lunedì 25 novembre 2013

Perugia: i Postumi.

Nel tempo libero spammo. Quando non sono impegnato a guardare porno o mandare attacchi ai miei nemici in un giochino del cazzo su facebook piglio e mando e-mail a sconosciuti che non hanno mai sentito parlare de La Tosse Grassa ma magari hanno un cugino bestemmiatore che una tabaccheria, due casse e un mixer. Un bel giorno un locale di Perugia mi risponde! Trattasi di un evento straordinario, di norma nessuno risponde mai, mi colgono sempre di sorpresa posti a cui non ho spammato! E mi dice "col cazzo che ti faccio venire a suonare nel mio locale!", però sentiti con mio cognato Aimone. Ok, sarà fatto. Essendo una comunicazione scritta via posta elettronica dò per scontato che sia un refuso e salvo il numero come Simone Perugia. Poi lo chiamo e invece no, scopro che il refuso ce l'avevano in testa i genitori quando sono andati all'anagrafe. Il tipo comincia a parlarmi di un posto enorme frequentato da milioni di universitari in calore che si fanno clisteri con la vodka e di un evento leggendario chiamato "Mercoledì Rock". Va benissimo, esattamente il nostro habitat. Fissiamo quindi per mercoledì 6 novembre in questo posto chiamato 100dieci che a giudicare dalla pagina facebook sembrerebbe un innocuo baretto dell'università. Magari c'è pure la macchinetta del caffè a 50 centesimi. Meno zucchero, grazie. Ci dicono che ci infileranno nel contesto di una "festa trash" (aiuto...), che l'anno scorso ci suonò Gianni Drudi ("ehi, ci stai...") e ci danno dei tempi precisissimi: sul palco alle 23,45, suonate 40 minuti, arrivo alle 19,12. Tranquilli, l'incubo è il nostro mestiere! Sapendo che il giorno seguente avremmo suonato in un altro posto in Romagna a casa Uochi Toki (ma questa è un'altra storia che non vi racconteremo mai), abbiamo dovuto racimolare gli elementi del Radical Macabre Tanzkommando più fancazzisti che fossero disponibili per un mini-tour a metà settimana. Non è stato un problema.


Sono della partita Il Vescovo Teodoro e Filu Spinatu. Come paggetto e bancarellaro ci assisterà anche il prode Tarkanov. Ci accordiamo per la partenza con Filu Spinatu che passa a prendere me e la mia attrezzatura (un cavetto rca), dopodiché a Macerata prendiamo un mezzo a metano, carichiamo gli altri e ci apprestiamo a valicare gli Appennini ascoltando primi Napalm Death e Sepultura. Quando arriviamo nei pressi di Perugia in estrema puntualità scopriamo in realtà di essere in anticipo per i tempi di questi universitari debosciati per cui ci perdiamo girando a vuoto intorno a Ponte Felcino. Tutto questo naturalmente apposta per venire incontro ai loro tempi. Sprezzanti del pericolo ZTL arriviamo dove ci era stato detto e ci viene incontro Aimone saltellante che ci porta a parcheggiare praticamente dentro l'Università. Rapidissimi i convenevoli, siamo una squadra fortissimi, andiamo subito a testare palco e impianto. Stavolta abbiamo anche un camerino! Cioè l'ingresso laterale al palco, però c'è un sipario che ci consente di avere un minimo di privacy, tolti i 78 addetti ai lavori che fanno avanti e indietro sul palco. Naturalmente il check si risolve in pochi secondi, "forse la voce è un po' bassa", mi dice Aimone ma... Or sovviemmi che il tipo è il frontman di quei Perno che ci fecero da gruppo spalla la prima volta che suonammo a Latina e che a suo dire fa "rock un po' gay", quindi un amante del belcanto alla Sanremo. Pertanto ignoriamo la sua indicazione e ci facciamo una birra. Si fa avanti un tipo che ci dice che dovremmo muoverci, così ci porta nel posto dove dormiamo. "Perché?" Beh, magari vorreste posare i bagagli, farvi una doccia... Il mio bagaglio era una maglietta che tenevo nelle mutande per ingrossarmi il pacco e la mia puzza fa parte dello show. Smamma. Il tempo della doccia lo passeremo a bere. Il tipo insiste. "Ma poi dovreste stare qui fino alla fine della serata." E quando sarà mai? Alle 7? Alle 8? "Mah, verso le 3, o le 4". E allora? SMAMMA!

