giovedì 20 novembre 2014

Meldola Calling: i Postumi.

Una ridente giornata di gennaio mi arriva un messaggio: "senti, a novembre compio gli anni, vieni alla mia festa?" A chiedermelo era Paggio, componente dei Perno nonché uno dei gerarchi del circolo Bevitori Longevi di Forlimpopoli, che poi ho scoperto che in romagnolo si dice Frampùla. Mi viene rivelato che ormai da anni e anni si compie un oscuro rito chiamato Meldola Calling, in un posto che poi vengo a sapere che nemmeno si trova a Meldola FC ma in un generico nulla tra Meldola, Carpena e un altro posto con tre sillabe messe a caso. Sembra sia un festival in cui si alternino eroi locali e perle della scena nazionale, tipo, ovviamente, LA TOSSE GRASSA. Per cui chiaramente diciamo di sì, ci veniamo alla tua festa tra 10 mesi! La data prescelta è sabato 8 novembre, e il posto nel nulla è un circolo Arci che si chiama La Betulla, che in un primo momento m'era parso un agriturismo e già roteavo il martello da guerra, poi no, se magna ma è un comune circolo Arci. Ora, stabilita la data, c'è da far partire l'asta per i tanzkommander. Il primo a dare la disponibilità è Filu Spinatu, della Parrocchia di Passatempo, voglioso di esplorare le cavità della Romagna, dopodiché ecco arrivare Ticà, che mi ricorda che ha tanto bisogno di fare schifo in pubblico ma solo e soltanto fuori dalle Marche. Ed ecco che così il Radical Macabre Tanzkommando si è, come spesso fa, composto da sé. Ehi, Paggio, a che ora dobbiamo trovarci là? Alle 17, cominciamo a bere presto! E' chiaramente una menzogna ma faccio finta di prenderlo sul serio e invito i miei prodi compari a presentarsi puntuali. Ticà ritarda di 45 minuti, lassù nonostante le mappette ruotiamo più volte intorno all'aeroporto ed ecco che arriviamo puntualissimi alle 18!


Tanto Paggio aveva chiaramente mentito. Quando arriviamo il posto è deserto (vedi foto), c'è solo una figurante sul palco che fa finta di suonare una tastiera. Sì, perché è in corso il soundcheck dell'artista erroneamente considerato headliner del festival: in realtà è semplicemente un gruppo spalla che suona dopo. Tipo Manuel. Il salone è uno spietato quadratone a quadretti privo d'insonorizzazione, per cui si sente tutto come se si fosse nella testa di Filu Spinatu qualche ora dopo. Ma questa piaga a quanto pare è riservata solo ai musicisti (giusto!), dato che quando partono i dischi si sente tutto decentemente. Per colpa dei musicisti sul palco ci sono degli strumenti musicali, che Ticà subito minaccia di mettersi a suonare nel duende della danza mistica. Con un'occhiata gli provoco un forte dolore intercostale per cui si dissuade. Perlopiù mi preoccupo di chi potrebbe rovinarci addosso. Ma nel dubbio vado a cagare, nel bagno delle donne, il primo atto di trasgressione della serata. Poi tocca al mio, di soundcheck, che dura finché Paggio non accetta il fatto che il suono da fuori è proprio quello. Segue assalto alla damigiana nel backstage. Sì, perché stavolta abbiamo un backstage. E nel backstage abbiamo anche una damigiana di sangiovese. Poi comincia a radunarsi della gente, è l'ora dell'aperitivo e sono previste circa sessanta persone a cena! E vai di champagne! Secondo atto di trasgressione della serata è attaccare le tartine prima che "siano arrivati tutti" seee, col cazzo, gnamm. Ottimo quelle con salame ungherese e maionese, che infatti svaniscono molto rapidamente. A cena in realtà saremo anche ottanta, capitiamo ad un capo di una lunghissima tavolata, con di fronte a noi lo stato maggiore del Bevitori Longevi, che tra una portata e l'altra ci intrattengono con uno spettacolino hard (vedi foto).


