giovedì 5 febbraio 2015

Pratola Peligna: i Postumi.

Il giorno della presentazione di "TG4" a Recanati, nella fase di warm-up alcolico mi si palesa un tipo che per comodità chiameremo Pratolo, che mi dice qualcosa in arabo. O meglio, così l'ho interpretato data la confusione che avevo in testa. Insceno una reazione a caso, tipo brandire un pollo gridando "voglio il mio ooorzooo" e il tipo notata la mia incertezza ribatte con "Dai!", allora prorompo in un più convincente "Aaah, sì!" Era il mio primo contatto con le tribù di Pratola Peligna, posto che naturalmente prima non avevo mai sentito nominare. Qualche tempo dopo decidono di venire su in pellegrinaggio in branco per una serata a caso, che loro speravano essere sanguinaria ma poi verificarono essere invece in tono "Sanremo 82" (true story). Ciò nonostante si trasformano ugualmente in lupi mannari e dopo un po' se ne vanno delusi a bordo delle loro motopecore. Poi ecco che finalmente Silvio, il capobranco, mi contatta per offrirmi una data al suo Garbage Live Club, naturalmente a Pratola Peligna AQ. "Facciamo domani?" "No." "Dopodomani?" "Nooo..." Alla fine ci accordiamo per lunedì 5 gennaio, Vigilia della Befana. Previsti metri di neve, ma il tipo mi tranquillizza: non gliene fotte un cazzo. Allora ok, riprecisi malamente dagli abusi e dai malanni delle combo natalizie conclusesi barbaramente solo pochi giorni prima (ero il dj a un capodanno rock: ho visto fare il trenino con "Born To Be Wild") facciamo mentalmente i bagagli. Il Radical Macabre Tanzkommando era già stato composto a tradimento durante il pranzo del 31 dicembre, approfittando dell'euforia alcolica (quando mai...) di Filu Spinatu e Morrissey da Ibiza. Teoricamente doveva accompagnarci anche il nostro paggetto Rosco, ma ha preferito morire.


Dovremmo star lì per il check almeno alle 19, ci vogliono circa 2 ore, partiamo alle 11 del mattino. Metti che troviamo delle strade difficili? Invece la cosa più difficile sarà trovare un posto per pranzare. Snobbato un seducente "Gristobar" in mezzo ai boschi decidiamo di spingerci fino a Sulmona, patria dei confetti con cui si è suicidato il mio vicino Giacomo Leopardi. Vagando un po' a caso troviamo un ristorante aperto, e vista l'ora e la fame non stiamo troppo a fare gli schizzinosi. Ci accoglie una damigella in costume medievale e Converse. Siamo finiti in un ristorante medievale, con tanto di arredamenti e costumi a tema, musica tipo colonna sonora de "Il Signore Degli Anelli" e/o i dischi de Buresta... Tutte smancerie di cui non avevamo bisogno ma che comunque finiranno sul conto finale, porcamadonna. "Vi posso offrire un amaro tipico abruzzese?" "Ma cerrrto!" Era punch freddo. Con malcelati vaffanculi ce ne andiamo a far schifo in piazza, dove stanno allestendo tutto per il pubblico rogo della Befana. Scopriamo che Sulmona è dominata dai Cavalieri di Malta (quelli veri, quelli del bassista dei Manowar!) mentre noi vistosamente no. Ci rifugiamo in un baretto che sembrava chiuso e ingurgitiamo pericolosi (stavolta sì!) intrugli locali, ma veniamo subito raggiunti dagli psicosbirri! Scappiamo di nuovo e ci rifugiamo a bere in un altro bar rumeno-style ma niente, anche stavolta molteplici specie di forze dell'ordine ci stanno addosso. Consumato il nostro Stravecchio usciamo allo scoperto in piazza, dove stavano finendo di scaricare asini (??) da contenere in un cerchio magico di transenne e dal palco annunciano imminenti "esercizi di obbedienza di gruppo". Sono le 16. Quest'annuncio sommato agli sguardi torvi dei Cavalieri di ci convincono che è meglio se ci togliamo dalle palle. Tra l'altro notiamo che per ogni civile ci sono circa 2 sbirri, sta festa dev'essere pericolosissima!


