lunedì 29 aprile 2013

Postumi fiume: Italia Wave - Marche; Reasonanz; Pranzo Sociale del Culto della Tosse Grassa.

Lo scorso anno LA TOSSE GRASSA partecipò al concorso nazionale Italia Wave. Ovviamente vinse. Ma a causa di evidenti brogli venne bloccato alla finale regionale. Quest'anno partecipò di nuovo. Sì, perché il presenzialismo totalitario del progetto gli impone di infilarsi ovunque ci sia un pertugio, ciò nonostante è presente un senso morale tale che ogni concorso va bene purché sia totalmente gratuito: se già bisogna investire 50 centesimi per l'iscrizione allora non va più bene, dato che da copione ci saranno sempre BROGLI volti a bloccare l'ascesa del Divino. Altra regoletta autoimposta per una questione di buon gusto (e voi sapete quanto il Sommo tenga al buon gusto) è il non partecipare per più di due anni alla stessa competizione, per cui l'anno prossimo, mettetevi il cuore in pace, La Tosse Grassa non parteciperà di nuovo ad Italia Wave cercando di prenderli per sfinimento come hanno fatto (con successo) altri. Se dovesse essere un festival serio ci chiameranno direttamente come headliner coi Dire Straits a farci l'apertura. E insomma, vi narro cosa accadde quest'anno. Ovviamente La Tosse Grassa viene selezionata per le semifinali regionali, dato che artisti migliori nel mondo non ce ne sono, figurati nelle Marche. Fin dall'inizio hanno cercato di renderci il lavoro più difficile: laddove lo scorso anno semifinali e finali si svolgevano al Mamamia di Senigallia AN, quest'anno per le semifinali dovevamo raggiungere l'impervia località di Lunano PU, in culo al mondo, tra le grotte di Moria. E tutto per una pura formalità, dato che il passaggio in finale era ovvio. Dal nostro punto di vista perché siamo (di nuovo, ovviamente) i migliori, da quello dell'organizzazione perché garantiamo pubblico e spettacolo. Comunque, la data scelta per questa formalità fu venerdì 15 marzo. E' dura trovare qualche tanzkommander (ormai quasi tutte dive, per osmosi) disposto a raggiungere una località così inculoalmondosa solo per fare tre pezzi e ritirare un premio, ma alla fine abbiamo l'adesione del Reverendo Lele Ggì e il debuttante Morrissey da Ibiza, principiante il cui entusiasmo non mancherà di diventare leggenda nel giro di poche ore.


Col così composto Radical Macabre Tanzkommando si parte e si arriva presso l'enoteca L'Angolo Divino (per gli amici semplicemente "l'enoteca") giusto in tempo per mangiare la pasta offertaci dall'organizzatore, un tipo simpatico e cool che fino a una cert'ora ci vorrà un mondo di bene (gira anche il video qui sopra). Ci offrono dell'acqua, quindi prendiamo quattro bottiglie di vino. Un gruppo spalla prima di noi e tre dopo, ci prepariamo e facciamo il nostro brevissimo show. Un'intro che annunciava il nostro nuovo pontificato (era da pochissimo stato proclamato il papa della concorrenza) nonché "Padre Mostro", poi i brani in concorso "Ritardo Mentale" e "Mima Morte". Pubblico (per l'80% composto dagli altri musicisti in concorso) entusiasta, già innamorati di noi, l'oste che ci invita dietro il bancone a farci un paio di cicchetti di schianto perché fu amore a prima vista. Poi ci rilassiamo. Un'altra bottiglia di vino, qualche birra, un paio di long drink e io mi metto a fare il cordiale, socializzando sbiascicando con uno dei gruppi spalla, mentre Morrissey da Ibiza si ubriaca come una topa morta. Che però non muore. Il suo comportamento comincia a farsi molesto, provoca chiunque abbia almeno un capezzolo, confisca bevute agli altri avventori e l'oste si fa serio, dicendoci di dargli un occhio per limitare la sua esuberanza. Ok, ci proviamo. Tale tentativo diventerà lo spettacolo della serata, con come sottofondo musicale una selezione delle ovvietà "trash" più abusate della musica italiana. Tutti a guardare me che tento di immobilizzare un posseduto dal demonio. Sembra un incontro di wrestling, finché esso non si divincola dalla mia presa, cado a terra su un ginocchio e me ne torno, sconfitto, a bere vino. Col Reverendo Lele Ggì cerchiamo di escogitare un piano alternativo per neutralizzare l'ossesso. Uccidiamolo con l'alcool, ci siamo detti: un altro paio di drink lo stenderanno di sicuro.