L'uomo a cui viene leccato il capezzolo è il presentatore della serata, che avrà inizio di lì a poco, giusto il tempo di un paio di giri di ammazzacaffè. Io in mancanza di Varnelli vado a Sambuca, Filu Spinatu sceglie di farsi del male a colpi di soviet (cicchetti di birra e di vodka in rapida successione) e Ticà come al solito gioca col cibo: per lui vino rosso corretto alla grappa. Nel frattempo preparo il banchetto del merchandising che, scientificamente posizionato vicino al cesso delle donne, riscuoterà anche un discreto successo nonostante io non sia poi quel gran pezzo di fica che si dice. Si presenta anche quel manipolo di Cultisti della regione, oltre ai battezzati a Frampùla, in primis il Reverendo Pippo Teardrop della Parrocchia di Forlì, ed ecco che partono le danze: montano sul palco i Copertoni Sfondi, che prima del nostro avvento erano considerati i più trasgressivi du monde per via della loro hit "M'Ha Figliato La Maiala". Poverini, gli abbiamo rovinato la carriera. E' poi la volta degli MM40, che esordiscono annunciando al mondo che non bestemmiano. Vabbè, a me cadono i capelli, ognuno c'ha la sfiga sua, ma non è che guadagno più punti se la faccio notare a tutti. Ehi, cumpà, guarda che chierica! Qualche idea buona ce l'hanno ma forse sono solo io che comincio ad essere ubriaco. Preciso per salire sul palco, che ora è il nostro momento! I tempi sono limitati, quindi verranno proposte hit un po' da tutto il repertorio, dalla favorita locale "Lo Vuoi Nel Culo" alle più recenti come "Mentalità". In un momento topico Ticà sceglie di fare il gesto di stringermi i coglioni in mano. Io scelgo di fargli una combo calcio dritto sui coglioni e gancio sinistro sull'orecchio destro. Sostiene che ancora ne porta i segni. Bene.


Finito il set torniamo nel backstage e incrociamo lo sguardo smarrito degli Incidenti Musicali, il trio cantautorale che si esibirà dopo. Neanche il tempo di fargli le condoglianze che ci richiamano sul palco per un bis. Siamo ad un festival, non si fa, masticazzi e "Padre Mostro", con Filu Spinatu che per tutto il brano dorme ai miei piedi a quattro di spade sul palco, e non credo stesse recitando. Gran finale con "Robuste Dosi Di Cazzo", e quando rientriamo definitivamente nel backstage sentiamo pure quel criminale del dj che mette "Killing In The Name" dei Rage Against The Machine e il pubblico che ancora canta "Gargarismi di sborra!!" Il tempo di cambiarmi e vado al banchetto, a fianco del cadavere di Filu Spinatu, con cui le femmine locali si fanno numerose foto, mi auguro lo tagghino presto. All'altro mio fianco ci sono i musicisti che attendono di essere chiamati sul palco e constatano che il suono è esattamente quello che si dovrebbe sentire ora nella testa di Filu Spinatu, appunto. Il tipo sul palco ammette la sconfitta dichiarando che dopo "gargarismi di sborra" c'è poco da fare. E via, andiamo a bere. Finiti i concerti il dj parte con "Blue Monday", mi illudo ma poi cambia subito rotta e vado a deprimermi. Filu Spinatu resuscita miracolosamente e non pago si apparta con una fanciulla sodomita, mentre Ticà si aggira tra i giovani del posto con una damigiana in pugno snocciolando perle di saggezza che non oso immaginare. Dopo ore la festa finisce che ancora continuano le ricerche per la coppia di sodomiti, che stavano comodamente grufolando in una pozzanghera. Non so come finiamo a bere Unicum e mangiare pizza coi fagioli alle 6 del mattino. Al risveglio gli altri due non saranno in grado di pranzare, ma questa è un'altra storia.




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