Andiamo a fare il pieno di metano più costoso della storia del rock (credo che nel serbatoio fosse rimasta solo una scoreggia) e Silvio ci contatta, che già sta in ansia. Una mezzoretta dopo siamo sul posto e possiamo placarlo. Pratola Peligna è un paesello in collina molto più vitale di quel che ci si potrebbe aspettare, con ogni tot metri un rifugio per alcolizzati. Il Garbage è il rifugio rock per alcolizzati rock. Però decadente e depresso, poca California. Ci accolgono subito Silvio e Pratolo e ci tuffiamo immediatamente in alcole e chiacchierette, ci presentano poi tutti quelli a cui sputeremo in faccia più tardi e quand'è il momento andiamo a vedere il rifugio in cui dormiremo, ci facciamo una bevuta in un altro posto e poi facciamo un lungo ed estenuante soundcheck (5 minuti, stavolta: c'era un problema tecnico). Dopo un paio di lastre di pizza e una quantità ics di vino siamo pronti per bere ancora: dopo il caffè lo ammazziamo con robuste dosi di genziana, l'autentico elisir locale che ti rimette al mondo. Però prima devi morire. E mentre eravamo lì che stavamo morendo... Un'apparizione! La cameriera di oggi a pranzo è venuta qui, in abiti borghesi, a vedere La Tosse Grassa!! Col cazzo. Appena nota la nostra presenza giustamente si spaventa e comincia a piagnucolare "Voglio andare a casa!" Ci andrà. Come al solito io la mia sbornia la indosso bene mimetizzandomi con successo tra i mortali mentre Morrissey e Filu Spinatu cominciano a fare pubblico schifo in maniera indegna. I maledetti gestori del locale infieriscono facendoci ascoltare i Perno (sia quelli veri che quelli falsi). Siamo pronti per lo spettacolo. Lo show si svolge nei sotterranei del locale. E' freddo, ma ho avuto momenti peggiori, mi scaldo con un'intensa attività live che nel giro di pochi brani spaurisce metà dei presenti che risalgono indignati al grido di "macheccazzoè?!".


Fortunatamente ci sarà un continuo ricambio generazionale, quindi oltre agli hooligan di Silvio, fremente desiderio di essere Ordinato sacerdote (sarà poi accontentato: d'ora in poi sarà Padre Me Pizzica, Reverendo del Culto della Tosse Grassa per la Parrocchia di Pratola Peligna), ci sono nuovi malcapitati che vivono questa nuova esperienza del vedere un panzone nudo che bestemmia la madonna disponendosi un boa intorno all'uccello. A fine show, dopo essere stati costretti con la forza a riesumare vecchi brani come "Ho Male A Te", segue lungo e duro dibattito con la fauna locale, tra quello che vede la salvezza solo nei White Lies e quella che la fica le sa di rum (la proprietaria del boa), il marxista-leninista con cui si discute dell'icona di Pol Pot e il goth rocker ghiotto d'agnello. Padre Me Pizzica nel frattempo si è licantropizzato, si esprime solo a ululati e non c'è più verso di comunicarci se non tracannando alcole. Fabio mette addirittura a repentaglio la possibilità di una scopata per salvarci (tra l'altro trovare da scopare a Pratola credo significhi dimezzare il fabbisogno collettivo di passera, nemico del popolo!) e insieme a Pratolo ci accompagna al rifugio. Il piano era depositare attrezzi e bagagli per poi tornare a bere, ma appena toccati i divani Filu Spinatu e Morrissey svengono. Ci salutiamo così. L'indomani, dopo una rapida colazione in centro tra bimbi che se le danno di santa ragione e mostri cthulhoidi decidiamo che vogliamo sbranarci un agnello a Scanno. Scopriamo che per farlo dobbiamo passare ad Anversa (Belgio) e per quest'impresa ci aiuterà Pratolo, che ancora ci chiediamo chi cazzo gliel'ha fatto fare, ché ha fatto km e km per sta cazzata e manco s'è fermato a magnà! "Andate, sono i 15 minuti più belli d'Abruzzo" Belli eran belli, però ci siam cagati sotto. E quell'agnello non è morto invano. Dopo pranzo, allietati da un funerale locale (vedi foto sopra) riceviamo la chiamata di Padre Me Pizzica, che invece è appena resuscitato ma non ricorda un cazzo. Gran finale con torbida genziana in un misteriosissimo bar in Belgio dopodiché fuggiamo terrorizzati.




1 commento:

  1. Ciao Vanni sono Pratolo..aimee sono a Nottingham dio!Resto qui 3mesi ma non perdo tempo con quelle cazzate del lavoro e mi leggo "Il culto della Tosse Grassa Pratola i posumi"Sei unico!una leggenda! La musica emergente per me è TG e per rispondere ai km spesi tra Pratola e Sulmona ti dico che l ho fatto volentieri perché sei autentico e incazzato..i tuoi testi sono concetti che pensiamo tutti e tu hai trovato il modo di dirli con parole che noi amici utilizziamo per comunicare nel quotidiano. Ho rosicato di non esser potuto salire a Scanno con voi ma torneremo! Ora voglio solo vino, lenti scure e Tosse Grassa nelle cuffie!

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