Si sta pian pianino profilando il calendario degli eventi sacri al Culto della Tosse Grassa! Dopo il 1° aprile, in cui abbiamo tenuto il primo Pranzo Sociale del Culto della Tosse Grassa, cosa che immagino si ripeterà anche il prossimo anno, ormai abbiamo ben chiara anche la ricorrenza del 4 maggio. O, in ogni caso, la data successiva all'ultimo evento legato alla Esaltazione della SS. Croce in Ribalta ufficiale, manifestazione religiosa che ogni anno si tiene a Belmonte Piceno FM e che noi è il secondo anno che vampirizziamo, imponendoci in coda di tale evento in via del tutto clandestina con il rito della Santa Messa al Porcoddìo del Degrado, l'entità suprema che veglia su tutti noi e che ha inviato me, LA TOSSE GRASSA (e chissà chi altri), su questa terra a tifare per la Rivoluzione Sociale in veste di bardo radical macabre in nome del Degrado Universale. Quindi si rifa anche quest'anno? Ovvio che si rifa anche quest'anno! E anche il prossimo. Se ce rrivamo. Per chi non la conosce Belmonte Piceno è un'antica necropoli picena su cui è costruito un minuscolo paesello che l'anno scorso contava 666 abitanti, quest'anno qualcuno di meno dato che qualche vecchio sarà morto e di nuovi acquisti non mi pare se ne parli. E' il luogo in cui vivono Il Vescovo Teodoro e Tarkanov, entrambi tanzkommander che però stavolta giustamente non si mettono in gioco ballando: sono nell'organizzazione per cui si limiteranno a godersi lo spettacolo. Quindi chi viene quest'anno? "Masoschiavo" e Ticà, che furono i chierichetti dell'anno scorso, si danno malati. Chiediamoci il perché. E allora chi viene? Si fa sotto il Reverendo Lele Ggì! Bravo, coraggio! E poi? Silenzio. Si cagan tutti sotto. Quand'ecco che all'orizzonte si profilo un giovanotto che aspira al proprio debutto nel Radical Macabre Tankzommando: è Filu Spinatu, anche lui della parrocchia di Passatempo, benvenuto! Sarà un battesimo di fuoco.
Nel tardo pomeriggio di sabato 4 maggio c'incontriamo quindi col Reverendo Lele Ggì e con Filu Spinatu nel mio paesello. Per arrivare in quel posto sperduto tra i colli fermani ci vorrà un'ora abbondante. Soprattutto se ci perdiamo per Rapagnà. Ci accompagna il Reverendo Red Ronny, dato che abbiamo anche faccende private da festeggiare: è un anno esatto che l'attaccai su un chiodo al muro e la pomiciai con veemenza. Stessa data, stessa location, stessa cerimonia. Quest'anno però hanno rimosso il chiodo. Arriviamo e vediamo un po' come siamo conciati a Sub-Proerbio, la grotta in cui il rito verrà celebrato! Bell'altare, guarnito con candele, ceri, leggìo trafugato dalla chiesa del cimitero, zampe di pollo e la mandibola di uno morto tre secoli fa. Quest'anno ho anche un suolo, un tappetino a difendere le mie calzature dalla terra in cui è interamente scavato questo posto! Ci sono anche dei fari ben piazzati e l'impianto lo-fi è lo stesso dell'anno scorso, ogni tanto ci abbandona, ma dopo un paio di mattonate ben assestate si ricrede. Un bicchiere di vino, soundcheck di cortesia e su, che praticamente è già pronta la cena, consumata assieme a diversi Cultisti della zona! Pasta al sugo di dinosauro cucinata da Tarkanov e i suoi piccoli aiutanti, un sugo dove c'è tutto: carne ovina, bovina e suina più interiora di specie non identificate, praticamente il long island dei sughi. Poi porchetta avanzata dalla sera prima (suonava il mio collega Marco Masini, ma su un palco là fuori, non qui sotto), salame della curia vescovile, vino a fiumi e non ci facciamo mancare nemmeno il dolce, un delizioso rotolo nutelloso. C'è pure il caffè! L'ammazzacaffè poi andiamo a prenderlo alla bettola di "Calvaire". Poi altri due da lu Siccu, il bar più in di Belmonte, dove incontriamo anche il neo-ordinato Reverendo Pippo Teardrop, della parrocchia di Forlì. Finiti, non ci sono altri bar, torniamo a bere a Proerbio. Nel pre-show il direttore artistico Vescovo Teodoro ha deciso che dobbiamo ascoltare solo Wendy Carlos, ma poi il popolo si ribella e mettono robe più à la page, tipo Lo Stato Sociale o i Menace Ruine. Beviamo a oltranza nelle nostre stanze finché non ci comunicano che è ora di cominciare!
