Un bel giorno (era un bel giorno? non ricordo davvero, ma di solito si dice sempre così) mi contatta il boss dell'Hank, baretto di Potenza Picena MC specializzato in chupitos noto ai più per essere estremamente piccolo. Dice che intende fare una serata con me. Mah. Mi auguro che intenda un dj set. Mi dice "passa da me che ne parliamo". E' davvero necessario? Che ci vuole? Si decide una data e via... (minuto di silenzio) Vorrà forse le mie chiappe?? Probabile. Comunque fatto sta che qualche giorno dopo a Montesanto (che è il vero nome di Potenza Picena) c'è la Festa del Vì, appuntamento immancabile per noi avvinazzati (e quei bastardi ce lo sanno e infatti mettono la gabella, stronzoni). Quindi passo anche dalle parti dell'Hank e andiamo a vedere che si dice. Effettivamente il posto è piccolissimo. Effettivamente il tipo vuole le mie chiappe. Effettivamente non vuole farci un volgare dj set bensì un concerto de LA TOSSE GRASSA!! What??? That's impossibile, pal!! Ma l'impossibile è il mio mestiere, quindi affare fatto. Fissiamo la data per venerdì 16 novembre. E come faremo? Mah, semplice. Innanzitutto come membri del Radical Macabre Tanzkommando verranno scelti i meno ingombranti sulla piazza, che caso vuole siano proprio il lanciatissimo Vescovo Teodoro e Tarkanov. Naturalmente non avranno spazio per muoversi come gli piacerebbe quindi più che come ballerini dovranno comportarsi come chierichetti. Poi, dato che alternativa non c'è, collochiamo i nostri corpicini dietro il bancone, dove di solito ci stà il dj, e utilizziamo la console come fosse un altare. Ops! Non è che staremo per fare un'altra messa nera?? Non era nostra intenzione, vostro onore.
Comunque parte l'organizzazione, tutto come si deve, e a ridosso della data ci rendiamo conto di un fatto sconcertante: l'evento facebook creato per quest'appuntamento ha raggiunto quota 120 partecipanti, come le giornate di Sodoma. E dove li mettiamo tutti, che stipati stipatissimi ci si entra al massimo in 30??? Beh, vabbè, si fa per lo sport, speriamo almeno non piova, così chi sta fuori si fa un vin brulé e sta contento lo stesso. Il giorno del concerto i due tanzkommander, accompagnati dalla Tossina personale del Vescovo e da Lu Poru Cece, il feroce cane che quand'era piccolo feci pisciare sotto dalla paura (ora è ancora piccolo, per la cronaca), mi raggiungono nel mio paesello. Ci facciamo un paio di aperitivi sprint stuzzicando un po' di cibo vario, comunque poco per i nostri standard, dato che il posto là è solo un bar e non può darci nulla da mangiare. Quindi arriviamo là con discreto anticipo, parcheggiamo e facciamo un sopralluogo. Dove ci andiamo a cambiare, al cesso? Un Cultista che abita proprio lì di fronte ci offre l'atrio di casa sua, ma alla fine trattiamo per avere lo sgabuzzino del personale, dove miracolosamente riusciamo a entrare tutti e tre insieme. Bene, caffè, ammazzacaffè, dopodiché andiamo di fuori a scolarci quelle due bottiglie di vino necropolitano che i due prodi ballerini si erano portati dal loro paesello, bravi, medaglia! Contempliamo la chiesa lì davanti, dove si stanno tenendo le prove del coro. Bene. E il prete, che abita proprio lì? E' in casa? No, grazie al cielo questa è la sera in cui va a puttane. Bene. Sarà tutto questo, sarà la nebbia, sarà il clima (ahò, non piove ma fa un freddo cane) ma i nostri discorsi vanno tutti a finire su massoneria, omicidi rituali, magia ermetista e robe simili, un salottino televisivo niente male, con ospiti anche il Reverendo Lele Ggì e due Cultisti sopraggiunti da un altro paesello per la messa nera. Ops!