No way. Continua a fare il suo dovere di indemoniato finché ondeggiando non abbatterà un amplificatore della band con cui fraternizzavamo allegramente fino a un minuto prima (e questa cosa ci salverà la vita), lasciato incautamente sul percorso di Godzilla. Immediato scatta l'accerchiamento, l'oste ha smesso di volerci bene e ci fa una severa ramanzina, ma nel frattempo ci porta altro alcool perché c'è in giro ancora gente entusiasta che continua a offrirci da bere. Io dò sfoggio di tutte le mie arti diplomatiche pur sbiascicando ogni singola parola mentre cercavo di tenere immobilizzato e in castigo Morrissey da Ibiza, che cominciava a rendersi conto che era successo qualcosa, anche se non sapeva cosa. Poi arriva dj Coppino che dà una sberla all'ignaro Morrissey. Eh, no, non si fa. Punto nostro. L'oste si arrabbia ancora di più perché abbiamo fatto arrabbiare dj Coppino. Riusciamo a liberarci dalla morsa della coscienza decretando che semmai l'amplificatore domani si svegliasse con la bua avremmo risarcito eventuale danno, sennò ciao e amici come prima. Riusciamo a uscire dal locale, con l'oste che non ci parla più, e arranchiamo miracolosamente fino al nostro albergo, che avevamo saggiamente preso perché in cuor nostro una vaga idea di come sarebbe andata a finire ce l'avevamo. Non si sa come riusciamo ad arrivare in camera senza distruggere nulla. L'indomani faremo una difficoltosissima colazione e torneremo lemme lemme in patria: a me aspetta una lenta giornata di ripiglio, mentre gli altri due alle due di pomeriggio avevano una partita a calcetto. Poveretti. Nel frattempo l'amplificatore ci fa sapere che sta bene (grazie, Porcoddìo del Degrado) e il Culto della Tosse Grassa, che è vasto e infinito, ci informa che l'oste sta cercando di influenzare la giuria per non farci passare in finale. Ovviamente i suoi anatemi non avranno efficacia alcuna, ma lì mi capacito del fatto che poco probabilmente ci richiamerà a suonare nel suo locale.


La finale è domenica 31 marzo, il giorno di Pasqua, al più familiare Mamamia di Senigallia AN. Sfiga vuole che in quella stessa data avessimo già un altro concerto fissato al Reasonanz di Jesi AN, ma come potevamo avere da prima la certezza che saremmo finiti in finale? (ahahahah) Ma La Tosse Grassa è prodiga di miracoli, quindi per quella sera darà sfoggio del dono dell'ubiquità apparendo in entrambe le location. Nel regolamento del concorso c'è scritto che in finale chi suona per ultimo vincerà la competizione. No, in realtà non c'è scritto, diciamo che è una coincidenza. E il penultimo? Beh, il penultimo è come il secondo classificato a Sanremo: meriterebbe di vincere, ma per un motivo o per un altro non si può fare. Questo giro il penultimo siamo noi. Come dicevamo più su la collocazione è anche strategica: abbiamo un pubblico (di ubriaconi, per giunta) e forniamo la giusta dose di spettacolo. Ma pazienza, dato che gli orari sarebbero incompatibili con lo show di Jesi chiedo di scambiare la mia posizione coi primi in scaletta, che ovviamente accettano giubilanti. Bene. Il piano ubiquità lo considero già riuscito. Ovviamente non fosse riuscito avrei sfanculato il concorso, decisamente meno utile ai miei loschi piani. Ora passiamo al piano vittoria. Testato lo scorso anno, il palco del Mamamia è bello grande, quindi optiamo per uno schieramento di ben quattro tanzkommander! Oltre al Reverendo Lele Ggì e il penitente Morrissey da Ibiza, portato lì con l'inganno per espiare le sue polpe (no, non è un refuso), convochiamo anche i tanzkommander della finale dell'anno scorso: Tosi e "Masoschiavo", che ne ha una in serbo.