La vestizione procede con molta calma per far stare a suo agio Filu Spinatu, che sta caricando col vermouth le sue pistole ad acqua, in qualche modo bisognerà benedirlo, questo pubblico. Il rito comincia e il pubblico accorso da ogni dove si colloca dove meglio può. E' buio e per leggere dal messale ho armato il mio copricapo con una piletta da minatore. Efficace, c'ha pure l'effetto strobo. Il Reverendo Lele Ggì e Filu Spinatu al mio fianco, da bravi chierichetti. Propongo una versione aggiornata dello "Inno Al Porcoddìo Del Degrado", che viene cantato sempre e solo in questa cerimonia annuale. Il pubblico è serio e posato, come si può evincere dalla foto sopra. Tranne il figlio di Dino, quello che l'anno scorso come quest'anno m'insultava per pubblicizzare il concerto. Un sopravvissuto dagli anni '70 (sì e no) che sarà il mio diacono della serata, sgaruffando in mezzo alla terra, dando manate a destra e a manca e tentando anche un improbabile stagedive dall'altare, anche detto 'ascensione'. Il vino abbonda durante tutta la cerimonia, nella quale beviamo anche in memoria di Jeff Hanneman, abbonda anche nella coppa brandita dai miei chierichetti (nella foto più in alto potete vedere il Reverendo Lele Ggì che si lascia grondar addosso del vino), ma a un certo punto la Critica Radicale (che nel pre-show si rivela anche dj à la page) mi ruba il bicchiere. Chiedo gentilmente allo staff di averne dell'altro e mi portano un bocciò da 5 litri. Questo è parlare. Il rito, con tanto di Orgia, procede senza intoppi diciamo che era il rito stesso ad essere un intoppo, quand'ecco che... In uno dei teaser di quest'anno c'era un tale Manuel che tentava il dissing cantandomi contro una canzone di Gigione che insinuava che me piacesse u bbiscotto. Costui aveva minacciato di presenziare al rito e io mi ero preparato al suo arrivo inserendo un blasfemo cut-up di brani di Gigione in coda al secondo canto dello "Inno Al Porcoddìo Del Degrado", e proprio in quel momento, manco fosse la sua sigla, manco ci fossimo accordati prima, egli appare!
Sorpresa! Sgomento! Concludo il rito con "Mima Morte" e mi tolgo dalla scena rientrando nelle mie stanze insieme ai due chierichetti. Filu Spinatu, in preda al Degrado, tenterà di entrare in un corridoio che non c'è ma che secondo lui era dietro un Palazzo Palazzi (identità segreta del tanzkommander Valentina Sì) appeso al muro. Torno giù e c'è l'Inferno. Manuel canta Gigione e Jo Donatello sopra i dischi, non sulle basi, sui dischi, con tanto di voce originale. E' un fiorir di fini metafore sessuali: biscotti, gelatini, calippi e bomboloni, c'è pure l'inno al diabete. Tra un brano e l'altro intermezzi sinistri orchestrati dal Vescovo Teodoro, si passa da un lento violento a un brano dei Mayhem cantato dal Cultista Marat, tutto ciò sotto lo sguardo vigile del diacono (vedi foto) nonché di un pubblico in delirio, me compreso: c'è una foto che mi ritrae a cavallo di una scopa, cosa che non ricordavo. E fortuna che nella foto non si vedeva che gridavo "Unicorno!" Il perché mi sfugge tuttora. Concluso il delirio la sbornia continua, vado a bere ancora nel bar a fianco (quello in) passando per cunicoli e scavalcando una staccionata. Vi trovo l'aftershow di Manuel, il tutto diventa sempre più surreale e mi appassiono in particolare a un brano con una base tutta sballata che non vi sto a dire, ed è quasi l'alba, ora di andare a nanna. Il Reverendo Lele Ggì a casa di Tarkanov mentre io, il Reverendo Red Ronny e Filu Spinatu presso la casa per ferie Il Piercing, già sperimentata quando si girava il videoclip di "Burzum Due". Solo che la porta di una delle due stanze non si apre. Ci proviamo in ogni modo, grimaldelli, zampate, spallate, arieti... Niente da fare, allora io e il Reverendo andiamo a fare i porcelli sul divano già occupato da Masini la sera precedente, che vi facciamo sapere che non ha nemmeno toccato le pizze che gli avevano portato. E Filu Spinatu pure andrà da Tarkanov. Che però non apre a nessuno, ha saggiamente preferito portarsi a letto una sconosciuta. L'indomani scopriamo che: 1. Sub-Proerbio sembra una cantina, tanto è intriso di vino; 2. il portatile del Vescovo Teodoro è stato spaccato dal dente di uno morto tre secoli fa; 3. i miei due poveri chierichetti hanno dovuto dormire in macchina. Non so come stanno loro ma io son tre giorni che cago.
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