http://www.youtube.com/watch?v=crp8_UFngng

Chissà per chi ci aveva presi. Poi è il momento della video-intervista per Radio Bombay. Mi portano nel cesso delle donne (di solito fanno più storie) e mi intervistano. Li deludo immediatamente facendo il serio ed elaborando qualche giro di parole per esprimere il concetto di "trash ce sarai te". Tuttavia devo ammettere che la tipa che mi intervistava era preparata, mi ha fatto domande sui Ca.Pe.Al. e sulla farfallina che ho tatuata sul prepuzio, aveva studiato. Ci dicono poi che durante lo show realizzaranno il video "ufficiale" (ma ufficiale de che?!) di "Sei Qui Solo Per Le Telecamere": il risultato potete ammirarlo qua sopra cliccando sulla foto (Aimone lo inquadrano proprio quando dico "Perno", che coincidenza). Ed ecco che si è fatta l'ora di cena. Consumiamo della roba avanzata dalla mensa a pranzo che comunque ci sazia a sufficienza, a parte le poco robuste dosi di vino: qua sono giovani, vanno a birra e vanno pure piano, tutto sommato. Si fanno un po' di chiacchierette da jetset di quelle che hanno reso Sara Tommasi quel che è, infatti la nostra ciurma si scambia occhiate tra il sospettoso e il preoccupato. Ci abbandoneremo al nostro sgangherato standard turpiloquiale non appena usciti di lì per un allegro dopocena a base di caffè, seviziacaffè, ammazzacaffè e tumulacaffè a spasso per Perugia. E' un piacere tornare a gironzolare nei luoghi cari ad Amanda Knox dopo tanto tempo, luoghi che vivetti in un tempo lontano, quando vigeva l'usanza delle visite mediche per il servizio di leva obbligatorio, laddove fieramente mi scartarono due volte di fila in quanto pericoloso per me stesso e per gli altri. Poi vi accompagnai anche un altro mio amico sociopatico a farsi scartare a sua volta. Salutiamo qualche spacciatore e stupratore famoso e cerchiamo un bar. Un tipo ci nota e ci apostrofa "Shottino? Qua!" indicandoci un bar che stava chiudendo. Ubbidiamo e ci facciamo uno shottino di vodka a 1 neuro. Poi andiamo in un pub a bere ancora, laddove Tarkanov rischia grosso ordinando senza rendersene conto un rhum invecchiato 23 anni che per sua fortuna non era disponibile. Per me un Varnelli, grazie. Ce ne facciamo un altro in un altro bar ancora e poi presto presto che è quasi l'ora di entrare in scena.


Non è facile passare il varco dei buttafuori che non ci avevano mai visti prima, ma lo facciamo. Ci facciamo fare qualche pompino da qualche fan e poi incontro David Eno, il mio batterista! (almeno di quando ancora ero così sciocco da manovrare degli strumenti veri) Che tra l'altro sarà l'unico mio acquirente della serata: gli altri essendo tutti studenti squattrinati preferivano mettere i soldi da parte per l'alcole. E' vero, c'è stata un'altra tipa che si era avvicinata al banchetto, ma era solo per pomiciare. Montiamo sul palco con 7 minuti e 32 secondi di ritardo e cominciamo immediatamente a distruggere la scenografia a base di carta igienica e monnezza (ne potete ammirare qualche scorcio giusto sulla foto su in alto). Il pubblico non c'è bisogno di scaldarlo, è già notevolmente ubriaco e bendisposto. I miei tanzkommander pure, tant'è che s'inculano e prendono a cinghiate qualche travestito (uno lo vedete nella foto qui sopra) e portano a pogare in mezzo alla pista la pianta sullo sfondo, poi prontamente recuperata dallo staff. 1100 paganti che capivano solo la merda. Un paradiso. Ci giochiamo tutto il nostro repertorio più scurrile, ché quello cerebrale non era il caso e scendiamo dal palco lasciando spazio ai dj che metteranno pop e rock anni '90 che però a questi piace chiamare "trash". Abbiamo capito che se se è una cosa che canticchiavano quando avevano 12 anni allora è trash, anche fosse stata "La Bohème". Scesi dal palco facciamo incetta di vodka tonic per non farci avanzare le drink card (problema mai esistito) e ci tuffiamo a ballare. Sulle note di "Candela" di Noelia ci avviciniamo a un gruppo di studentesse ubriache che la sapevano tutta. "Come mai la sapete tutta?!" "Siamo spagnole!" Non fa una piega. Una rapisce Filu Spinatu, che non si farà vedere per un'oretta e che si guadagnerà sul campo il titolo di Sturacessi. La festa finisce che siamo ancora in piedi. Ci portano a mangiare la focaccia più buona del mondo, peccato che ci abbiano portati bendati e non saremmo mai in grado di ritrovarla. Ci risvegliamo in un paese sconosciuto dove ci sono solo lavasecco, in un bed & breakfast in cui il figlio del padrone ci si è magnato il breakfast. Poi andiamo a Gabicce Mare. A novembre. Già fa ride.





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