Dato il freddo che ho pigliato il mio organismo (anagramma di "orgasmino") mi grida cose come "piglia un punch, ti prego", così decido di assecondarlo. Mi danno un bicchiere nodoso con dentro punch al mandarino de casa, ehi, è quasi meglio del "vino cotto gold" che m'ero fatto prima! Un po' di chiacchierette con le Tossine accorse per l'appuntamento ed ecco che giunge l'ora e, previo vodka cola di rito (ho appreso nel tempo che è l'unico drink che mi permette di pronunciare correttamente "palpebra di Mara in salamoja") ci rinchiudiamo nello sgabuzzino per cambiarci. Dato lo spazio ristrettissimo dobbiamo decidere l'ordine in cui uscire, che sarà anche l'ordine in cui saremo collocati nelle nostre postazioni: primo Tarkanov, a ridosso della porta del cesso; secondo io, a manovrare le macchine; terzo Il Vescovo Teodoro, a ridosso del bar. Un ragazzo fortunato. Sulle note di "Ti Apro Il Culto" la gente si assiepa davanti all'altare. Ah, no, era già assiepata lì. Nella prima parte del concerto leggo da un messale, che altro non era che un opuscolo di qualche fanatico cristiano contro l'uso della droga (tipo chiodi di garofano, maggiorana, ecc.) che mi era stato consegnato da qualche giovane adepto del Culto Della Tosse Grassa. Naturalmente ogni volta che incontro la parola "droga" la sostituisco con "La Tosse Grassa". Giochino che dura finché non mi rompo il cazzo, al ché lancio l'opuscoletto al pubblico acciaccato lì davanti. Alla fine non era tutto il massacro che mi aspettavo. Il pubblico dentro era chiaramente bello pressato (vedi foto sopra), gente fuori che si picchiava per entrare c'era, ma c'era anche un po' di spazio per lasciar sbracciare davanti il "palco" i due tanzkommander, quando gli andava di uscire e far casino. Per il resto del tempo Teodoro faceva casino dietro al bar, scassando notevolmente il cazzo ai baristi, che tuttavia si faranno poi una bella foto ricordo con noi (vedi foto sotto). Il boss ride pure. L'altro un po' meno.
Al termine del concerto, quando rientriamo nello sgabuzzino per rimetterci i nostri abiti borghesi, ci rendiamo conto di essere tutti un po' confusi. Essere così vicini al bar ci ha un po' disorientati, o forse ci ha disorientati il ritmo e la facilità con cui eccezionalmente questa volta riuscivamo a procurarci da bere. In questa confusione tra le nostre cose arraffiamo su un po' di tutto più o meno inavvertitamente, tra cui un paio di occhiali da sole. Nei giorni seguenti mi coglierà anche uno strano rimorso... E se erano preziosi? E se erano di qualcuno che ci teneva? Verifico: erano nostri. Bene, molto bene. Di sicuro però non è stato involontario il nostro appropriarci di un bel sacchetto di biscotti di mosto che prontamente abbiamo sottratto e fieramente consumato nel parcheggio inzuppandoli anche in del vino spuntato fuori da non si sa dove. Quando uscirà fuori il boss dell'Hank per darci la paghetta faremo goffissimi tentativi di nascondere la refurtiva, ma credo che le molliche sul mio pizzetto fossero alquanto eloquenti. Comunque il brav'uomo fa buon viso a porcoddìo e non chiama i gendarmi. Non pago di tutto ciò vado pure a farmi un chupito di commiato, a base di cacao, assenzio e qualche altra sostanza velenosa. Nonostante il Porcoddìo del Degrado regnasse sovrano riesco ad accordarmi col Reverendo Lele Ggì per avere un passaggio per il mio quartier generale, sollevando così Il Vescovo Teodoro e Tarkanov dall'incarico, così che possano far ritorno alla loro necropoli senza troppe deviazioni. Arrivato al paesello il mio organismo mi dice "fatti una tisana", ma stavolta non gli dò ascolto e mi faccio un assenzio. E' la fine.
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