martedì 8 ottobre 2013

Pesaro: i Postumi.

Pesaro è sempre stata un miraggio. Siamo arrivati a Fano, addirittura a Fosso Sejore, sputo di terra a metà strada tra Fano e Pesaro ma pur sempre in territorio di Fano... Ma Pesaro no, la capitale dell'hipsteria marchigiana era inespugnabile, resisteva energicamente al virus del Culto Della Tosse Grassa. Paradossalmente siamo stati molto più a nord oltre le Marche per cui questo discorso parrebbe non avere senso, ma il nord delle Marche sembra essere un nord in assoluto, con Gabicce come Ultima Thule, tra l'altro già nei nostri loschi piani. E oltre il nulla. Pesaro vorrebbe essere Romagna ma la Romagna non esiste, il mondo finisce a Gabicce Mare, ok? Ok, la faccio finita col delirio. Ci chiama Diego, il nostro agente a Pesaro (chiaramente viene dalle Marche Sud: mai un pesarese d.o.c. si sarebbe sognato di chiamarci su) per una data organizzata all'improvviso. Si tratta di profanare il Dalla Cira. Ma ovvio che lo facciamo volentieri, ci mancherebbe, buon uomo, quando si parla di profanazioni LA TOSSE GRASSA è sempre disponibile! La data è mercoledì 4 settembre. Mercoledì? Non ti temo. Credevo di aver appeso al chiodo il costume di "TG2" con la data precedente al Bocciodromo di Passatempo e invece no, eccoci richiesti di nuovo. La serata sarà condivisa con Gli Ebrei, tanto chiacchierati e voluti bene soprattutto in provincia di Pesaro. Cosa vorrà dire? Mah. Quello che ci interessa è che la serata prenderà subito un tono nefasto: La Tosse Grassa vs. Gli Ebrei. Alcuni dei miei Cultisti meno dotati d'intelletto penseranno a una goliardata politically incorrect. Il batterista de Gli Ebrei mi telefona preoccupato: ma non è che dobbiamo fà un pezzo per uno??? Scordatelo, dormi tranquillo. E' semplicemente una sfida tra due entità sonore. Resta solo da vedere se preferiamo prenderla come Shoah o come Intifada.


Ovviamente vince la via dell'Olocausto: ci piace vincere. E quindi ci prepariamo alla pugna. Il Radical Macabre Tanzkommando convocato prevede in formazione Il Vescovo Teodoro e Tarkanov. In qualità di ancella ci accompagnerà anche Morgan, Quello Famoso, che necessitando di un ruolo sarà il nostro bancarellaro. Per preparci al lungo viaggio oltre che a fare metano e chiamare la mia costumista in preda all'ansia isterica occorre anche procurarci un boccione da 5 litri per il viaggio. Passiamo in un supermercato e non ho memoria di quale vino abbiamo preso. So solo che avevamo notato un boccione di Bombino di Puglia che, sebbene non acquistato, segnerà comunque il resto della serata. Ogni momento di noia o attesa sarà spezzato dal mantra "andiamo in macchina e ci facciamo un bombino?". Vi assicuro che letta non fa lo stesso effetto che pronunciata. Arriviamo sul posto puntualissimi per il nostro soundcheck da 20 secondi. Gli Ebrei, che avrebbero suonato per 20 minuti, 13 dei quali di problemi tecnici, stavano giusto ora concludendo un soundcheck da 110 minuti circa. Sai, suonano con due batterie, sono tutti matti. Sul posto c'è la sabbia, sai, è sul mare. Lo so, per voi non è una notizia ma per me che sono un cinghiale mannaro sì. Compiuta quella stupidaggine del check puntiamo subito alle cosa importanti. La cena! Dov'è? Al piano di sopra, sulla terrazza. Una bella tavola imbandita di cibo ornamentale, perché mangiare è out, noi del jetset pesarese campiamo di altro. Condividiamo la tavola con Gli Ebrei e le loro donne (Le Ebree, I suppose), beviamo, scopriamo perché siamo lì (perché il batterista dei Barbacans, formazione parallela agli Ebrei ma più costosa ha fatto i capricci e quindi quei soldi in avanzo in qualche modo bisognava spenderli in qualcosa di futile: noi) e per la sindrome di Zelig prendiamo un atteggiamento così snob che non degniamo di uno sguardo l'UFO che ci appare all'orizzonte per ben tre volte finché non verrà inseguito da due caccia. Ed è tutto vero. Reagiamo con assoluta compostezza: "Caffè e ammazzacaffè?"