Peccato che nessuno lo capisce, il serbo. Pardon, non sono riuscito a trattenerla. Ciò che ha in mente è una rivisitazione della Danza del Drago cinese a base di teschi giganti, sacchetti della monnezza e superchicche. L'idea mi garba, per cui si fa: a realizzare il 'drago' penserà il Reverendo Tequila, che girerà pure il video qui sopra (mentre quello sotto è un montaggio di immagini girate quella sera, opera di Barabba). Zero prove e, in piena digestione del pranzo di Pasqua, si parte. Dopo il solito soundcheck istantaneo accompagnati da un paio di Tossine andiamo a portare ricchezza in un baretto dimenticato da dio con il nostro aperitivo e poi subito a suonare, ché essendo i primi in scaletta si suonerà prestissimo. Convergeranno con noi il Reverendo Red Ronny e, udite udite, addirittura il Vescovo Dimitra dalla diocesi di Udine, con una corte di un parrocchiano e una Tossina. Ci cambiamo sotto gli occhi delle band concorrenti liberando le macabre fragranze di cui i nostri abiti di scena sono impregnati. Tra i fortunati olfattisti anche le vittime del nostro sabotaggio della semifinale, la band sulla quale ho scommesso perché mi piace vincere facile, che suoneranno per ultimi. Sulle note di "Ghigliottina e Lanciafiamme" entra in scena il drago di monnezza e a seguire il Sommo, che canterà il brano dal palco mentre i tanzkommander scenderanno nel vasto pit a far compiere al drago numerose evoluzioni: "Masoschiavo", Morrissey da Ibiza e il Reverendo Lele Ggì a manovrare il mostro e Tosi a guidare i suoi movimenti usando una Superchicca come esca/carota. La poesia pervade l'aria assieme all'aroma di carogna. Poi tutti sul palco per "Ritardo Mentale" e la coda "Sono Io La Falsa Modestia" dopodiché durante la conclusiva "Mima Morte" si riprende il serpentone di monnezza giusto per non mandarlo sprecato. Fine. Consapevoli di avere la vittoria in pugno checché ne dica la giuria ci scoliamo un vodka tonic e, portandoci via il pubblico, corriamo verso la limousine che ci sta aspettando col motore acceso.


Destinazione ovviamente il Reasonanz di Jesi AN, dove avevamo pronti ad attenderci nell'ordine un tappeto rosso, folle di ragazzine esaltate e soprattuto Jacopone da Tosi bello caldo! Sì, perché entrando nel suo territorio non poteva che essere presente quest'ultimo come tanzkommander. E di conseguenza l'altro non poteva essere che Tosi, come natura crea. Arriviamo con la nostra carovana di macchine: alti prelati, tanzkommander ora in panchina, tossine e il sottoscritto e ci fiondiamo dentro il locale già gremito di rispettabili Cultisti in dolce attesa, tra questi anche i malcapitati Uochi Toki, che suonarono lì il giorno precedente e che Jacopone da Tosi ha trattenuto con la forza per sottoporli al mio trattamento. Un brevissimo soundcheck per verificare in your face che lettore cd e base funzionassero e poi subito nei camerini per cambiarci. E farci una canna. E lì, durante la vestizione, accade l'irreparabile. Si rompe la seconda zip (la prima era già rotta da tempo immemore) del mio sottanone di scena. Successivamente verrà riparata, ma comunque in questa serata ciò comporterà il suo abbandono dopo un paio di pezzi, lasciandomi leggermente più nudo del solito (vedi foto sotto). Lo show si svolge senza particolari intoppi, se si esclude una distorsione estrema dovuta ad un cavo traditore e un vodka cola che mi abbandona nel momento del bisogno. Termineremo preoccupantemente sbronzi, almeno secondo i tipi del locale "cacchio, siete arrivati già sbronzissimi!" Falso: in realtà se fossimo stati lì dall'aperitivo sarebbe andata mooolto peggio! Ma bando alle ciance che è ora di andare a dormire: io col Reverendo Red Ronny, Tosi con Jacopone da Tosi e gli altri chissà con chi, ché domani ce ne aspetta un'altra bella grossa!


Già. Il giorno dopo è Pasquetta, il Lunedì dell'Angelo. O meglio, è il 1° Aprile, data sacra e inviolabile per gli amanti delle cazzate come me. O, meglio ancora, è la data prescelta dal Sommo per il solenne primo Pranzo Sociale del Culto della Tosse Grassa. Già nell'aria c'era polline di un fiero pasto che il Divino intendeva condividere col proprio culto, poi ho visto questo video e la faccenda si è resa urgente. Una delle ultime mode diffuse tra i Perno è quella di chiedere l'elemosina ai propri fan più poveri di spirito ma ricchi di danaro per realizzare cose inutili e non richieste: edizioni limitate, videoclip, cene romantiche... Dando al tutto però l'elegante nome di 'crowdfunding'. Pertanto mi sono sentito in dovere di neutralizzare questa piaga adottando la stessa tecnica per organizzare il suddetto Pranzo: chi intende partecipare versa una quota sul mio conto e poi viene al pranzo e se la rimagna tutta. Per promuovere ciò, con l'aiuto del prode Vescovo Teodoro ho realizzato quest'altro video. Abbiamo localizzato un ristorante che faceva al caso nostro: cucina tipica e rustica ma di qualità, prodotti autarchici, prezzi popolari, collocato tra le necropoli picene del fermano, circondato dalla tundra e gestito da una coppia omosessuale interracial. Come piace alla nonna. E li abbiamo portati tutti lì, in culo al mondo. Pian pianino abbiamo radunato 77 partecipanti provenienti da tutto lo stivale, tra ministri del culto, tanzkommander, cultisti e tossine (cioè ce semo magnati e bevuti 1540 neuri de robba). La vastità del Culto della Tosse Grassa mi auguro si possa evincere dalla foto sotto, che raffigura il sottoscritto tra il Vescovo Dimitra, dalla diocesi di Udine e Silvia, she-wolf of the Trinacria, da Palermo.


