lunedì 10 settembre 2012

Sbruf Festival: i Postumi.

Lo Sbruf Festival è uno schiuma party senza schiuma dove si avvicendano progetti musicali tra i più interessanti e freschi della zona, anche se molti di questi sono opera di gente bella (che pertanto con La Tosse Grassa, gente brutta, ha ben poco a che fare), ma credo ciò sia fisiologico dato che si svolge a Senigallia, c'hai creduto spiaggia di velluto, dove sono tutti gente bella. Sarebbe come dire che un loretano è un bigotto o un ascolano è fascista: è fisiologico. L'anno scorso a questo Sbruf Festival ci andai da spettatore, mentre quest'anno quel disadattato di Above The Tree mi convoca perché vi partecipi da protagonista. Forte, certo che ci siamo! La data è domenica 26 agosto, e la location è la famigerata Casa della Grancetta, in località Montignano di Senigallia (AN), grazie al cielo in campagna e non in mare. Non so voi, ma per me è meglio avere melma che sabbia sotto gli stivali! E poi in campagna i cinghiali ci stanno bene, al mare no. Comunque... La sera prima mi trovavo a un matrimonio proprio ad Ascoli Piceno (sieg heil!) per cui arrivo in treno e pertanto necessito dell'aiuto della mia groupie di fiducia per raggiungere il posto e del Radical Macabre Tankzommando, per l'occasione il veterano "Masoschiavo" e il rarissimo Fabiogum, alla sua seconda esperienza, per portare in loco tutta la nostra attrezzatura. Il piano funziona alla perfezione e all'ora x siamo lì.


L'unico fatto è che nessuno di noi sapeva quale fosse davvero l'ora x, ma proprio nessuno, nemmeno l'organizzazione. Quindi siamo lì in un generico après-midi a far salotto e a goderci l'ombra bivaccando nelle paludi. Si parla del più e del meno, di che fine abbia fatto Montesi, e del fatto che sono finito in prima pagina delle cronache locali per un concerto col gruppo nave madre Ca.Pe.Al., ma questa è un'altra storia. Arriva Mirko dei Camillas che allestisce la sua bancarella, subito squattata dal nostro materiale che si rivelerà essere il best seller della serata (anche perché i nostri cd costano la metà di quelli del resto del mondo, forse). In cambio dovrò acquistare l'ultimo cd di Paolo Catena, ché altrimenti mi tormenta nel sonno. Nel frattempo comincia a delinearsi uno scenario, che poi cambia e diventano due, poi cambia un'altra volta e diventano tre. Sì, forse anche a causa del clima vige un severo regime di confusione mentale. D'altronde è domenica per tutti. E sappiamo che la domenica viene dopo il sabato. E il sabato dopo il venerdì. Comunque... Un bel giorno scopriamo che sono stati allestiti ben tre 'palchi' e La Tosse Grassa sarà headliner nel palco Multipla (due casse e un mixer appoggiate nel portabagagli di una omonima Fiat parcheggiata nel retro della casa), gli altri headliner del palco Davanti e del palco Dentro saranno rispettivamente Soviet Soviet e Musica da Cucina. Però c'è tempo, molto tempo.


Mangiamo, beviamo del pregevole vino caldo, ci godiamo un po' degli altri concerti, beviamo altro e poi, dopo aver bevuto altro ancora, cominciamo con molta calma a prepararci. Il solito blitzkrieg soundcheck dopodiché prendiamo pian piano confidenza col nostro camerino, in realtà una stanza adibita a ripostiglio di strumenti e robe varie di tutti i musicisti con un impianto antifurto davvero pregevole: da fuori si apre senza alcuna difficoltà, ma una volta dentro, se fai l'errore di chiudere la porta (e noi lo faremo 5 o 6 volte almeno) non essendoci la maniglia non puoi più uscire e sei costretto a chiedere aiuto a qualche malcapitato che faceva la fila per il cesso, che incuriosito dal bussare e dalle grida selvagge provenienti dall'interno viene ad aprire ma non si aspetta di trovare tre tizi vestiti come eravamo noi, anche piuttosto maleodoranti. A chi non è capitato? A me è capitato. Munitici di altri drink andiamo al palco Multipla e cominciamo la nostra esibizione. C'è un sacco di gente (tra i tanti l'immancabile Reverendo Lele Ggì e la sua parrocchia), alcuni molto divertiti, altri braccia conserte che scuotono la testa pensando alla Morte della Musica. Saranno stati codesti matusa sabotatori, nemici della post-post-modernità a sottrarci i nostri drink abbandonati con fiducia su un tavolino alle nostre spalle? Cattivi, avete reso triste "Masoschiavo".


Poi durante il concerto ci tireremo di nuovo su di morale: arrivano altri drink, mi infilano in bocca un crocifisso luminoso, mi sostituiscono la scaletta con una falsa con scritti dei titoli assurdi ma non poi così tanto improbabili, mi colpiscono con un ramo sui coglioni, direi che non mi posso lamentare. Rischio anche di sprofondare in una botola che avevo davanti e sulla quale saltellavo amenamente mentre gridavo "GAAAY POOORN!!", sarebbe stato divertente; doloroso, ma divertente. Tra l'altro per sostenermi, dato che erano giorni che vivevo all'avventura da latitante, andavo avanti a caffè e vodka cola, per cui nella performance ero discretamente accelerato (ero addirittura riuscito a pronunciare correttamente la frase "e una palpebra di Mara in salamoia", da "Pezzi Di Fiche") tant'è che ogni tanto andavo a controllare la velocità del cd con le basi credendo che tra i vari scherzi infertimi nella serata me lo avessero anche rallentato!! Lo show si conclude nell'euforia collettiva, e per quando ho finito di firmare autografi e ricevere pompini mi sono già perso i Soviet Soviet. Rimane solo l'ultimo set lieve lieve di Musica Da Cucina, del quale ricorderò soltanto quella che chiacchierava continuamente del lavoro e dell'università e del sistema che non funziona. E il giorno dopo a girare il videoclip "Burzum Due", ma questa è un'altra storia ancora.







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