giovedì 15 gennaio 2015

Cas*Aupa: i Postumi.

Il nostro Vescovo Dimitra, della Diocesi di Udine, è impazzito. O meglio, non è che sia mai stato del tutto cento cento eh, però ultimamente le sue condizioni si sono aggravate. La conseguenza piacevole è che vuole impestare tutto il mondo. Il risultato nell'immediato? Che La Tosse Grassa torna ad esibirsi a Udine dopo poco più di un mese. Stavolta però niente Joe Black, andremo ad esibirci alla Cas*Aupa, circolo ARCI dall'asterisco misterioso, e la data scelta per questa missione è sabato 13 dicembre. Tra le altre cose il Vescovo si è fatto pure esigente, o forse si è fatto più esigente in generale il Culto della Tosse Grassa in questa Diocesi, fatto sta che pretendono sempre lo stesso Radical Macabre Tanzkommando, ché ormai si sono affezionati a Tosi e "Masoschiavo". E nei limiti del possibile, cioè quando i tanzkommander in questione non mi rispondono "corcazzo", il Sommo li accontenta. Come questa volta. E quindi così, faccio un venerdì sera placido in modo da svegliarmi presto la mattina ed ecco che verso le 9 del mattino si parte! Perché così presto? Perché è d'obbligo la tappa al solito ristorante a Spinea VE che fa un menu fisso da pau... Ah, no, il sabato il menu fisso non lo fa. E allora che famo? Andremo a naso. Caricato il Reverendo Red Ronny proseguiamo il nostro viaggio fino al metanaro di Albignasego PD, chiederemo a lui, il metanaro sa sempre consigliarti un buon ristorante. "No, guardi, non sono terrestre, manco mi nutro". Ma che cazz... Così vaghiamo nel vuoto e nella disperazione più totale alla ricerca di un ristorante a caso, nella speranza di divorarci almeno una chiappa di cavallo. Andiamo a finire in una bettola terrificante che ci fa una pasta col sughetto Star, quello che dalle pubblicità sembra delizioso. In compenso però ci offre anche il pandoro. Ripartiamo verso Udine, va'.


Alle porte della città veniamo accolti da una tipa che ruotava su se stessa ai piedi di un semaforo. Lei già ruotava. Il semaforo si fa rosso, dobbiamo fermarci. Lei ruota. "Masoschiavo" dopo un po' realizza che forse è il caso di riprenderla. Lei ruota. Ci nota. Ruota. Il semaforo si fa verde, dobbiamo andare, la lasciamo lì che ruota. Poi il video è stato uploadato da qualche parte ma credo sia scomparso perché Satie non voleva [anzi, no, eccolo, è qui!!]. Per dovere di cronaca faccio notare che la tipa ascoltava qualcosa in cuffia, presumibilmente Biagio Antonacci, Le Luci Della Centrale Elettrica o altre cagate simili che fanno ruotare le teenager. E' prestissimo, per cui parcheggiamo e ci facciamo un giro in centro per i mercatini natalizi facendo attenzione a non calpestare i maratoneti. Dopo lungo sbancarellare decidiamo che l'unico investimento sensato da farsi è in vin brulé. O al massimo in astuccetti made in Portugal. Passeggiando passiamo pure a salutare il Black Stuff ma è ancora troppo presto, lo troviamo chiusissimo. Fattasi quell'ora andiamo a Cas*Aupa. Arriviamo con un leggero ritardo ma siamo comunque schifosamente in anticipo, al punto che Il Vescovo Dimitra stava ancora passando personalmente lo straccio nella stanza che sarà il nostro rifugio! Per acclimatarci cominciamo a bere birrette. Intanto mentre la stufa prende fuoco ci rendiamo conto che la stanza degli ospiti è esattamente il punto più freddo dello stabile, ci dev'essere un fantasma. Pian pianino cominciano ad arrivare le band con gli strumenti veri che saranno i nostri gruppi spalla: uno suonerà prima (Pass) e l'altro dopo (Stayer). Momento gossip/carrambata: scopriamo che Tom Araya, il frontman degli Stayer, è stato un ex di una ex di "Masoschiavo", ed è subito amore. Scopro anche che quando chiamo il Vescovo si gira l'altro chitarrista degli Stayer perché si chiama così. Ce frega? No, nun ce frega.


