lunedì 23 settembre 2013

Porto San Giorgio: i Postumi.

Porto San Giorgio FM è una località della costa marchigiana che ho sempre vissuto poco o niente. I ricordi più vividi delle mie esperienze a riguardo si esauriscono con le mie attese di treni diretti a Pescara che l'asettica vocina della stazione dice che fermano anche a "portosàn" giorgio, come fosse un signore giapponese invece che un posto di mare. Poi un giorno mi contatta il Presidente, un darkettone del fermano già noto alle forze dell'ordine, che vorrebbe avere LA TOSSE GRASSA nel contesto di un non meglio precisato "evento antifascista". Dato che mi interessano entrambi i concetti accetto subito senza starci troppo a pensare. Di lì a poco vengo contattato telefonicamente da una voce che subito mi benda per non farmi avere troppi dettagli e che mi spiega un po' meglio la situazione: si tratta di una festicciola che avrà luogo nel misterioso ex Dopo Lavoro Ferroviario. Un posto che una volta era un centro sociale, ora non lo è più ma si spera presto lo sarà di nuovo. Va... Bene. Se magna? Sì, sì, ci sarà modo di mangiare qualcosina [risata satanica], un panino... O... K. Facciamolo. La data destinata per questo evento è domenica 25 agosto. No problem, non rimane che nominare il Radical Macabre Tanzkommando. Impossibile non approfittare di nuovo della presenza sul territorio dell'autentico Masoschiavo, che sfrutteremo di nuovo prima che se ne torni a Toulouse, an frans. L'altro eletto è Il Vescovo Teodoro, a rappresentare la sua diocesi, quella di Fermo, che è anche quella presso la quale si svolgerà questo evento. Che poi scopriremo avrà il nome di "We Fight Back Part 4". Ci siamo persi le prime tre, speriamo di capirci comunque qualcosa della trama.


Un po' da vere rockstar pianifichiamo di arrivare lì con discreto ritardo alle 19, snobbando quindi quanto sarebbe avvenuto lì dalle 17, orario annunciato come inizio della baldoria. Dopo rapide consultazioni delle mappe di Google nonché delle interiora di qualche piccione riusciamo a trovare il posto, un ampio cortile dimenticato da dio proprio di fronte al municipio. Ampio parcheggio, che è anche l'ampio cortile, uno spazio cucina con griglia e bar, uno spazio chiuso da cui provengono esalazioni mortali (stanno graffitando gli incantevoli interni), una bancarella con pubblicazioni anarchiche con titoli che mostrano di aspirare alla tanto agognata pacificazione sociale quali La Miccia! e Il Machete! (di cui più tardi sottrarrò una copia) che tosto conquistano la mia attenzione... E un tunnel scavato in una vegetazione che ricorda il bosco stupratore de "La Casa" (vedi foto). In fondo a questo tunnel c'è un tavolino con (tra gli altri ciaffi) due casse, un mixer e un microfono. E' lì che si suonerà, ma più tardi. Molto. Perché non c'è musica, regna il silenzio. Perché non c'è musica e regna il silenzio? Perché non c'è la corrente. Perché non c'è la corrente? Perché manca una tedesca. Tolte le facili battute sulle turiste di cemmania (già esaurito tutto il catalogo possibile in 5 minuti), voi vorreste farmi credere che la situazione è totalmente bloccata da non si sa quanto perché tra tutti quanti nessuno è in grado di far saltare fuori una fottuta presa tedesca?? Proprio così. Ce ne facciamo una ragione e ci mettiamo a bere. Il Vescovo Teodoro era già sul posto insieme al tankzommander in panchina Tarkanov. Tirano fuori una bottiglia di un vino talmente orrendo che preferiamo quello del posto. Prendiamo dei micropaninetti con salsiccia senza far troppa fila perché tanto là, poverini, son quasi tutti vegetariani o vegani, se non addirittura peggio.


