lunedì 10 novembre 2014

Udine: i Postumi.

L'assassino torna sempre sul luogo del delitto. Figuratevi La Tosse Grassa. Il cui Culto è vasto e infinito e vede tra i suoi più efficienti alti prelati il Vescovo Dimitra della Diocesi di Udine. Il che significa che il Sommo in Friuli Venezia Giulia comincia ad essere di casa. D'altronde questa di cui vi racconto è la quarta occasione in cui mettiamo piede in quel posto bilingue lì. Altro importante complice di Sua Eminenza è senz'altro l'immortale Joe Black, il boss del pub The Black Stuff, che è stato il primo a fare la cazzata ("ma sì, va, ci sto, chiamiamoli"). Ma si sa, errare humanum est, perseverare dioporcum, pertanto è l'ovvia immanenza del Porcoddìo del Degrado ad aver decretato Udine come terreno fertile per cotanta empietà. Così si stabilisce una data, venerdì 24 ottobre. Il Radical Macabre Tanzkommando per quella regione è ormai quasi obbligato: Tosi e "Masoschiavo" si sono radicati anche loro alla regione. Forse più al bancone del bar, a dirla tutta. Questa volta ci portiamo anche due Reverendi marchigiani di sesso femminile, per aver garantito un certo sollazzo (non sia mai ci manchi la passera): il Reverendo Red Ronny, mia favorita, e il Reverendo Tequila, rispettivamente delle Parrocchie di Jesi e Recanati. Partiamo di buon'ora con evidenti problemi di postura, a parte "Masoschiavo", che essendo il più anziano abbisogna di star comodo davanti con la sua copertella. Arriviamo per l'ora di pranzo.


Ma non a Udine, a Spinea. Dove c'è un ristorante ormai tappa fissa per ogni nostra trasferta a nord-est, che con le sue robuste dosi di alimenti a prezzi da pezzenti ci conquistò sin da subito. Fatto il pieno ripartiamo, quando in zona Latisana un incidente apocalittico ci devia verso il nulla palustre. Comunichiamo alla base di un nostro possibile ritardo e Joe Black risponde citando "Marchigian Routine 2". Appena sul posto mi catapulto nel locale per i preparativi mentre gli altri li mando a bere. Dopo rapidi convenevoli e pompini ci mettiam subito all'opra con un soundcheck tra i più lunghi della storia, un po' per lo svacco cosmico di Joe Black, un po' per la certosina cura di un Vescovo Dimitra (per gli amici Ansia) in veste di fonico. Questa volta avremo un camerino/cesso tutto per noi, lo benedico subito cagando in duplice copia, dopodiché è finalmente giunto anche per il momento di bere. E infatti ecco sopraggiungere gli altri. Insieme a loro cominciano a palesarsi anche numerosi Cultisti e Tossine dal circondario, dato che come ormai ben sappiamo l'orario d'inizio dello show è come al solito assurdamente presto, e così in un baleno m'infilo un panino e sei roventi mozzarelline panate in bocca mentre mi scolo un paio di Guinness, e nonostante ancora mastichi sono già a spacciare merchandising al banchetto rendendomi così schifosamente ricco. Anche se di norma questa funzione compete al Reverendo Red Ronny, ritenuta notevolmente più topa di me da gran parte di un pubblico ingiustamente vulvacentrico.


Neanche un caffè e un ammazzacaffè, giusto un vodka cola pre-proscenio e ci chiudiamo dentro al cesso. Per cambiarci. Mentre "Masoschiavo" caga il cazzo col suo filmino della vacanze, che però devo ammettere che alla fine è venuto bene. Guardatevelo pure voi qua sopra, invece di fare quella faccia da cazzo. Dal montaggio si ha come l'impressione che si vada in tour solo per mangiare. Non mi pronuncerò su questa diceria. Diciamo solo che ci piace scherzare sui vegani davanti a una tavola imbandita di animali morti. Sul palco va tutto bene, l'appetito sodomita del pubblico viene placato a sufficienza dall'irruenza dei due tanzkommander e non ricordo di particolari incidenti, forse giusto 7 o 8 bicchieri per terra, ma nulla di straordinario. Tranne un paio di scalmanati, il pubblico udinese mantiene il tipico sentinella-in-piedi style, senza però l'ipocrisia del dover far finta di saper leggere. Ma non ho comunque nulla da rimproverargli, dato che stanno attenti, prendono appunti e mi carezzano le palle. Alla fine alla facciaccia del coprifuoco facciamo pure ben tre bis: "Sodomia!", "Pezzi Di Fiche" e una consueta scorpacciata di "Robuste Dosi Di Cazzo". Dopodiché ansioso di cagare di nuovo mi catapulto in bagno per cambiarmi, quand'ecco che Joe Black mi richiama all'ordine: "Orcodìo, la Pasta della Morte!!"


Vero, cazzo, me ne stavo dimenticando! Come ciliegina sulla torta di questo ritosatanic (sic) c'è anche una spaghettata satura di mortiferi peperoncini dai nomi impronunciabili quanto chiacchieratissimi, e io ho l'arduo compito di servire i primi stronzi masochisti che se ne vorranno infliggere una porzione. Poi me ne farò un piattone anch'io, ma non prima di aver cagato a spruzzo, tanto ormai... E comunque sono circa le 23 e Tosi e "Masoschiavo" cominciano ad essere ubriachi, tant'è che alla mezzanotte, allo scoccare del Negroni offertoci dal Reverendo Tequila che in quel mentre compiva gli anni, io praticamente me lo scolo mentre gli altri lo sorseggiano con difficoltà come tanti piccoli emanuelifiliberti. Dobbiamo rimetterci in ordine, però, perché abbiamo un sacco di cose da fare! La prima è andare a finire di ubriacarci nel locale in cui lavora Viola, Tossina ed ex barista del posto in cui abbiam suonato e cacato. Quest'altro è un locale pieno zeppo di morti viventi, ci troviamo subito a nostro agio: io bevo e faccio a cornate con uno sconosciuto e Tosi muore. Come Kevin Costner. Dopo un po' ce ne andiamo a stendere i nostri cadaveri a letto. Che domani dobbiamo andare sul cucuzzolo di una montagna in Slovenia per cercare un ristorante che invece era a valle, far scansare due ruspe due volte perché dovevamo vedere un segnale di "attenti al lupo", svalicare in Croazia per poi subito pentircene, mangiare orso, cinghiale, cervo, capriolo e puledro (il pony si è salvato per un pelo), bere vino, ginepro, assaltare un castello dai cessi profumati, prendere una birra nel paese dei balocchi dei punkabbestia e l'indomani andare tutti a cagare al Reasonanz. Ma questa è un'altra storia.




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