Dopo il souncheck il fonico mi ama, per ovvi motivi, anche perché ha modo di confrontare la mia tattica con quella di chi si porta strumenti, cavi, pedali, amplificatori, e di norma almeno uno di questi quattro poi malfunziona. A un certo punto arriva il triste annuncio che nessuno voleva sentire: "cena vegana!" La scelta è tra olive e basilico. Le matte risate!!... Tutto in un secchio, grazie (e non lesinate sul patè). Mentre ancora mastichiamo chiamiamo al volo il nostro Vescovo Dimitra, che era invece andato a mangiarsi il suo cosciotto d'agnello a casa sua: "Ci porti quattro kebab, grazie? Due piccanti due no." Ce li porta. Li sbraniamo. I vegani ci guardano, così brutto che mi sento Goldrake. In cambio il Vescovo Dimitra vuole quattro birre medie, mi sembra giustissimo. Tanto andrà a finire che tra le birre che mi offrono perché faccio gli occhioni dolci, tra quelle che mi offrono così perché gli va e tra quelle che mi spettano di diritto, mi avanzeranno pure due drink card!!... Nel frattempo comincia ad arrivare pubblico da ogni dove, addirittura una Tossina da Potenza Picena MC!! Tra questi molti ignari venuti per le altre band che si troveranno inaspettatamente al loro Battesimo ma anche molti Cultisti ormai devotissimi, reduci dalle funzioni precedenti in territorio udinese. Poi come dj c'era il mostro con cui l'altra volta mi sono intrattenuto in chiacchiere, bevute e mosse di catch infinite in quel baretto di zombi in cui lavorava Viola, che spero evangelizzeremo presto. E' il momento di suonare, tocca ai Pass di Sun Dru-Thi, quelli della hit dell'estate "Gli Occhi di Gheddafi", ma gli abbiamo sabotato il chitarrista con dell'ottima erbetta nostrana. Bwahahahahah!!


Poi tocca noi e, signore e signori, accade l'inaspettato: gli udinesi ballano, si scatenano, con in mezzo a loro Tosi e "Masoschiavo" che giocano a incularella! Certo, c'è anche chi se ne scappa inorridito, ma tanto era il pubblico di quelli dopo. Noi veniamo piacevolmente e giustamente osannati al punto che ci fanno fare una cosa che nelle rassegne proprio non si fa, nonnonnò: un bis. Che naturalmente sarà "Robuste Dosi Di Cazzo". Dispiace un poco per gli Stayer, è sempre dura suonare dopo il tuo Dio, ma alla fine hanno anche loro una giusta dose di pubblico devoto o quantomeno educato. Noi nel frattempo ci cambiamo nella nostra stanza che frattanto era diventata camerino del popolo, nonostante il fantasma, e poi riprendiamo a bere, autografi, foto, strette di mano, pompini, merchandising, le solite cose, però di gusto: gente che si litiga i nostri dischi, altri che fanno collette con gli amici perché non c'hanno una lira e gente che fa la fila per offrirmi da bere. Ogni tanto quando odo un qualche classico garage o disco vado pure a fare quattro salti in pista, ma poi piano piano la festa finisce, il Vescovo Dimitra tormenta le femmine, il Porcoddìo del Degrado regna ed è il momento di andare a nanna. Nel frattempo la nostra stanza non ci ha pensato nemmeno, a scaldarsi. Così io e il Reverendo Red Ronny trasciniamo divani e materassi nella sala centrale, vicino la stufa in fiamme, così da dormire calducci. A Tosi e "Masoschiavo" non c'è stato modo di spiegarlo che erano già collassati. Vabbè, tanto il giorno dopo sarò io quello che avrà la febbre, pensa che stronzata. In ogni caso questo non ci impedisce prima di far ritorno di sconfinare di cento metri in Slovenia per sbranarci un orso e un cervo. Con patate.




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