In seguito ad accordi segreti con la concorrenza riesco ad ottenere dal Dio in carica una bella giornata. Per cui per quanto sia stata difficoltosa la serata precedente tutti si svegliano più o meno decentemente e da tutti i punti cardinali convergeranno al cuore delle Marche. Molti si recheranno direttamente al ristorante, ma io sono tra quei numerosi quelli che invece si fermeranno a bivaccare in un bar di frontiera, dove puoi al contempo farti uno sciccoso aperitivo alla milanese e contemplare un rugginoso aratro. Quando iniziano a chiamarci allarmati dal ristorante ci rendiamo conto che è ora di schiodarsi e diligentemente incolonnati percorriamo gli ultimi chilometri che ci separano dalla sazietà eterna. La nostra ciurma è eterogenea ma nella sua scompostezza ci sono tracce di educazione: si udiranno bestemmie gutturali e rantoli infernali, ma tanta è la fame che staremo ognuno al proprio posto senza far troppo casino, pur alzandoci di tanto in tanto per andare a fumare di fuori. Il nostro culo poi progressivamente diverrà più pesante: si comincerà col fumare dentro e andare fuori solo per farsi le canne. Si finirà con lo spegnere il cannone sul piatto. Veniamo tutti collocati in una grande sala anticamente adibita a puttanaio. Il vino, rosso e bianco per i palati più gentili, è già sul tavolo e verrà costantemente rinforzato dagli alacri camerieri senza che nemmeno ci mettiamo a chiedere: appena vedono che è rimasto un dito di vino nella brocca ecco che la riempiono. Bravi, bravi, nonostante l'evidente smarrimento nei loro occhi di fronte a cotanto degrado (tipo il brindisi "alla nostra cara amica Simona, che si è suicidata nel nome di Satanaaaa!!!"). A tutti i presenti verrà fatto dono dell'esclusivo sigillo che attesta la partecipazione a codesto sacro evento: nella foto sotto vediamo il mio sosia (a sinistra) che fieramente ne sfoggia un esemplare. Dai che se magna.


Si comincia con dei succulenti vincisgrassi, incredibile power lasagna locale grondante interiora di animali morti. Porzioni piccole ma numerose, niente allarmismi. E qui si compirà il Miracolo! Mario, giovane ragazza proveniente da Messina ma per oscuri motivi parrocchiana del Reverendo Mescalina, della diocesi di Bologna, malata di vegetarianesimo da tempo, mangerà di gusto i vincisgrassi nonostante la loro evidente carnitudine! Un mondo migliore è possibile! Lacrime agli occhi, vino alle labbra e procediamo: risotto, pomodorini e champagne, portata gay offertaci dal ristoratore gay, che tutti noi gay abbiamo apprezzato senza ritegno (gli arriveranno anche i complimenti del nostro tankzommander chef Terzì!). Dopodiché è il momento di robuste dosi di cinghiale in salmì. No, Mario, non riuscirà a mangiare anche il cinghiale, si fa quel che si può. Mi chiedono un discorso, ma ho da fare (magnà e beve) quindi taglio corto: "E' bono." Da quel momento il Piccolo Stè, capo tankzommander, crederà di aver mangiato il cantante degli U2. Patate al forno che solo al rimembrarle mi viene l'acquolina in bocca, insalata verde e tiramisù. Il vino nel frattempo è stato consumato a ettolitri. Arriva il caffè e il degenero si fa sentire. Apro la bancarella e approfitto della sbornia collettiva per vendere un sacco di cd e gadget. Nel frattempo ho un'allucinazione auditiva: mi par di sentire i caproni di "Satan Spawn, the Cacodaemon". Tutto vero, qualcuno ha messo nello stereo "Legion" dei Deicide. Da lì il passo è breve verso i grandi successi de La Tosse Grassa e dei Ca.Pe.Al., per i più esoteristi. Nel frattempo berrò dosi industriali di mistrà di casa per ammazzare un caffè già morto da anni, i credenti satolli man mano se ne vanno tutti per la loro strada. Personalmente lascerò il ristorante alle 19,30. Manco a un matrimonio. E non sarò l'ultimo, c'è gente che ancora balla "Sei Qui Solo Per Le Telecamere". E io? Finirò a giocare a Squillo col Vescovo di Udine, sordo alle grida di dolore del mio apparato digerente.



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