Intanto si fa buio. Allora? Abbiamo trovato la tedesca? L'accendiamo questa luce? No. Accendono delle candele. L'atmosfera si fa inaspettatamente romantica. Tra vino, sangria e insalate di riso si procede per abbastanza tempo. Incontriamo il Presidente, il suddetto darkettone che mi contattò, accompagnato dalle sue segretarie. Insieme faranno il dj set a fine serata, se mai questa serata inizierà. Le segretarie sono infatti angosciatissime da questo ritardo dato che, poverine, l'indomani fadigano. Tra i vari personaggi pittoreschi e borderline che si avvicenderanno al nostro desco (noi compresi) all'improvviso appare un trafelato viaggiatore. E' Bello Dentro, un Cultista arrancato fin qui da Catania, tra carghi mercantili, treni regionali e chissà che altro (nella foto sotto è quello che caga). Accamperà qui stanotte, e alle 7 di mattina riprenderà il trenino per ritornarsene a casa. A casa in Kansas. E all'improvviso la luce! E con essa la drammembeiss! Parte un dj set confuso che se non altro ci ricorda che c'è un futuro, nonostante il generatore ogni tanto abbia un mancamento. Noi un po' smarriti: che succede? Chi sta suonando? Ogni tanto ci affacciamo per cercare di capirci qualcosa. Intanto arriva il Culto della Tosse Grassa: il Reverendo Tequila, il Reverendo Lele Ggì, "Masoschiavo" (the false!), qualche Tossina e qualche Cultista. Dopodiché altra difficoltà tecnica. Dovrebbe partire il live di una band hip hop ma gli manca un cavo fondamentale. Miracolosamente ce l'ho io in tasca, glielo presto e così riescono a suonare. Le segretarie del Presidente mi malediranno per questo. Anch'io, un po'. Questi giovani non sono malaccio ma il pubblico proprio se li caga poco. Poi l'attitudine è quella che è: siccome va di moda prendersela con l'organizzazione se la prendono con costei anche quando gli si pianta il pc perché è un Acer. Delusissimi dallo scoprire che non stavo lì per seguire il live bensì perché ero quello che sonava dopo e aspettavo solo che finissero, malediranno anche me. Tocca a noi.


Per qualche oscuro motivo ci ritroviamo le basi tutte a sinistra e la voce tutta a destra. Provo a far notare che la cosa non ha alcun senso ma i nativi s'innervosiscono, cominciano a parlare in lingue morte, terra piatta e cose così. Decido che non è il caso di contrastare le tradizioni locali per quanto mi sembrino bizzarre e partiamo così con questo strano live, tra gente che muore d'amore per noi e altri che mi gridano "pagliaccio!" (vuol dire "pane freddo", in dialetto). C'è anche la Critica Radicale che ci manda affanculo tutto il tempo, ma a questo siamo abituati. Tanta gente, si canta, si balla, si beve Varnelli (preso a un bar poco distante: a quello della festa si sono finiti TUTTO). Essendo un festival ce ne andiamo senza concedere bis, anche perché sennò le segretarie del Presidente avrebbero potuto verosimilmente avere una crisi isterica. La macchina di Masoschiavo si trasforma in spogliatoio nonché banchetto del merchandising e riceviamo parecchi nuovi Cultisti ai quali quasi vendo le mie reliquie sudate. Finalmente ci possiamo rilassare definitivamente e finiamo a svaccarci ballando allegre canzoncine della morte, sollevando tempeste di sabbia e sorseggiando birra Moretti chiedendoci perché mai a Porto San Giorgio non ci fosse Piazza Moretti. "Troppi pochi omicidi", obietterà qualcuno. Scopriamo anche che mentre suonavamo erano arrivati gli sbirri a pretendere dagli organizzatori un permesso ovviamente inesistente. Come se io andassi dal Papa a chiedergli se mi dà la fica. Mentre si parla del più, del meno, di possibili ritorni e dei massimi sistemi il generatore viene di nuovo a mancare. Buio. Silenzio. Sgattaioliamo via come autentici ninja con visione notturna. Nessuno ci vide più. Ma siamo tornati a casa vivi, fidatevi.




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