martedì 16 ottobre 2012

Udine: i Postumi.

Lo scorso giugno sacrificammo la Rituale Piadina di San Vito per recarci a Cloroformio, in provincia di Udine, per suonare alla mastodontica festa di compleanno del boss di un pub locale (tre giorni di concerti, cinque drink a testa, sufficiente!). Fu un delirio, molti friulani rimasero segnati, metà di essi si battezzarono e uno venne persino ordinato Vescovo del Culto della Tosse Grassa: il Vescovo DiMitra. Così il tipo ci cerca di nuovo, per far fiorire la stagione concertistica de The Black Stuff, a Udine, il pub di Joe Black, il festeggiato di cui sopra! Benissimo, sarà un gran piacere! La data prescelta è venerdì 12 ottobre, perfetto. Faccio la locandina, preparo l'evento su facebook, scrivo un orario d'inizio indicativo, facciamo le solite 22,30 e... Subito vengo redarguito "ah matto, ma chette 22,30, metti 20,30!!". Ah. Davero? Vabbè, mettiamo un po' 20,30. Forse sarà un modo di dire friulano, mah... Ok, non rimane che nominare il Radical Macabre Tankzommando per l'occasione, chi mi porto? Beh, una scelta è quasi forzata: "Masoschiavo", dato che ha una figlia nonché groupie minorenne da quelle parti. E l'altro? L'altro siore et siori è un debutto epocale. Da tempo ci segue, prima come semplice Cultista, poi come photographer e ora finalmente si mette in gioco come tanzkommander, per una trasferta per giunta! Signori, vi sto parlando nientepopò (di meno) che di Abigail de Tago Mago, che vediamo qua sotto in tutto il suo splendore mentre veglio su di lui da dietro.


Si parte la mattina presto, in orari per noi inediti, dato che è nostra intenzione fare tappa pranzando nel solito posto nel nulla intorno a Venezia per poi fare un po' i turisti nella città di Udine. Tempo 5 minuti ci rendiamo conto che siamo i peggio. Nulla di più sinistro si aggira per quella città, nemmeno quei giovani studentessi punk che ostentano le loro birre in lattina. Vittime del fuso orario e del magnetismo del nord ci schiantiamo un po' in piazza turbando le anime di un bel po' di passanti e poi ci ritiriamo in un caffè defilato dal centro per un drink decisamente confuso: io prendo una sambuca, "Masoschiavo" una grappa, Abigail un Negroni e la bambina un caffè. C'è chi sta facendo colazione, chi l'ammazzacaffè e chi l'aperitivo. Bbene, molto bbene. Sbrighiamoci, che famo tardi. Arriviamo sul posto e stanno già allestendo tutto con cura, posti a sedere (?!) ed è prevista anche un'introduzione a cura dei Goin' To Chernobyl, la nostra tribute band, che sulle note di "Sadeness" degli Enigma ci presenterà decantandoci in latinorvm. Ok, rapido check come al solito e poi prepariamo subito un piano di lotta. Dobbiamo suonare realmente alle 21, perché la stronza del piano di sopra al locale non dà tregua. Quindi finita la birra che stavamo già bevendo dobbiamo proseguire con un drink ogni mezzora, compresi vodka e crodino e vodka cola. Non possiamo non presentarci sul palco alle 21, perché cazzo, siamo dei professionisti. Professionisti a stomaco vuoto (nella foto un sobrio momento gay nel backstage, perché sì, stavolta avevamo pure un backstage).


Il pubblico comincia ad assieparsi, appare finalmente anche il Vescovo DiMitra, con tanto di mitria personalizzata e quand'è il momento sbuchiamo fuori e iniziamo il nostro show. Il pubblico udinese ci accoglie col loro proverbiale calore. Tutti impalati tranne tre o quattro sciantose che si muovono perché non hanno di meglio da fare. Una in prima fila mi fissa truce con le braccia conserte. A fine concerto mi chiederà un autografo. Su un pezzetto di carta, speravo su una chiappa. Chiaro, c'è chi partecipa, compreso un giovanotto con tanto di facepainting. Su "Gay Porn" abbiamo uno special guest: Gianni da Chernobyl, guitar hero locale che fosse stato per lui si sarebbe suonato tutto il concerto. Verdetto: nun ce pensà. Gli concediamo la profanazione di "Gay Porn" e così è, tonnellate di riverberi alla americana e finalone devastante alla Manowar, pubblico in delirio! Snoccioliamo tutte le nostre vecchie e nuove hit (ok, su "Ritardo Mentale" faccio un casino, lo ammetto), mentre "Masoschiavo" fa una telefonata di lavoro e Abigail de Tago Mago fa un figurone giocando con le macchinine della polizia. E io? Io lecco il culo a un asinello che ci è stato dato come ex voto dal locale. Come bis ci giochiamo in rapida successione "Sono Io La Fame Nel Mondo", "Esame Autoptico" e "Sperma D'Artista", che dalla scaletta regolare erano state escluse. E ora? E ora bagno di fica!


Tutte belle ordinate e in fila indiana, si avvicenda una serie di notevoli gnocche che mi chiedono di firmare dei pezzettini di carta, naturalmente personalizzati con dediche sconce. Si vendono un po' di dischi, si filosofeggia sui testi e si assiste a dei momenti di raro fanatismo ai limiti dell'assurdo, tipo gente che conosce a memoria i report (come questo) e li cita come versetti della Bibbia. Come è giusto che sia, d'altronde. Poi, quando siamo tutti completamente sbronzi, si va a cena. Pizzeria lì a fianco niente male (prendo una pizza con lo speck di Sauron) e, quasi collassati, continueremo a mangiare e bere. Ormai è mezzanotte. E bisogna continuare ad esistere, per cui si continuerà a bere fino alle quattro di mattina, ma i ricordi si fanno più confusi. Milfò, pinte di lambrusco, toast, corali che recitano "I love Sebastian Bach" (credo quello degli Skid Row), api, fiori, whiskey, bariste preoccupate, garmonbozia, sosia di nostre concittadine 20 anni dopo, gente che va a suonare in un posto che è l'anagramma di Porcoddìo, la Slovenia che ci raggiunge non essendo noi andati in Slovenia, ancora autografi... E si va avanti così per ore ed ore. A un certo punto finalmente ci ritiriamo, "Masoschiavo" a compiere incesti mentre Abigail ed io nel nostro hotel, a cui stavolta eccezionalmente non daremo fuoco, nonostante un tripudio di scoregge, biglie nel palato e la mattina dopo partenza verso casa col nostro jet privato. Tappa forzata: di nuovo il nulla intorno a Venezia. E tutto il resto è jetlag.






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