difficoltà. E non era mica detto. Anzi.









giovedì 22 novembre 2012

Intervista per RADIO RUM.

Un bel giorno m'invitano a Macerata per un'intervista radiofonica, presso gli studi della webradio Radio RUM (Radio Università di Macerata), che si trova proprio nella Facoltà di Scienze della Comunicazione dell'Università di Macerata, lager per cervelli che anni addietro frequentai io stesso.
Quante volte ho scritto "Macerata", eh? Una per riga, credo.
L'intervista è stata realizzata per il programma La Meglio Gioventù che, all'interno del palinsesto di Radio RUM, è il programma che si occupa dei musicisti della zona.
Nel giro di due settimane questa registrazione, che contiene oltra a una lunga chiacchierata col conducente anche "Burzum Due" e "Ritardo Mentale", è stata trasmessa più volte. Ma ammò basta.
Quindi l'ho messa su Youtube.
Prendete e godetene tutti.
Macerata.







Recensione di "TG2", da ROCKSHOCK

Per recensire TG2, nuovo album de Il Culto Della Tosse Grassa, ci vorrebbero almeno dieci ascolti (non consecutivi) per capirne davvero  qualcosa. E’ forse il prodotto musicale italiano più folle, anarchico, trash e politically uncorrect dell’anno. Titolo vinto per distacco.

Sembra una compilation di Blob, in cui migliaia di generi (letterari, musicali, televisivi) si uniscono in una feroce centrifuga che mischia tutto e offre un prodotto nuovo e unico. Immaginate Caparezza, Leone Di Lernia, musica dance causale, Gunther And The Sunshine Girls, i Gem Boy e qualunque altra cosa trash vi passi per la testa. I testi sono frutto del delirio più sfrenato, pensati e recitati in un flusso di coscienza incontrollato e irrefrenabile. Ogni canzone è una frustata di provocazione assoluta, sferrata con malcelata nonchalance e una mancanza di vergogna clamorosa. E’ “The Dark Side of Steve Urkel”non ci sono altri paragoni che reggano.

TG2 è formato da 12 pezzi psichedelici, in cui spiccano titoli come Ti Apro il Culto, Sodomia!, Ritardo Mentale, Pezzi di Fiche, Barbara Bobulova. Tratto comune delle tracce è il campionamento con cui gli arrangiamenti sono stati creati, dettato dallo sguardo curioso e onnipresente dell’autore, capace di cogliere tutte le pieghe dei mezzi di informazione. Album elettronicamente perverso, TG2 entra sottopelle e rompe ogni resistenza da parte dell’ascoltatore lasciando brividi di sudore freddo correre lungo la schiena. Sicuramente un cd come ne potete trovare pochi negli scaffali dei negozi di musica, nel bene e nel male. Uno one man show degno di Halloween, tra bit malati e ritmi destinati a creare un gotico sgomento. Il fatto che Il Culto Della Tosse Grassa sia di Recanati, città natale di Leopardi, è il definitivo schiaffo alla decenza e alla vox populi: è l’incipit ideale per chi vuole rompere ogni ortodossia e lasciare che la musica parli per sè.

Tra le varie conseguenze, una in particolare. Potrebbe capitare di alzarsi come da un incubo e chiedersi: “E se avesse ragione lui?”. Dio non voglia.

voto: 2 su 5




Andrea Bettoncelli, ROCKSHOCK
www.rockshock.it