Raggiunti da due Tossine, giusto per far girare l'economia (e soprattutto per non giocarci così le preziose drink card) andremo a prendere caffè e ammazzacaffè in un bar proprio lì di fronte. Il barista ci tiene il muso, non so perché, ce ne andiamo rapidamente. Poi ci facciamo un bombino. Cultisti e Tossine da ogni dove cominciavano ad arrivare, in particolare da Fano, cittadina sulla quale avevamo già seminato parecchio. Diego e un suo compare mi avvicinano tentando di intenerirmi con storie su quanto la Cira (la mistress del posto) sia intollerante alle bestemmie. Ovviamente li ignoro e no remorse. Sciocchi. Gli Ebrei tardano a cominciare a suonare per via dei problemi tecnici che vi avevo citato sopra. Questa cosa per noi è un problema. Non per l'attesa, non perché avremmo dovuto tagliare il set per rispettare il coprifuoco, ma perché ogni quarto d'ora che passava significava altri due long drink: più volte nell'arco della serata mi capiterà infatti di avere un bicchiere per mano. Vodka tonic sulla destra, mojito sulla sinistra. Toda joia. Una poveretta di Varese dice che è qui perché consigliata da amici (stronzi). Finirà violentata durante L'Orgia e molestata con una coda di ratto di cui poi non avrò più notizie. Lo show de Gli Ebrei (che nel frattempo era riuscito a partire) volge al termine: è il momento di cominciare, ci andiamo a cambiare dietro il palco, nostro camerino improvvisato, sotto gli occhi sbigottiti dei cazzoni sulla spiaggia. Qualcuno fa foto. Poverini, non avete idea. Andiamo sul palco e non so com'è ma mi spunta in mano una bottiglia di vodka. Lo spettacolo è intossicato ma non troppo, riesco a mantenere il controllo e vedo che di gente ce n'è tantissima. Davanti a me una fila compatta, ai lati pure, c'è giusto pochissimo spazio davanti a noi. Che viene occupato presto da uno con una maglietta dei Metallica, che arriva lì davanti e se la toglie. Poi si toglie anche tutto il resto e rimane lì a dondolarsi la ciandola ballando ignudo. Decido di premiarlo con la bottiglia di vodka ma tosto interviene uno dello staff del locale che gliela strappa di mano e la riconsegna a me. Capito com'è andata in Cile?


Durante "Barbara Bobulova" come di consueto Il Vescovo Teodoro e Tarkanov partono con un valzer appassionato fendendo il compatto pubblico schierato davanti a noi. Solo che la compattezza era un bluff. In realtà nascondeva dei tavolini con tanto di bicchieri sopra. Pieni. Potete immaginare le bestemmie. Il raro video snuff qui sopra coglie una soggettiva di questi attimi preziosissimi. Non si vede un cazzo ma i crash che si sentono dovrebbero essere sufficientemente eloquenti. La gente gode, insomma. Noi pure. Alla fine dello spettacolo torniamo dietro il palco a cambiarci, quando... Arriva un Cultista che vuole comprare? No. Una Tossina che vuole un bombino? No. L'inaspettato. Un pakistano che vuole vendermi una rosa. Cazzo, non vedi che sto penando nello sfilarmi una gonna bondage dalla testa?? Non gli interessava. Vabbè. Morgan ha venduto tantissimo, gli dò il cambio alla bancarella e mi rilasso. Scollego. Totalmente ubriaco comincio ad essere deleterio. Attacco un pippone spaventoso al complice di Diego sul perché delle mie scelte musicali, testuali, e blablablabla. Leggo la disperazione nei suoi occhi ma non sono in grado di fermarmi. Fortunatamente una sirena lo porta via con un pretesto qualsiasi. Poi nel salutare Gli Ebrei sicuramente gli avrò detto qualcosa di orribile. Il resto del tempo lo passerò a giuocare a cazzotti col Vescovo Teodoro. Poi so che usciamo dal posto solo quando è ora di buttar via la monnezza, imploro gomme dagli sconosciuti per placare la mia arsura alcolica, faccio ben due colazioni (una salata e una dolce) in due posti diversi e poi finalmente ce ne andiamo a dormire in una stanza tutta per noi. Prima di schiantarmi nel vuoto riesco pure a informarmi dalla padrona di casa su quale materasso sia il migliore. Mi risveglio il mattino dopo con alle spalle una Pesaro convertita alle bestemmie, una treccina a posto del pizzetto e due donne a fianco. Ma questa è un'altra storia.





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